venerdì, luglio 01, 2005

Disincanto 2

Il dibattito su Berlusconi è aperto e sono tutti interessanti i commenti dei blogger di TocqueVille. Quel che volevo dire in replica ad Andrea, l'ha in parte diplomaticamente detto JimMomo. Caro Andrea, qualche volta a prendere le cose "di panza" si finisce per scambiare la politica per il Palio di Siena e a scivolare su terreni sdrucciolevoli. Che significa "intelligenza col nemico"? Di che stiamo parlando? Di politica su TocqueVille o di sanguinarie battaglie epocali in Normandia? Dai sù, "traditori, intelligenti con il nemico", e che diamine, abbassa le spade che con la Forza Italia che ci ritroviamo al massimo si combatte con le fodere!

Va bene con il quadro ideale di recupero culturale e poi politico, di un lavoro di fondo sacrosanto per ricostruire con i materiali che i tempi ci mettono a disposizione un polo di centrodestra fusionista, che prenda il meglio della tradizione italiana, moderata e riformista, recuperi il meglio di questa ultima esperienza decennale (incerto bipolarismo, aree politiche comunque aggregate, sdoganamento delle estreme, fine del ruolo politico del centro che pesca a destra e governa con la sinistra - ma De Gasperi non era questo) etc. etc. Va bene ma non è questo il punto. Davvero credi che Berlusconi metta le mani in saccoccia e decida, per il bene del centrodestra, del paese, di noi tutti di fare quello che in America altri billioners hanno fatto? Ci credi? Davvero?

Allora guardalo in faccia questo partito, che non è solo un contenitore posizionato sulla mappa della cartografia politica. E' una cosa creata - come si usa dire di questi tempi - a immagine e somiglianza del suo leader. Sarà pure colpa di An se alla fine della stagione del Cavaliere non può che offrirci un Fini bollito. Sara pure colpa dei centristi se il più appetibile dei successori ha la faccia spenta di Pierferdinando Casini detto Pierferdy. Sarà colpa della Lega se, visto quel che passa il convento, siamo tutti a rimpiangere uno come Bossi. Ma il problema è Forza Italia. Era questa la forza nuova, liberale e innovatrice, capace di dar voce a quell'Italia moderata e riformista che aveva ritirato la delega ai partiti della prima repubblica, che doveva interpretare le speranze di rinnovamento del paese. Era da questo contenitore che dodici anni dopo, dodici, dovevano uscire non uno ma dieci, cento successori del Cavaliere e invece ci ritroviamo una pletora di ragazzini che nessuno si fila a guidare le strutture regionali e un nugolo di notabili sparsi sul territorio che sono il peggio del peggio di quella prima repubblica. A chi giova? Al paese? Al centrodestra? Al recupero culturale? Chieditelo, perché questa è la scatola del movimento, dodici anni dopo.

Certo, ci sono anche cose buone in Forza Italia. Sempre meno, ma ci sono. Io e te abbiamo aderito a titolo personale alla Rete delle Libertà, perché conosciamo Palmieri e ci fidiamo di lui, io mi fido di lui e gli dò una mano come posso e quanto posso perché porti avanti il suo progetto on line. Se ha imbarcato tra i fondatori un rompicoglioni come me ne deve averne di fegato, l'Antonio. E ce ne sono di persone in gamba, anche se quasi mai nei posti giusti. Però non riesco a guardare alla politica come se fosse un'asettica disposizione di soldatini sul terreno, nei quali intrupparsi credere, obbedire, combattere. Osservo, ci guardo dentro e giudico. Dico la mia. Credo che questo sia il compito che abbiamo, noi che non prendiamo tessere, non c'iscriviamo ai partiti, non facciamo gli yes-man. E quello che osservo non mi piace. E' uno zig-zag continuo, partito unico domani, anzi oggi, anzi dopodomani. E mi chiedo: ci crede davvero? E' con lui che possiamo imbarcarci in questa avventura? Quanto seriamente la dobbiamo prendere 'sta cosa? Tu lo sai la scelta che abbiamo fatto: tempi lunghi, discussione seria, dibattito elaborato e a tutto campo. E siamo partiti, che se la strada è lunga non ci si deve attardare. Ma è la stessa strada di quegli altri? Ci incontreremo? E, soprattutto, chi incontreremo?

Non c'è scoramento in questa analisi. Io sono convinto da un anno che il berlusconismo sia in crisi, che abbia esaurito - come dicevano gl'italo-sovietici - la sua spinta propulsiva, che non sia in sintonia con le aspettative del paese e non abbia più una rotta definita. Ma siccome credo che sia utile al paese preservare gli aspetti positivi di questa esperienza e costruirci sopra il centrodestra fusionista che rimetta in piedi questo benedetto (oooops!, sorry) paese, allora vorrei che rimanessero le fondamenta, qualche facciata esterna, un paio di pilastri portanti (politica estera, qualche legge sul mercato del lavoro) piuttosto che una landa di macerie. Di questo stiamo parlando. O almeno di questo io parlavo: non era, insomma, un briefing per la propaganda elettorale, perché quella la fanno altri.

UPDATE. Questa è la bella contro-replica di Andrea a questo (e all'altro) post. La piazzo qui perché non vorrei che questo dialogo prendesse troppo spazio: non amo l'autoreferenzialità che è un po' il rischio dei blog. Chiedo però l'ultima parola. Tutto chiaro, tutto bello, tranne una cosa: non ti sei reso conto che l'Udc non è l'Udc, è Forza Italia. Quando c'è più sguardo verso il futuro nelle parole di Follini che in quelle di Berlusconi, non resta che dire, questo sì amaramante, che una stagione è finita e un'altra deve cominciare. Ora basta e andiamo a vincere le elezioni. O a perderle bene.