sabato, luglio 02, 2005

Che ci faccio io qui?

Ho letto il testo dell'intervento di Marco Follini. Ne condivido lo spirito e non lo considero un Giuda. Al contrario, penso sia stato coraggioso. Non condivido però alcuni aspetti, diciamo, di programma, dell'intervento, non la scelta proporzionalista, non i riferimenti ad Aldo Moro, mentre apprezzo quelli a De Gasperi. Non credo che il Ppe possa rappresentare il riferimento adeguato per il centrodestra italiano, non nelle strutture organizzative troppo deboli. Non credo alla federazione dei partiti ma credo nella formazione di un partito unico sul modello fusionista dei repubblicani americani. Non credo alle etichette, il moderatismo è uno stile di governo e un modo di guardare alla politica, al confronto, alle scelte da compiere. E' questa la forza dei moderati e i moderati del Ventunesimo secolo non sono dei conservatori tout court, non possono esserlo soprattutto in un paese fondamentalmente statalista come l'Italia. Bisogna coniugare la forza del riformismo, che questa sinistra non può esprimere e che la destra potrebbe se fosse politicamente più consapevole. Ma insomma rispetto alla levata di scudi, come un sol uomo, di gran parte della stampa amica contro Follini e a difesa del Cavaliere mi sento a disagio, perché da questo lato la crisi del berlusconismo viene vissuta come una ritirata nel bunker dove entrano solo i fedelissimi. Non si discute. Non si critica. Non si parla. Altrimenti sei un Giuda. Salvo che poi tutti i Giuda, quelli veri, usciranno allo scoperto il giorno dopo le elezioni del 2006. Quelli che non discutevano. Quelli che non criticavano. Quelli che non parlavano (a scanso di equivoci sto parlando dei politici perché qui su TocqueVille invece si discute ed è un bel discutere e confrontarsi). Poi capito su un bell'articolo di Gianni Baget Bozzo, uno che stimo e che va dritto al cuore del problema. E che in sostanza dice: perché un elettore che approva la relazione di Follini dovrebbe votare per la Casa delle Libertà piuttosto che per l'Unione? Già, perché? Magari perché pensa che questo centrodestra possa ricostruirsi solo se ci si leva le fette di prosciutto dagli occhi e si comincia a discutere di quello di cui non s'è mai discusso prima, del partito, della sua organizzazione, della selezione della classe dirigente, di come attirare nuovi entusiasmi, di come premiare quelli bravi, di come emarginare i notabilati d'affari che si sono costituiti sul territorio, della leadership. Sì, anche della leadership, perché il bunker non fa bene a nessuno, neanche al leader, lì ci si spara un colpo alla testa dopo un po' di tempo. Ecco perché posso votare il centrodestra, pur avendo apprezzato il discorso di Follini. Ecco che ci faccio io qui!