mercoledì, luglio 20, 2005
Sul Delta del Danubio
Si scivola dolcemente sul tramonto del fiume, mentre tutt'attorno la natura si addormenta, piano piano, con il calar del sole. Sembra non finire mai questo fiume, questo lungo cordone ombelicale d'acqua che tiene legati gli Stati all'Europa, li irriga, li irrora, qualche volta li inonda. Padre e patrigno, il Danubio. Ma qui, sul suo immenso Delta che moltiplica per tre i suoi bracci liquidi e scarica nel Mar Nero gli umori e le passioni di un continente, si respira l'atmosfera rarefatta del finis terrae. Gli orrori nazisti della Baviera, le caserme chiuse dell'Austria asburgica, i fili spinati della cortina slovacca, il sangue comunista della rivolta di Budapest, le tragedie balcaniche dell'ex-Jugoslavia, le prigioni mentali della Romania di Ceausescu: tutto scorre e tutto sembra lontano alla foce del fiume. I pellicani si addormentano, le zanzare calano, i ranocchi si zittiscono, i cavalli selvaggi rientrano renitenti nei recinti lungo gli argini. Solo lo sciabordio dei remi. E all'orizzonte la promessa di altri Orienti.