Sali Berisha e il giorno della marmotta.
Uno scrutinio interminabile, come se gli elettori albanesi fossero decine di milioni. Una vittoria anticipata nei festeggiamenti notturni, basata non sui voti reali ma sugli exit poll, che fanno cilecca in Occidente, figuriamoci in Albania. Qualche colpo di pistola qua e là durante le operazioni di voto (morto un rappresentante di lista dell’opposizione) e nel corso dei festeggiamenti preventivi: nella città meridionale di Lushnja un pregiudicato ha freddato il proprietario di una stazione di carburante che inneggiava a Berisha ed è stato a sua volta ucciso dal cognato del morto dopo canonico inseguimento tra la folla. Ovviamente la politica non c’entra nulla. C’entra però quel pezzo di Albania che non vuol scomparire e che, ogni volta che i riflettori internazionali illuminano quel paese, puntualmente si ripresenta per reclamare il proprio diritto al Medioevo. [continua su L'opinione]