martedì, aprile 24, 2007

Noblesse oblige

Arriva il blog che ci manderà tutti in pensione, a noi di Ideazione. Conoscendola, sarà difficile reggere il confronto con la qualità della scrittura e l'arguzia degli spunti. Ma almeno, sapremo dove andare ad accucciarci nei prossimi freddi berlinesi. Facciamo le fusa.

Chi vuole uccidere Knut?

Dopo le accuse degli ambientalisti (che avrebbero voluto ucciderlo perché rifiutato dalla sua madre naturale) e le minacce di sconosciuti (che gli hanno assicurato una discreta scorta della polizia), Knut, l'orsetto bianco berlinese divenuto una vera star è la vittima di un gioco politicamente scorretto che corre sul web. Kill Knut, uccidete Knut, il piccolo dolce orso. Che però, nella vita reale, continua ad essere spupazzato dai suoi numerosi fan.

Sognare l'arrivo dell'imperialista

Oggi c'è la sparatoria (esercitazione di tiro). Otto proiettili per persona. Il bersaglio è lontano centocinquanta metri. I fucili sono cinesi, dicono che sono quelli della prima guerra mondiale, non so se è vero. Siamo tutte in trincea. Dobbiamo entrare nel bunker. Ciascuna nel suo bunker. "Imparare a difendere la patria, per di più la nostra, invidiata da tutto il mondo per la sua marcia così riuscita verso il comunismo", dice il nostro compagno, il Timoniere Enver Hoxha.

Gli imperialisti americani, gli sciovinisti russi, i grandi capitalisti francesi e italiani sono pronti a sbarcare per distruggere l'esempio della parità in terra, l'esempio di una società che non ha più lotte di classe, che non conosce antagonismi nel suo seno, la società più evoluta mai conosciuta dalla coscienza umana. La sparatoria non è ancora cominciata e io con le mie amiche, con Ori in particolare, mi ritrovo a sognare l'arrivo dell'imperialista americano o dell'anarchico francese: "Di sicuro sarà bello, tu preferisci l'italiano o il francese?". Io preferisco l'italiano, innamorata come sono di Lucio Battisti e di Mina. A lei rimane il francese, che la rende felice: "Di sicuro avrà gli occhi azzurri", dice. "Di sicuro", confermo. Tutt'e due sognavamo il gesto patetico e teatrale con cui avremmo gettato il fucile e avremmo detto al nostro soldato i rispettivi "Ti amo" e "Je t'aime".

Ornela Vorpsi, Il paese dove non si muore mai, 2004

Eltsiniana

Alberto Pasolini Zanelli sul Giornale.
Enrico Franceschini su Repubblica.
Franco Venturini sul Corriere della Sera.
Sandro Viola su Repubblica.
Enzo Bettiza sulla Stampa.
Piero Sinatti sul Sole 24 Ore.
Giuliano Ferrara sul Foglio.
Victor Zaslavsky sul Messaggero.

lunedì, aprile 23, 2007

French Corner/2 - Lezione di francese

Questa volta, in Francia, i sondaggi ci hanno azzeccato, con l'eccezione del risultato dell'estrema destra di Jean-Marie Le Pen (10 e mezzo per cento, una delusione). Per il resto, Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal al ballottaggio, il primo con il 31 per cento, la seconda con il 25,6. Robusto anche il bottino del centrista François Bayrou, che non riesce a compiere il miracolo di giocarsi la finale ma raccoglie il 18,5 per cento (cinque anni fa si era fermato al 6). Insignificanti i consensi raccolti dagli altri candidati: l'unica cosa da registrare è il crollo dell'estrema sinistra nelle sue diverse varianti comuniste, ambientaliste e no global. Interessante, invece la geografia del voto, riportata nella cartina d'apertura pubblicata da Le Monde, fonte ministero degli Interni [... continua su Ideazione].

Aggiornamenti e approfondimenti su: Le Figaro, Le Monde, Libération, France 2, France 24, Le Point, L'Express, Ideazione.
I siti dei due candidati: Nicolas Sarkozy, Ségolène Royal.

domenica, aprile 22, 2007

La Loveparade va in miniera

Berlino ha perduto la Loveparade. Alla fine, quello che un paio di mesi fa sembrava ancora un tira e molla fra organizzatori dell'evento tecno e amministratori berlinesi si è trasformato in un divorzio vero e proprio. E neppure consensuale. L'indiscrezione è pubblicata sull'edizione domenicale del quotidiano berlinese Tagesspiegel. La festa rave più famosa del mondo, che per oltre un decennio ha simboleggiato la trasgressione e la modernità della riunificata capitale tedesca, emigra nel Ruhrpott, la regione mineraria forse più nota con il nome Ruhrgebiet, che da qualche lustro sta sganciando immagine ed economia dal glorioso (e fumoso) passato industriale per reinventarsi come polo postmoderno di architettura, urbanistica e cultura postindustriale. E la trasformazione, Loveparade a parte, sta riuscendo con successo: nel 2010 l'intera regione sarà capitale europea della cultura.

sabato, aprile 21, 2007

Sarko, Ségo et les autres

Massimo Nava, sul Corriere, riassume la campagna elettorale francese a poche ore dal voto.

La sfida finlandese della destra liberale

Come previsto all'indomani del voto, la Finlandia ha seguito politicamente la Svezia nella sua svolta a destra. Matti Vanhanen, il premier centrista uscente che aveva governato negli anni precedenti con il partito socialdemocratico, ha ora formato un esecutivo quadripartito con i conservatori della Coalizione Nazionale (i veri vincitori delle elezioni), i verdi e il partito della minoranza svedese. I conservatori finlandesi, che hanno sfiorato il successo pieno giungendo ad un solo seggio dal partito centrista di Vanhanen (e in quel caso avrebbero potuto esprimere il primo ministro) si caratterizzano come una destra liberale, con un programma fortemente incentrato sulle liberalizzazioni economiche: è favorevole al libero mercato, alla riduzione delle tasse, al business.

Sarà dunque interessante seguire nei prossimi mesi come queste idee si applicheranno al governo di una nazione che per lunghi decenni ha visto crescere il proprio benessere grazie al modello opposto di forte presenza dello Stato nell'economia, di ampi sussidi, di welfare efficiente ma costoso. In più si tratta di un governo di coalizione, che ha già inviato segnali di continuità rispetto alle politiche precedenti e che non promette rotture rispetto al passato ma riforme graduali. Il programma economico per il prossimo quadriennio è così sintetizzato: riduzione delle tasse (2,2 bilioni di euro), crescita delle imprese e del lavoro, ma anche aumento della spesa pubblica (1,3 bilioni di euro) per attenuare le disparità sociali e incrementare gli investimenti in educazione e ricerca. Il programma classico di un centrodestra moderato, attraverso il quale provare a combinare un maggiore dinamismo economico e sociale con il mantenimento dell'intervento pubblico in settori decisivi come ricerca e istruzione.

A voler giocare un po' con la geografia, il riposizionamento politico a destra dell'area scandinava trova il suo baricentro proprio nell'area baltica, una delle regioni più dinamiche dell'Europa. Dalla piccola Estonia alla Svezia, dalla Danimarca alla Finlandia si gioca la grande partita della riforma del welfare state nordico, alla ricerca di un nuovo modello che coniughi, appunto, sviluppo economico e tutela sociale (alla quale difficilmente i cittadini scandinavi vorranno rinunciare). E se per l'Estonia il discorso può essere più facile, in quanto si è trattato di sostituire dalle fondamenta il modello autoritario-comunista ereditato dall'Unione Sovietica, per i tre paesi scandinavi la sfida è davvero grande e meriterà una costante attenzione. Tanto più che i successi finora conseguiti dalle riforme scandinave vengono studiati con grande interesse anche dagli esperti tedeschi, alle prese con questioni simili.

Nella geografia nordica, dunque, solo la Norvegia resta sotto la guida di un governo di centrosinistra. Ma la Finlandia dimostra la sua modernità anche nella politica. E senza alcuna differenza fra governi neri o rossi, impone un nuovo record proprio con un esecutivo di centrodestra: su 20 ministri, 12 sono donne. Anche se, va detto per onestà, i dicasteri più importanti restano ancora in mani maschili. Per concludere, interessante anche seguire la coabitazione nello stesso governo fra conservatori e verdi. Un'opzione politica che fa capolino anche in altri Stati dell'Europa centro-settentrionale.

Il suonatore di tamburini

L'Afghanistan ai tempi della reconquista talebana.

Valencia

E' tornato il vento. Si parte.

Eliseo 2007

Lo speciale di Ideazione che, come l'Economist, tifa per Sarko.

Germania, obiettivi Usa in allerta

Torna (se mai se ne fosse andato) l'allarme terrorismo in Germania. Il ministro degli Interni Wolfgang Schäuble allerta il paese sul "pericolo concreto" di attentati contro obiettivi americani sul territorio tedesco da parte di una cellula irachena. L'allarme viene ripreso dall'ambasciata americana a Berlino, che mette in guardia i suoi connazionali presenti nel paese. Secondo informative dei servizi americani e tedeschi, particolarmente sensibili sarebbero obiettivi nel sud della Germania.

L'ultima dei diesse

Per lavoro siamo qui. A Firenze.

mercoledì, aprile 18, 2007

Il buco nero di Malatya

E' il luogo da cui veniva l'editore armeno Hrant Dink ucciso a Istanbul lo scorso gennaio. E' il luogo d'origine di Alì Agca, l'attentatore che sparò a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro. E' il luogo dove oggi si è consumata un'altra tragedia, sulla quale sono in corso indagini della polizia. E' il buco nero della Turchia, in quelle regioni orientali così lontane dal cosmopolitismo di Istanbul.

Europei 2012, avanza la Nuova Europa

Calcisticamente siamo i campioni del mondo, e infatti abbiamo vinto pochi mesi fa un bel mondiale. Politicamente non contiamo un cavolo e infatti alla ministra Melandri s'è irrigidito sul volto il sorriso, all'annuncio di Michel Platini di organizzare i campionati europei del 2012 in Polonia e Ucraina. Certo, abbiamo pagato lo scandalo del calcio e scambiamo l'ostilità degli uomini chiave della Uefa per antipatia personale. Ma dobbiamo prendercela soprattutto con le scelte tartufesche dei politici del calcio italiano che a livello internazionale non hanno fatto scelte chiare, hanno appoggiato cordate perdenti, hanno perso peso politico. In più, l'Italia era l'unico paese europeo ad aver organizzato questa competizione già due volte.

Detto questo, e aggiunto il dispiacere per una scelta che penalizza l'Italia, si può al contrario essere contenti per la decisione di aprire l'organizzazione dei giochi a paesi della Nuova Europa dell'Est. Un bel riconoscimento alla Polonia che per grandezza e popolazione è un po' la nazione centrale del nuovo blocco. E un incoraggiamento all'Ucraina, alle prese con una transizione politica molto complessa, che può guardare con entusiasmo a un appuntamento che la proietterà sul proscenio dell'attenzione europea.

Nei prossimi mesi questo blog (anche attraverso nuove corrispondenze su Ideazione) si dedicherà spesso al racconto delle vicende di Polonia e Ucraina, per offrire ai lettori uno spaccato originale della società di questi due paesi, così vivaci eppure così sconosciuti in Italia, al di là di qualche vecchio stereotipo.

Naufraghi, il Lost della seconda repubblica

Non è appassionante. Non suscita emozioni. Non scalda i cuori. Ma la politica italiana s’è rimessa in movimento [... continua su Ideazione].

martedì, aprile 17, 2007

Con Skoda la riscossa dell'Est

Ricordate le ironie sulle automobili made in East Europe? La tedesca Trabant è stata uno dei simboli dell'arretratezza industriale del mondo comunista, la rumena Dacia si faceva ridere appresso da mezza Europa (dell'Ovest), la russa Lada era apprezzata solo da pochi, bizzarri amatori del fuori strada spartano. E invece da qualche tempo da Est arrivano numeri da record. Proprio la rumena Dacia, con il supporto della francese Renault, si sta imponendo con il modello Logan (discreta qualità, confort di base ma prezzo competitivo). Quanto alla ceca Skoda, partecipata Volskwagen, produzioni e vendite vanno benissimo: è sempre stata una marca interessante anche nel periodo del regime ma oggi rappresenta un vero caso di successo. Dalla Süddeutsche Zeitung, i numeri dell'avanzata di Skoda sui mercati europei.

Terza Repubblica?

Casini si berlusconizza per succedere al Berlusca. Nel reportage di Domenico Naso da Ideazione.

Declino

Alitalia ai russi. Telecom ai messicani. Non mi spaventa la proprietà straniera delle aziende italiane. Ma è segno inequivocabile di un declino industriale. Che ha radici lontane. Ma la colpa del sistema Italia degli ultimi venti anni (con tutti i regimi e tutti i governi che si sono succeduti) è di non aver trovato la ricetta per porvi rimedio.

lunedì, aprile 16, 2007

A Valencia, a Valencia

Al via l'edizione "europea" della Coppa America (la trentaduesima in assoluto) nelle acque di Valencia. La Spagna celebra la sua modernità specchiandosi nella città ridisegnata dall'architetto Santiago Calatrava. Un reportage di Alessandro Oppes dalle meraviglie della nuova Valencia.

Aggiornamento: certo, se gli spagnoli trovassero il modo di inventare anche il vento, magari la competizione potrebbe partire.

sabato, aprile 14, 2007

Nefertite in Egitto? Auf keinen Fall!

Letteralmente: per nessuna ragione! Da oltre sessant'anni la Nefertite (meglio, il busto della famosa principessa egiziana) occhieggia dai musei della città di Berlino. Dopo un complesso trasloco, da poco è il pezzo pregiato dell'Altes Museum, uno dei palazzi della Museumsinsel dove si è trasferita la collezione egizia. Ora c'è chi ne auspica il ritorno in Egitto, seppure in prestito nell'ambito di progetti di scambi e di cooperazione culturale. La risposta è stata secca: auf keinen Fall, appunto. Anche perché la Museumsinsel è in fase di espansione e nel 2015 si presenterà così. E con il busto della Nefertite.

venerdì, aprile 13, 2007

L'Economist per Sarkozy

L'Economist si schiera nelle elezioni francesi e appoggia il candidato del centrodestra Nicolas Sarkozy. Che sia anche il preferito del titolare di questo blog conta poco. Contano di più i motivi per i quali il settimanale britannico scrive il suo endorsement a favore dell'uomo di "rottura". Il timore è che tutto questo tifo anglo-sassone possa inquietare l'elettorato francese: magari Sarkozy poi le riforme economiche le fa davvero.

Puma francesi

Sarà un segno del destino se la marca sportiva che veste i campioni del mondo è diventata francese. In ricordo della finale di Berlino.

Trenta gradi per Knut

Questa incredibile estate berlinese d'aprile porterà nel fine settimana il termometro a toccare i trenta gradi. Trenta. Penso sia un record. Sono tutti contenti. Ma come la prenderà Knut? Se lo chiede anche la FAZ preoccupata del bisogno di ombra che avrà l'orsetto bianco. E consiglia ai berlinesi di trovarsi un'altra mascotte, più adeguata al nuovo clima desertico della steppa prussiana. E' arrivato il tempo di Ernst.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ci siamo fatti un cicchetto.

Catastrofismo cosmico

Abbiamo qualche giorno da recuperare. Allora, ecco la riproposizione di un commento di Marcello Pera sul rischio di (udite udite) un nuovo clericalismo in Italia. Allora, non eravamo impazziti su questo blog a riflettere con occhi nuovi su questi temi, se anche un politico noto per la sua vicinanza al pensiero di Ratzinger come il senatore Pera solleva le stesse preoccupazioni circa la strumentalizzazione politica della religione. Qui si hanno idee ancora diverse da quelle di Pera, ma la sensibilità sembra in questo caso comune (non era stata così, ad esempio, sull'Europa). C'è chi s'è messo in testa di costruirsi una carriera politica agitando paure e timori, frantumando le distinzioni tra religione e politica, alzando steccati, sputando sentenze, solleticando estremismi. Una sorta di catastrofismo cosmico che alimenta proposte draconiane e litanie monocordi. Posizioni che non fanno bene alla chiesa e che, ribaltate in politica, non fanno bene ai liberali e neppure ai conservatori. E' un sollievo sapere che troveranno sempre meno sponde anche all'interno del centrodestra italiano.

Il ballo del qua qua

C'è poco da ridere. Fra pochi giorni qui si parlerà più o meno come lui. Solo che lui è un mito, io no.

giovedì, aprile 12, 2007

Sette

I sette re di Roma:
Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.

I sette colli di Roma:
Aventino, Palatino, Quirinale, Viminale, Celio, Esquilino, Campidoglio.

Le sette pere della Roma:
Carrick, Smith, Ronney, Cristiano Ronaldo, Cristiano Ronaldo, Carrick, Evra.

mercoledì, aprile 04, 2007

Le tentazioni della piazza di Kiev

Tra guerre parlamentari e costituzionali, confronto politico riportato nelle piazze, toni di ora in ora più accesi, interessi geopolitici che sempre aleggiano attorno a quel punto cruciale della mappa dell'Europa orientale che si chiama Ucraina, la situazione a Kiev scivola verso il caos. Ora in piazza ci sono i sostenitori del capo del governo Yanukovych, che contestano la decisione del capo dello Stato di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni. Sono dunque i partiti filo-russi a mostrare una capacità di mobilitazione militante e non è detto che coloro che diedero vita alle speranze della rivoluzione arancione abbiano voglia e capacità di mobilitarsi di nuovo dopo le delusioni degli ultimi anni.

Angela Merkel, per conto dell'Unione Europea, ha invitato le due parti a sedersi attorno ad un tavolo e riprendere la via del dialogo politico. Per il momento, sono parole inascoltate. E anche la Russia ha mosso le sue pedine, dichiarandosi pronta ad assicurare una mediazione tra le due parti. Seguite in diretta la situazione attraverso l'aggiornatissimo blog Kiev Ukraine News (che alterna notizie, analisi e opinioni), e il Kyiv Post. La BBC racconta la manifestazione dei supporter di Yanukovych mentre per un'analisi di lungo periodo sulla politica ucraina dopo la rivoluzione arancione (che spiega anche come e perché si è arrivati alle tensioni odierne, vi rimandiamo a Transition Online. In italiano, i commenti di Piero Sinatti sul Sole 24 Ore e Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera.

In Romania una piccola coalizione

Instabilità politica sulla faglia orientale dell'Europa. Come in Ucraina, anche in Romania ci sono state acque agitate fra il capo del governo Calin Popescu Tariceanu (partito nazionale liberale) e il capo dello Stato Traian Basescu (partito democratico), esponenti di differenti partiti di centrodestra. Ma a Bucarest, la soluzione, seppur pasticciata, è stata politica e non si è ricorsi alle piazze, come si rischia di nuovo a Kiev. E' uno dei vantaggi dell'Europa, che spinge il confronto sui binari della politica e li allontana dal populismo delle piazze: non è poco. La soluzione politica, tuttavia, resta fragile. I due partiti che assieme avevano dato vita a un turbolento governo di centrodestra si sono divisi e il premier Popescu Tariceanu ne ha varato uno nuovo che potremmo definire di "piccola coalizione". E' un esecutivo di minoranza, formato dal partito nazionale liberale e dall'Unione democratica dei magiari (la formazione politica della minoranza magiara) e sostenuto dall'appoggio esterno dei socialdemocratici. Il Sole 24 Ore ci racconta più in dettaglio la vicenda.

Troppo oltre

Davvero i miei amici che sposano in pieno l'offensiva dei vescovi e della Chiesa italiana sulla questione dei Dico non ritengono che ci si sia spinti troppo oltre? E davvero ritengono che tale offensiva faccia del bene alla società italiana? Io mi permetto di dubitarne, leggendo le dichiarazioni sopra le righe di Gianni Baget Bozzo e la sconsolata intervista di Alfredo Biondi.

martedì, aprile 03, 2007

Knut, Knopf im Ohr

E' la consacrazione per l'orsetto Knut: la casa di produzione di peluche più famosa al mondo, la tedesca Steiff, ha sfornato i pupazzi da collezione di Knut, quelli della serie Knopf im Ohr, con il classico bottone dell'azienda conficcato nell'orecchio. Roba da collezionisti. Impossibile farne a meno.

Francia, il treno che vola

La rete dei treni ad alta velocità avanza in Europa e in alcune nazioni il traffico ferroviario è già competitivo, per tempi di percorrenza e costi, con quello aereo. All'avanguardia nel settore, da sempre, i francesi. E' in costruzione la cosiddetta linea orientale, che collegherà Parigi a Strasburgo, e da lì proseguirà in direzione Est verso la Germania e i nuovi paesi europei. In prova anche il modello più recente di Tgv che ieri ha stabilito il record mondiale su rotaia, toccando i 574,8 chilometri all'ora. Ancora 6 chilometri sotto il record assoluto, detenuto dal treno a levitazione magnetica giapponese con 581 chilometri orari. L'Italia, in questo settore, è fortemente in ritardo, non solo rispetto a Francia e Germania ma anche alla Spagna.

Il cielo sopra Berlino

Eterna querelle sugli aeroporti berlinesi. Con la prevista costruzione del mega scalo internazionale (Berlin-Brandenburg International, BBI) a trenta chilometri dalla città in direzione sud-est, si parla con insistenza della chiusura di due aereoporti storici come Tempelhof (quello costruito da Hitler e immortalato dal ponte aereo americano) e Tegel (il funzionale aeroporto dell'ex Berlino Ovest). Resterebbe in funzione l'ex scalo di Berlino Est, Schönefeld, per i voli low cost. Nel caso di Tempelhof la diatriba dura da anni e sembrava ormai vicina alla soluzione. Nel frattempo però il celo sopra Berlino s'infittisce di aerei, è un vero e proprio boom. Nell'anno passato, complice forse anche il Mondiale di calcio, i passeggeri sono stati 11milioni 800mila a Tegel, 6milioni a Schönefeld e 650mila a Tempelhof. E, secondo le stime, quest'anno il record sarà superato di un altro mezzo milione di passeggeri. Da qui la proposta della CDU cittadina: piuttosto che chiuderli, teniamoli tutti aperti questi aeroporti, magari dotando Tegel di quel collegamento con la metro che lo renderebbe ancor più appetibile.

La notte di Kiev

Drammatico intervento televisivo questa sera a Kiev. Il presidente Yushchenko ha annunciato ai cittadini lo scioglimento del parlamento e il ricorso a nuove elezioni il 27 maggio. L'accusa è di agire in violazione della Costituzione. Ma il parlamento ha rigettato questa decisione, con il voto di 261 deputati su 450, affermando che l'atto del presidente è da considerarsi un golpe. La situazione nel paese resta incerta e aperta ad ogni possibile sviluppo.

E' ormai un anno (dal voto interlocutorio del marzo 2006) che in Ucraina la contrapposizione politica tra i due Viktor, il presidente Yushchenko e il primo ministro Yanukovych, viaggia sul filo del rasoio. Il primo è stato il leader della rivoluzione arancione che aveva infiammato le gelide notti di Kiev, prima di spegnere quegli entusiasmi nella corruzione, nel dilettantismo politico e nei contrasti interni alla coalizione rivoluzionaria. Il secondo è l'esponente della metà filo-russa del paese, spazzato via dopo i brogli elettorali e poi riemerso grazie all'insipienza dei suoi avversari e alla rete di potere burocratica mantenuta all'interno delle istituzioni ucraine. Entrambi simbolo di una generazione passata che non rispecchia né l'idealismo, né il pragmatismo della nuova gioventù ucraina, espressione di un paese dinamico divenuto ostaggio di interessi élitari, una volta tinti d'arancione, un'altra tinti di blu.

La contrapposizione tra i due campi politici va avanti. Sabato scorso due cortei si sono affrontati a Kiev. Uno a favore di Yushchenko che richiedeva le elezioni anticipate per superare questa sorta di coabitazione all'ucraina che paralizza il paese. L'altro a favore di Yanukovych e, ovviamnte, contro il voto anticipato. Per il momento la contrapposizione resta allarmante ma confinata a uno scontro politico e verbale. Gli analisti però sono allarmati e temono che la situazione possa sfuggire di mano e determinare nuovi scontri fra le due fazioni. Quel che è evidente è che la rivoluzione non ha generato una nuova stagione per l'Ucraina e che il ritorno al passato ha paralizzato il paese attraverso una coabitazione forzata e improduttiva. Qualche mese fa segnalavamo un reportage di Transition Online che raccontava come, nonostante la politica, la società ucraina fosse comunque andata avanti e avesse sperimentato forme di libertà che rendevano improbabile un ritorno al passato. E' la nostra speranza, ancora più forte in un momento in cui la classe politica sembra avvitarsi su se stessa, senza prospettive.

Notizie su Repubblica, BBC, Kyiv Post, Kiev Ucraine News Blog, FAZ, Le Monde, Gazeta Wyborcza (in polacco).

Aggiornamento: il capo del governo Yanukovych ha replicato in giornata. Ha accusato il presidente di aver commesso un "errore fatale". Nel frattempo i suoi supporters, forniti delle classiche bandiere blu, hanno preso possesso delle strade vicino al centro della capitale. Questa volta, devono aver pensato, scendiamo in piazza prima noi. Gli osservatori a Kiev ammettono il deterioramento della situazione: l'Europa, dal canto suo, preme diplomaticamente per un accordo tra le parti. Il blog Kiev Ucraine aggiorna in tempo reale con notizie e analisi sulla crisi in corso.

lunedì, aprile 02, 2007

Doppio passo d'autore

Se siete alla ricerca di qualcosa che vi faccia tornare la passione per il calcio dopo mesi di inchieste, veleni, penalizzazioni, scandali emersi e scandali insabbiati, calciatori gonfiati e starlette televisive, retrocessioni e scudetti a tavolino, acquisti milionari (miliardari prima dell’euro) e vivai abbandonati, allora non fatevi scappare il primo libro di Beppe Di Corrado, un giovane giornalista-scrittore che con questo pseudonimo nutre ogni settimana sul Foglio la nostra passione per il football e per la bella scrittura. Il meglio di questi racconti è stato preso, rivisto, aggiornato ed elaborato per farne un libro [... continua su Ideazione].

Beppe Di Corrado, Doppio passo. Storie allo specchio di nove coppie del pallone, Limina, 2006 pp. 180, € 14

domenica, aprile 01, 2007

Annaffiati dal rachi

"E' il paese dove non si muore mai. Fortificati da interminabili ore passate a tavola, annaffiati dal rachi, disinfettati dal peperoncino delle immancabili olive untuose, qui i corpi raggiungono una robustezza che sfida tutte le prove. La colonna vertebrale è di ferro. La puoi utilizzare come ti pare. Se capita un guasto, ci si può sempre arrangiare. Il cuore, quanto a lui, può ingrassare, necrosarsi, può subire un infarto, una trombosi e non so cos'altro, ma tiene maestosamente. Siamo in Albania, qui non si scherza.

Di polvere e fango è fatto questo paese; il sole brucia a tal punto che le foglie della vigna si arrugginiscono e la ragione comincia a liquefarsi. Da ciò nasce una specie di effetto secondario (temo irrimediabile): la megalomania, delirio che in questa flora germoglia come un'erba pazza. Da ciò anche l'assenza di paura - a meno che questa non sia dovuta alla forma del cranio storto e piatto, dimora regale dell'insofferenza, se non dell'incoscienza. La paura è una parola senza significato. Lo vedi subito nei loro occhi che sono creature immortali. La morte è un processo estraneo".

Ornela Vorpsi, Il paese dove non si muore mai, 2004

Tu, solo

Tu, solo con la storia alle spalle,
"futuro" è già dire troppo,
un paio di settimane in anticipo
(il vuoto non c'è),
in mezzo gli attimi
del far tutt'uno con te e gli altri,
la comica stranezza dei sogni degli emigranti
in un tempo del "tutto è lecito".

Du, allein mit der Geschichte im Rücken,
"Zukunft" ist schon zuviel gesagt,
ein paar Wochen im voraus
(es gibt keine Leere),
dazwischen die Augenblicke
von Einssein mit dir und den andern,
die seltsame Komik von Emigrantenträumen
in einer Zeit des "alles erlaubt".

Durs Grünbein, Tu, solo (Du, allein), 1988