Calcisticamente siamo i campioni del mondo, e infatti abbiamo vinto pochi mesi fa un bel mondiale. Politicamente non contiamo un cavolo e infatti alla ministra Melandri s'è irrigidito sul volto il sorriso, all'annuncio di Michel Platini di organizzare i campionati europei del 2012 in Polonia e Ucraina. Certo, abbiamo pagato lo scandalo del calcio e scambiamo l'ostilità degli uomini chiave della Uefa per antipatia personale. Ma dobbiamo prendercela soprattutto con le scelte tartufesche dei politici del calcio italiano che a livello internazionale non hanno fatto scelte chiare, hanno appoggiato cordate perdenti, hanno perso peso politico. In più, l'Italia era l'unico paese europeo ad aver organizzato questa competizione già due volte.
Detto questo, e aggiunto il dispiacere per una scelta che penalizza l'Italia, si può al contrario essere contenti per la decisione di aprire l'organizzazione dei giochi a paesi della Nuova Europa dell'Est. Un bel riconoscimento alla Polonia che per grandezza e popolazione è un po' la nazione centrale del nuovo blocco. E un incoraggiamento all'Ucraina, alle prese con una transizione politica molto complessa, che può guardare con entusiasmo a un appuntamento che la proietterà sul proscenio dell'attenzione europea.
Nei prossimi mesi questo blog (anche attraverso nuove corrispondenze su Ideazione) si dedicherà spesso al racconto delle vicende di Polonia e Ucraina, per offrire ai lettori uno spaccato originale della società di questi due paesi, così vivaci eppure così sconosciuti in Italia, al di là di qualche vecchio stereotipo.