martedì, novembre 30, 2004

Romania - L'opposizione denuncia brogli

L'opposizione di centrodestra denuncia brogli elettorali [Ansa-Balcani, Repubblica]. Ma l'Ufficio elettorale centrale (Bec) della Romania annuncia di aver respinto la richiesta di annullamento del voto parlamentare e presidenziale di domenica avanzata dall'alleanza di opposizione "Giustizia e Verità" e dal partito di estrema destra "Romania Mare". "La richiesta è stata respinta con 21 voti contro 5", ha riferito un portavoce del Bec. Il quotidiano rumeno in lingua inglese Nine o' clock, fornisce i dati aggiornati dello scrutinio (66% dei seggi, abbiamo trovato un paese peggiore del nostro): Nastase ha ora 6 punti di vantaggio: 40-34.

Ucraina - Caos in Parlamento

Ukraine's parliament has adjourned a session on the disputed presidential poll, failing to pass a no-confidence motion in PM Viktor Yanukovych. Only 196 of the 410 MPs present backed the move. The speaker of parliament said the session was getting too confrontational and would be resumed on Wednesday.

There were dramatic scenes as several protesters backing opposition leader Viktor Yushchenko - who says the poll was rigged - entered the parliament. They broke through police cordons and into the parliament's lobby, shortly after lawmakers provisionally adopted a measure to annul Saturday's non-binding decision to declare the 21 November presidential run-off invalid. The protesters were later pushed back. Trying to calm the situation, parliamentary speaker Volodymyr Lytvyn pledged that MPs would not repeal its previous decision.

Mr Yushchenko also urged protesters not to try to seize the parliament, described by some opposition leaders as the last "bastion of democracy". The opposition's no-confidence motion called for a dismissal of the government to prevent anti-constitutional actions and separatism threatening the country's integrity. A vote of no-confidence in the government would have no legal effect, but correspondents say it would be a big symbolic victory for Mr Yushchenko, a pro-Western liberal. Meanwhile, the Supreme Court continues to hear opposition allegations of vote-rigging [BBC].

Ucraina - Si torna sulle barricate

L'opposizione ucraina capeggiata da Viktor Yushenko ha deciso di interrompere i negoziati con la parte avversa, di rilanciare a Kiev l'assedio ai palazzi del potere e di chiedere che il Parlamento venga convocato stasera in sessione straordinaria. A riferirlo è l'agenzia di stampa russa Interfax. Ogni tentativo di mediazione sembra dunque fallito, almeno per ora. L'opposizione torna sulle barricate. La tensione è alta, tanto che la Banca centrale ha bloccato il ritiro anticipato di depositi in valuta straniera da parte dei clienti per fronteggiare la crisi finanziaria [Repubblica].

Ucraina - Diretta della giornata

News e video in diretta dalla Maidan. I manifestanti sono sempre per le vie e per le piazze, nonostante il gelo e la neve.

Ucraina - Visto da Parigi

Interessanti analisi geopolitiche sulla stampa francese prendono spunto dalla crisi ucraina per affrontare la questione russa. Su Le Monde, Daniel Vernet descrive le sue visioni strategiche che ispirano lo scontro in atto fra Unione Europea e Russia e giudica decisivo, anche per le sorti della democrazia a Mosca, l'esito del confronto a Kiev. Su Le Figaro, cronologia accurata delle vicende storiche ucraine e della continua tensione tra Est e Ovest che il paese ha vissuto nel corso dei secoli. Sullo stesso quotidiano, intervista al generale d'armata Evgueni Kirillovitch Martchouk, ex ministro della Difesa che, prima del voto, aveva dichiarato che i militari sarebbero rimasti neutrali durante il ballottaggio. Il generale spiega perché la Russia non rinuncreà mai alla sua influenza sull'Ucraina. Il settimanale Courrier International offre ai lettori una guida per seguire l'evoluzione della crisi anche sul web (molti siti sono già stati segnalati nei post di questo blog) e racconta come l'Europa - e soprattutto la Polonia - si sta confrontando con la nuova crisi ad Est.

lunedì, novembre 29, 2004

Ucraina - Si vis pacem para votum

Ukraine's outgoing President Leonid Kuchma has suggested staging a new poll to end the crisis over the disputed presidential election. "If we really want to preserve peace... let us have new elections," he said [BBC].

Ucraina - Ribellione in diretta Tv

Ribellione, in diretta televisiva, dell'interprete che traduce nel linguaggio del sordomuti le notizie del telegiornale. Durante un notiziario in onda sul canale ucraino UT-1, che presentava il premier filo-russo Viktor Yanukovich come il presidente legittimamente eletto, Natalya Dmitriuk - che compariva sul video in un riquadro in basso a destra - ha smesso di riportare a gesti le parole della giornalista-conduttrice, Tatyana Fravchenko, e ha "detto" al pubblico di non credere alla propaganda ufficiale. "Mi rivolgo a tutti i cittadini sordi dell'Ucraina - ha comunicato la Dmitriuk al suo pubblico - il nostro presidente è Yushenko, non credete a quello che dicono, mentono". Quarantasette anni, figlia di genitori sordi, da tre anni interprete nella tv controllata dallo Stato, Natalya alla fine del telegiornale ha lanciato un secondo messaggio personale, dopo aver fedelmente tradotto le parole pro-Yanukovich della conduttrice: "Sono addolorata perché costretta a ripetere queste menzogne, non lo farò più, e non so se ci rivedremo ancora" [Repubblica].
Natalya Dmitriuk ha concesso questa intervista al quotidiano The Moscow Times.

Ucraina - Preparano la trappola?

Il premier filorusso Viktor Yanukovic ha aperto all'ipotesi di ripetizione delle elezioni presidenziali nelle due province orientali in cui l'opposizione ha denunciato brogli diffusi. "Se viene presa una decisione per ripetere il voto a Donetsk e Lugansk, inviterò gli abitanti di quelle province ad andare a votare", ha spiegato Yanukovic nel corso di un incontro con il presidente Leonid Kuchma. "Oggi non vi è alcuna base giuridica per dichiarare nullo il risultato delle elezioni" [Interfax-Ucraina].

I brogli denunciati dall'opposizione non sono però confinati nelle sole regioni orientali. Una ripetizione del voto in queste sole zone, mobilitate a favore del leader filo-russo, rischia dunque di configurarsi come un maldestro tentativo di risolvere la crisi con un colpo di mano. C'è il sospetto che l'apparato, in Ucraina, abbia deciso di giocare con mano pesante.

Romania - Sorprendente Basescu

Per conoscere il prossimo presidente della Repubblica rumeno bisognerà attendere il ballottaggio del prossimo 12 dicembre. In vantaggio il premier uscente Adrian Nastase che, secondo dati parziali, avrebbe raggiunto il 38 per cento. Ma il candidato dell'opposizione di centrodestra, Traian Basescu, lo tallona con un sorprendente 36 per cento. Leggero vantaggio per i socialdemocratici, 34-33 (1 solo punto percentuale) anche nelle elezioni parlamentari, ma lo spoglio è ancora in corso. Qui il recupero del centrodestra è ancora più sorprendente e non mancano denunce di brogli, che andranno comunque verificate. Gli exit poll di ieri sera davano ai governativi un vantaggio di 6 punti. L'aumento dei voti per il centrodestra è un risultato incoraggiante per una compagine politica che solo all'ultimo è riuscita a compattarsi dopo anni di frantumazione e inconsistenza. In Romania, i socialdemocratici, eredi diretti del gruppo di potere comunista che organizzò il putsch contro Ceausescu, mantengono un forte controllo sull'apparato burocratico dello Stato.

AP: Mystery surrounds Yushchenko ailment

VIENNA, Austria (AP) -- What ails Viktor Yushchenko? As Ukraine's popular pro-Western opposition leader claimed victory Tuesday in hotly contested presidential elections, the mystery surrounding an appearance-altering illness that twice prompted him to check into a Vienna hospital persisted. Yushchenko accused the Ukrainian authorities of poisoning him. His detractors suggested he'd eaten some bad sushi.

Adding to the intrigue, the Austrian doctors who treated him have asked foreign experts to help determine if his symptoms may have been caused by toxins found in biological weapons. Medical experts said they may never know for sure what befell Yushchenko. But the illness, whatever it was, has dramatically changed his appearance since he first sought treatment at Vienna's private Rudolfinerhaus clinic on September 10. Known for his ruggedly handsome, almost movie star looks, Yushchenko's complexion is now pockmarked. His face is haggard, swollen and partially paralyzed. One eye often tears up.

Doctors at Rudolfinerhaus declined to comment Tuesday. By the time Yushchenko checked out of the clinic last month after returning for follow-up treatment, physicians said they could neither prove nor rule out that he had been poisoned. Dr. Nikolai Korpan, who oversaw Yushchenko's treatment in Vienna, said the cause of his illness remained "totally open''. Doctors were unable to confirm suspicions of poisoning because Yushchenko first checked into the clinic four days after the symptoms appeared - too late for tests to show if poisoning had occurred, Korpan said. At Rudolfinerhaus, Yushchenko underwent a week of intensive treatment for several illnesses, including acute pancreatitis, a viral skin disease and nerve paralysis on the left side of his face, Korpan said.

Clinic director Michael Zimpfer said doctors were unable to explain some of Yushchenko's symptoms, particularly his strong backaches. He said they could not rule out stress or a viral infection. Yushchenko's doctors in Kiev, the Ukrainian capital, said they had determined that "chemicals not of a food origin'' had triggered the illness. Zimpfer and the clinic's chief physician, Dr. Lothar Wicke - who requested police protection after receiving an anonymous threat while treating Yushchenko - later asked for outside help from "a specialist in military operations and biological weapons,'' the Austria Press Agency reported.

Yushchenko's medical files since have been sealed and turned over to Austrian prosecutors, local media reported. Authorities have not said whether they planned to investigate further or merely turn over their findings to Ukraine. Earlier this month, Volodymyr Syvkovych, the head of a 15-member Ukrainian parliamentary commission that investigated the mysterious illness, said a forensic medical examination found no traces of "any biological weapons'' in Yushchenko's blood, nails, hair or urine.

Ucraina - Le notizie della mattinata

Il ricatto della secessione.
Viktor Yushchenko’s National Salvation Front is demanding that criminal charges be immediately brought against the heads of the regional governments who are calling for eastern Ukrainian separatism [Interfax-Ucraine]. Inoltre l'opposizione chiede che il presidente della Repubblica, Leonid Kuchma, destituisca il primo ministro Viktor Yanukovich, il candidato filo-russo beneficiario dei brogli elettorali, che sta sobillando i dirigenti delle regioni orientali nella minaccia di secedere se i risultati (e i brogli) non verranno convalidati [Wclass]. Le zone russificate dell'est del paese - dove serpeggiano tentazioni secessioniste - discutono su come far fronte alla prospettiva che alla fine la vittoria vada al candidato filo-occidentale Viktor Yushenko. Il presidente uscente Leonid Kuchma ha detto che qualsiasi divisione del paese è "inaccettabile" [Repubblica].

In attesa del responso della Corte Suprema.
Occhi puntati in Ucraina sulla Corte Suprema, chiamata oggi all'esame della dirompente disputa sulla regolarità delle elezioni presidenziali [Repubblica]. Ukraine's Supreme Court is considering claims of massive fraud in the presidential elections, amid calls to prevent the country breaking up [BBC].

Gli "orange" di nuovo in piazza: settimo giorno di proteste.
Frattanto sul palazzo della Corte stanno marciando in massa i sostenitori di Yushenko, tornati a radunarsi nel centro di Kiev dopo una notte di relativa pausa delle proteste, che proseguono ininterrottamente ormai da una settimana. Era stato lo stesso esponente liberale a incitare i propri seguaci a una nuova mobilitazione, per far meglio sentire ai giudici costituzionali tutto il peso del malcontento popolare per l'andamento della discussa consultazione.

Prove tecniche di repressione?
Il primo ministro Viktor Yanukovich ha detto oggi a Severodonetsk, nell'Ucraina orientale, che il paese è sull'orlo della catastrofe e ha esortato i suoi sostenitori a evitare un bagno di sangue. "Come primo ministro, vi dico oggi che siamo sull'orlo del precipizio. Manca poco a precipitarvi. Una volta che sarà versata la prima goccia di sangue diventerà impossibile fermarsi", ha aggiunto Yanukovich, il vincitore contestato delle controverse elezioni presidenziali [...] Si è riunito stamattina il Consiglio per la sicurezza nazionale per discutere della crisi elettorale. Presente al Consiglio il presidente Kuchma, mentre manca il premier Yanukovic, partito per l'est del paese per un congresso della minoranza russofona, che lo sostiene fortemente nel braccio di ferro con Yushchenko [Corriere della Sera].

Il futuro è arancio?

Mentre l'Europa ufficiale si limita a inviare appelli alla salvaguardia dell'unità dell'Ucraina, l'Europa dei popoli si mobilita nelle piazze per sostenere la voglia di libertà dei manifestanti di Kiev. Chiedono più democrazia, chiedono di tornare al voto sotto il controllo di osservatori neutrali. Chiedono all'Occidente di non abbassare la guardia. Di non dimenticarli. Reportage sul Kyiv Post per una visione d'insieme, sulla BBC per le manifestazioni a Londra, sulla Gazeta Wyborcza per quelle a Varsavia. "Il futuro è arancio?", si chiede la rivista centro-europea Tol, in un'analisi della situazione post elettorale.

Romania a tutto web

Nonostante sia stata tra i candidati più autorevoli all’ingresso nell’Unione Europea (oltre che nelle strutture militari della Nato), la Romania non è riuscita a far parte del primo gruppo dell’allargamento ai paesi dell’Europa dell’Est: questo perché il processo di transizione dall’economia pianificata e dall’autoritarismo all’economia di mercato e alla democrazia non è ancora compiuto. Il nuovo obiettivo è di farcela nel 2007, assieme alla Bulgaria e, forse, alla Croazia.

Nonostante le difficoltà, pubblicazioni elettroniche, siti web istituzionali e centri di ricerca attivi su Internet testimoniano di come la prospettiva europea resti l'orizzonte inevitabile della traiettoria politica della Romania.

Informazione. Il più completo quotidiano rumeno (in inglese) pubblicato integralmente online è Nine O’Clock, che in una cornice grafica molto gradevole presenta notizie, analisi e commenti sull’attualità politica ed economica, dedicando ampio spazio alle problematiche della transizione e dell’integrazione all’Europa unita. Tra le pubblicazioni elettroniche esclusivamente economiche, invece, Invest Romania spicca per la ricchezza delle informazioni, per l’abilità nel combinare analisi di scenario con approfondimenti tecnici (anche legislativi), per alcuni elementi di interattività (il forum) e per i servizi (database con le più importanti imprese – anche straniere – attive in Romania). Molto simile nell’impostazione e di pari livello per qualità informativa è poi il settimanale Bucarest Business Week, che però necessita di una sottoscrizione a pagamento per essere consultato nella sua interezza.

Per chi è maggiormente interessato alla dimensione internazionale della Romania, soprattutto al futuro ingresso nell’Unione Europea e nella Nato, un altro sito piuttosto utile è il Weekday Magazine sulla Romania di Radio Free Europe/Radio Liberty, con un’impostazione spesso critica sul processo di transizione e sugli incentivi offerti dagli Stati occidentali. Chi conosce la lingua rumena, saprà inoltre apprezzare gli straordinari risultati del sito Ziare: un repertorio che cataloga in ordine alfabetico tutte le pubblicazioni rumene e sulla Romania disponibili in versione elettronica. In italiano, esistono solo le trasmissioni di Radio Romania International: 90 minuti quotidiani, in diretta sul web, di politica, cultura, economia, viaggi e rapporti italo-rumeni.

Istituzioni. L’importanza cruciale dell’ingresso nelle istituzioni – politiche, economiche e militari – europee per la politica estera rumena si coglie immediatamente dalle home page dei siti governativi. Il ministero per l’Integrazione europea, ovviamente, è integralmente dedicato al progressivo avvicinamento della Romania verso Bruxelles, con pagine che consentono di seguire passo passo le varie fasi dei negoziati – a livello diplomatico, normativo ed economico. Ma anche il sito web del ministero degli Esteri riserva uno spazio decisamente predominante – con documenti ufficiali, materiale di background e links – al futuro della Romania nella Nato e nell’UE (una sezione speciale è per il Patto di stabilità dei Balcani); mentre il sito del Primo ministro mette in evidenza le attività ufficiali di Adrian Nastase tese a sostenere la candidatura rumena nel processo d’integrazione europea.

Per quanto riguarda il settore economico, il sito di maggior interesse è quello della Banca nazionale di Romania, che oltre a presentare le attività istituzionali della banca serve a pubblicare online notizie operative e comunicati stampa, dati statistici e finanziari, rapporti annuali e bollettini mensili sull’andamento macroeconomico dell’economia rumena. Meno curato il sito del ministero delle Finanze, che comunque offre online – oltre a notizie storiche e informazioni istituzionali – un sistematico e sempre aggiornato rapporto sui titoli di stato, oltre a bollettino mensile che traccia l’andamento del debito pubblico.

E' invece più fitto di dati il sito dell’Istituto nazionale di statistica, che rende disponibili in formato elettronico alcune delle sue pubblicazioni elettroniche, tra cui il completissimo annuario statistico e aggiornamenti periodici anche di rilevanza economica. Inoltre, il sito Major Companies of Romania pubblica numerosi studi e analisi sull’economia rumena, realizzati da prestigiosi centri studi e e operatori economici; il sito è però soprattutto importante per un enorme repertorio, di facile consultazione, che indica i dati più rilevanti delle imprese rumene e straniere attive negli scambi economici internazionali.

Ricerca. Le relazioni presentate ad una conferenza organizzata nel 1999 dalla World Bank – Romania 2000 - 10 years of transition. Past, Present and Future - sono un validissimo strumento per chi intende studiare la Romania nella sua fase di transizione post-comunista. La mailing list Romania Economics & Finance può essere utilizzata, inoltre, per reperire materiale selezionato da pubblicazioni rumene e soprattutto internazionale e per partecipare al dibattito (sporadico, a dir la verità) con numerosi ricercatori sull’attualità economica e politica (i messaggi sono in media 200 al mese). Nel complesso, tuttavia, la ricerca e gli studi sulla Romania sono ben poco presenti su Internet, a parte questi pochi esempi di carattere economico.

Il sito della Society for Romanian Studies, infatti, ha come funzione prevalente quella di presentare la struttura e le attività del centro, mentre l’unica pubblicazione elettronica esistente è la newsletter del centro (con annunci e resoconti di seminari e conferenze). Il sito dell’Academia romana è addirittura solo una vetrina che ricostruisce la gloriosa storia dell’Academia, fondata nel 1867, e dà informazioni su eventi e attività; è invece apprezzabile la pubblicazione degli indirizzi di posta elettronica di un buon numero di studiosi che ricoprono cariche direttive. Infine, potrebbe risultare utile consultare il sito del Center for Romanian Studies, che online presenta tutti i libri (soprattutto storia e scienze sociali, tutti sulla Romania) pubblicati dalla propria casa editrice.

domenica, novembre 28, 2004

Ucraina - L'est verso la secessione

Un referendum per ottenere maggiore autonomia e staccarsi da Kiev creando il primo nucleo di uno stato federale. Le regioni ucraine culturalmente più vicine alla Russia, le stesse che alle recenti presidenziali hanno votato compatte per il candidato filomoscovita Yanukovich, hanno deciso di andare per la loro strada. La più risoluta di tutte è l'assemblea regionale del Donetsk che ha stabilito di chiamare i cittadini alle urne già il prossimo 5 dicembre [Repubblica, more].

A congress of local governments meeting in Severodonetsk, in Luhansk oblast, has decided to create an interregional committee for local self-governance, Ukrainian News reports. The decision was supported by 3,576 people, members of the local councils who came from Dnipropetrovsk, Donetsk, Zhitomir, Zakarpattya, Kyiv, Luhansk, Nikolaev, Odessa, Poltava and Kharkiv oblasts, plus Crimea. They also decided to form an executive committee for the union in Kharkiv, to which will be sent two representatives from the above-named oblasts. The union will coordinate self-government efforts and work out policy for the stable development of the territories in question. Delegates also decided to recognize the Nov. 21 presidential run-off election as legitimate. Prime Minster Viktor Yanukovych and Moscow mayor Yury Luzhkov arrived in Luhansk oblast on the morning of Nov. 28 to take part in the congress [Kyiv Post].

Romania - Bassa affluenza alle urne

Votazioni in corso in Romania. L'affluenza alle urne non pare particolarmente elevata. Cronaca della giornata da Radio Free Europe.

sabato, novembre 27, 2004

Romania al voto - Continuità o cambiamento?

Qui di seguito l'editoriale di Mircea Datu, direttore del giornale rumeno in lingua inglese "Nine o' clock":

At the end of a rather dull electoral campaign, Sunday, November 28 the nearly 18 million Romanian eligible voters are called to cast their voting option: for continuity (keeping the ruling party in power) or for change (bringing D.A. PNL-PD Alliance to power). The two major political offers on hand sought to win voters over to their side not so much through the actual content of their bid but mainly through populist promises (from PSD + PUR Union) or attacks and corruption and poverty charges on behalf of the democrat-liberal alliance.

The 12 Presidential runners focused especially on local stumps, the few radio and television debates avoiding direct confrontations (between Adrian Nastase and Traian Basescu especially) and offering plenty of platitudes instead. Granted Adrian Nastase and Traian Basescu opted for a cautious approach to touchy issues (pension rises to EUR 100 in 2007, in favor or against the flat-rate tax), the other candidates rushed to make some phantasmagorical proposals (uprooting corruption in 48 hours - C.V. Tudor) pension hikes of up to ROL 20 M/month (A. Radulescu) a.s.o. Personal attacks have been reined in, until C.V. Tudor burst out in his paper - “Romania Mare” this week, making trademark-style claims which, if proved true, could change elections results on the home straight.

Until then however, opinion polls (kept hush so far) re-emerged on the market, showing a 6 per cent gap between the PSD + PUR Union and D.A. Alliance, and an even greater one (10 per cent) between presidential runners Adrian Nastase and Traian Basescu. Poll predictions aside, a few things are certain. As to the parliamentary contest, the vote will be a negative one preeminently. It is not the results obtained by the ruling Government or the content of future programmes that will be taken into count when the rubber stamp is applied on the ballot, but fear or the wish for change especially. Those who want PSD to stay on do it not so much because they believe the all-sort of promises made by the Nastase cabinet over the past few weeks, but mainly from the fear that back in power, Democrats and Liberals will do the same kind of things they did between 1996 and 2000. Thinking that Traian Basescu, Calin Popescu-Tariceanu, Radu Berceanu - all of them ministers four years ago, are still at the Alliance forefront, they would rather stick with the lesser of two evils.

The conservative segment of the electorate (old people living in rural areas) opt for the ruling governance as they got used to it and expect to get something from it, little as it is. But the “shock” therapies of the Romanian Democratic Convention (CDR), the frequent changes in government and the scandals four years ago fuel their mistrust and they won’t experience them again. Then, corruption charges coming from one camp are also met by replies from the other camp. Few are the senior leaders of the two camps who don’t have their name linked to highly exposed corruption affairs. It is the young people especially, and the intellectuals, always at odds with the power, (irrespective of political hue) who show a drive for experiments as varied as possible and ready to assume the risks.

“The third place” will most likely go to the C.V Tudor-led party, which is losing steam, with a shabby message least likely to repeat the performance of 2000. Finally, Hungarian Democratic Union in Romania (UDMR), also waits anxiously for the Sunday ballot, the conflicts with the Tokes wing raising questions over the 5 per cent of votes required for the Union to make it to parliament.Speaking of the presidential candidates, a runoff ballot pitting Adrian Nastase against Traian Basescu seems most likely. Granted that polls show the distance between the two being more substantial than that between the two parties they represent could be explained especially by relating the personality features of the two opponents to the specifics of the position they aspire for.Surprises however could come on behalf of the 30 per cent swing voters and/or absentees. Only extraordinary events in the remaining days - more or less possible - might galvanize a resigned portion of that electoral segment and tip the scales on one side or another.

Until then however, much more likely seems an outcome that will enable a legal relationship between the two alliances, to the extent of an alliance being the solution for the forming of the next government. The rather unusual attack launched by C.V. Tudor in the latest issue of the “Romania mare” magazine rules out for good a post-electoral alliance between PSD+PUR and Greater Romania Party (PRM). Given the circumstances, “a Government of national unity” becomes increasingly likely, a welcome option in view of Romania’s accession to the EU in 2007. What its membership would be like is yet to be seen. Would PD accept, along with PNL, this hypothetical partnership with PSD+PUR or the PNL alone would join the Union in that governing alternative? Therefore, November 28 might come down to a compromise: continuity or discontinuity.

Election day - Romania

Intanto fra poche ore si aprono i seggi in Romania (che peraltro confina con l'Ucraina) per una delle votazioni più importanti della recente storia democratica del paese: si rinnovano parlamento e presidenza della Repubblica. Si conclude l'era Iliescu, l'uomo che ha guidato la Romania nell'era del post-comunismo. Da Ansa Balcani, l'atmosfera degli ultimi giorni di campagna elettorale. Da Southeast European Times l'ultimo sondaggio che assegna un margine di vantaggio del 6% alla coalizione socialdemocratica del premier Adrian Nastase.

Le due Ucraine

Mentre a Kiev i supporter di Yushchenko inneggiano all'annullamento del voto contestato e sventolano i loro vessilli arancioni, nelle marche orientali del paese si manifesta per i motivi opposti. Quasi due milioni e mezzo di persone, più della metà della popolazione di Donetsk, sono scesi in piazza nella regione per condannare il "terrorismo politico" dei sostenitori di Viktor Yushchenko. Nella città natale di Viktor Yanukovich, 700 chilometri a est di Kiev, più di 200.000 manifestanti hanno espresso il loro appoggio allo svolgimento di un referendum, per sottrarsi al controllo del potere centrale. Sarà una lunga e drammatica marcia quella verso la ripetizione del ballottaggio.

Ucraina - Alla ricerca di una data

Ukraine's parliament on Nov. 27 declared invalid the disputed presidential election that led to a week of growing street protests. The legislators' move was not legally binding, but was a clear demonstration of rising dissatisfaction. The parliament also passed a vote of no-confidence in the Central Elections Commission, which like the other vote is not legally binding. The elections commission has said Prime Minister Viktor Yanukovych won the Nov. 21 presidential election, but opponent Viktor Yushchenko's supporters have streamed into the streets, claiming he was cheated out of victory, a charge supported by Western government. Negotiators from both candidates' camps were expected to meet for talks in a format worked out in consultation with European envoys on Nov. 27 [Kyiv Post]. In un primo momento si era ipotizzato il 12 dicembre come data per la ripetizione. Ma si discute ancora perché si ipotizza un ulteriore slittamento per premettere la modifica della legge elettorale.

ULTIM'ORA - Si ripete il ballottaggio

L'agenzia russa Itar-tass ha detto da Kiev che Viktor Yanukovic e Viktor Yushenko hanno trovato un accordo per andare a un nuovo ballottaggio [Repubblica].

Ucraina - Quattro passi nella crisi

Quattro passi nella storia più recente, raccontata dalla BBC in questa pagina speciale che spiega come si è giunti alla crisi geopolitica che spacca in due l'Ucraina.

Quattro passi nella geografia con le mappe dell'Atlas del New York Times o dell'Europe Atlas (ancora più grande e dettagliata).

Quattro passi nella società e nelle istituzioni ucraine, descritti dalla rubrica Country Profile della BBC e Country Briefing dell'Economist.

Quattro passi nel paese, per chi avesse voglia di mettersi in viaggio. Dalle microguide della Lonely Planet (in italiano).

Kiev - Seduta straordinaria del Parlamento

Si è aperta la seduta straordinaria del Parlamento sulla crisi politica scoppiata con le contestazioni al voto presidenziale. Sebbene la Rada non abbia il potere né di convalidare neé di annullare il voto, il presidente del Camera dei deputati Litvin ha proposto che il controverso ballottaggio presidenziale tra Yushenko e Yanukovic venga dichiarato invalido [Ansa]. Ukraine's parliament has begun holding an emergency session to discuss the political turmoil caused by the disputed presidential election [BBC].

E se fosse, semplicemente, voglia di libertà?

Lotta geopolitica, Occidente contro Russia, Ovest contro Est, Bruxelles contro Mosca, sfere d'influenza, zone d'interesse, guerra di potere, truppe speciali e carri armati, barricate e bandiere arancio. E se fosse, semplicemente, voglia di libertà? Do you remember 1989?
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"Tutto cominciò la notte del 9 novembre di quindici anni fa. Era il 1989, un anno che sarebbe entrato nella storia. Nel buio di Berlino, allora divisa tra Est e Ovest come l’intera Europa, migliaia di persone premevano sui punti di passaggio tra i due settori della città in attesa che le guardie di frontiera della Repubblica democratica tedesca alzassero le sbarre. Dopo quasi quarant’anni Berlino si apprestava a ritornare una capitale unita. Pochi minuti prima, nel corso di una confusa conferenza stampa, Günter Schabowsky, portavoce della Sed, il partito comunista al potere in Germania Est, si era lasciato sfuggire una notizia che sarebbe dovuta rimanere riservata: lo Stato comunista, pressato da settimane di imponenti manifestazioni di piazza, apriva le proprie frontiere. “Anche quelle di Berlino?”, chiese un incredulo giornalista italiano. “Anche quelle – replicò Schabowsky, neppure troppo convinto – da subito”. Tempo qualche minuto e il tam-tam di una città in fibrillazione scaraventò migliaia di persone ai posti di frontiera. Era troppo tardi per rimediare. I “vopos” alzarono le sbarre. La gente tracimò dall’altro lato, baci, abbracci, lacrime e champagne. Il vaso di Pandora era stato scoperchiato. Niente sarebbe più stato come prima [...]".
Pierluigi Mennitti, 1989-2004: quindici anni che hanno sconvolto l’Europa, 2004

venerdì, novembre 26, 2004

Ucraina - [26 nov 2004] news in tempo reale

QUINTO GIORNO DI PROTESTE [Independence Square]

(27 nov 2004 - ore 0.30) Assai meno ottimista il resoconto del Kyiv Post: "Key players in Ukraine's political crisis failed to resolve the tensions in nearly three hours of talks Nov. 26, but President Leonid Kuchma said progress was made. He did not give details of what was discussed, but a source close to the talks said the prospect of conducting a rerun of the allegedly fraudulent Nov. 21 election was one of the key issues on the table".

(ore 23.47) Knickt die alte Staatsmacht ein oder wird es doch zu einer Eskalation kommen? Die Lage in der ukrainischen Hauptstdt bleibt angespannt. In Kiew gehen seit Sonntag die Anhänger von Oppositionsführer Viktor Juschtschenko auf die Straße. Sie protestieren gegen den vermeintlichen Wahlsieg des russlandfreundlichen Präsidentschaftskandidaten Viktor Janukowitsch. Für die Demonstranten steht fest: die Wahl ist gefälscht, das Ergebnis wollen sie nicht akzeptieren. Mit einem ersten Erfolg, denn inzwischen hat das oberste ukrainische Gericht angekündigt, die Wahl zu überprüfen. Die internationale Gemeinschaft vermittelt nun im ukrainischen Machtkampf [Deutsche Welle].

(ore 23.38) Raggiunto l'accordo per il tavolo di mediazione, i due candidati alla presidenza tornano a dividersi un minuto dopo. Il leader dell'opposizione liberale Viktor Yushenko ha arringato in tarda serata la folla (radunata in piazza nonostante la temperatura abbondantemente sottozero) chiedendo nuove elezioni: "La fondamentale condizione preliminare per negoziare - ha detto - è la convocazione di una nuova elezione del presidente dell'Ucraina". Il candidato filo-russo Viktor Yanukovic ha invece ribadito ai giornalisti di essere disposto a discutere di tutto tranne che di nuove elezioni. Di nuovo punto e a capo?

(ore 22.05) Intervenendo in diretta sulla CNN, Javier Solana, alto rappresentante per la sicurezza Ue, ha specificato i termini dell'accordo raggiunto dai due contendenti alla presidenza ucraina, evidenziando come "il tavolo di mediazione comune permette di allentare la tensione palpabile in città".

(ore 22.01) The two candidates in Ukraine's disputed presidential election and mediators have announced a working group for further talks, but reached no other agreement on resolving the crisis gripping the country [CNN]. Outgoing Ukrainian President Leonid Kuchma says the two rivals in the country's election crisis have begun a dialogue and reject any use of force. He also said a joint working group had been set up. The meeting - in the capital, Kiev - is taking place in the presence of European and Russian mediators [BBC].

(ore 19.00) E' cominciata a Kiev l'annunciata tavola rotonda tra i due candidati ucraini alla presidenza e i mediatori internazionali. I colloqui si svolgono nella Sala Verde del palazzo Mariinski, utilizzato dal capo dello Stato per le cerimonie ufficiali. Oltre ai due rivali per la poltrona di presidente, Viktor Yanukovic e Viktor Yushenko, partecipano ai colloqui il capo dello Stato uscente Leonid Kuchma, l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana, i presidenti di Polonia e Lituania, il segretario generale dell'Osce, lo speaker del parlamento ucraino Vladimir Litvin e quello della Duma (la camera bassa del parlamento russo) Boris Gryzlov [Repubblica]. Multilateral talks to settle the situation in Ukraine after the presidential elections are underway in Kyiv tonight between Ukrainian leaders, representatives of the European Union, Russia, presidential candidates Viktor Yuschenko and Viktor Yanukovych.
An Interfax-Ukraine correspondent reported that present at the talks in the Green Hall of Mariinsky Palace are President Kuchma, Prime Minister Viktor Yanukovych, Our Ukraine coalition leader Viktor Yuschenko, Verkhovna Rada Chairman Volodymyr Lytvyn, Secretary General of the Organization for Security and Cooperation in Europe Janus Kubis, EU high commissioner for common foreign and security policy Javier Solana, Polish President Aleksandr Kwasniewski, Lithuanian President Valdas Adamkus and Russian State Duma Chairman Boris Gryzlov [Interfax-Ucraine].

(ore 18.17) OSCE Secretary General Jan Kubis has said that one of the ways to settle the crisis in Ukraine could be political reform [Interfax-Ucraine]

(ore 18.10) La Germania chiede il "recount" dei voti sotto la supervisione dell'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Lo ha dichiarato un portavoce del ministro degli Esteri Joschka Fischer.

(ore 18.00) Nuovo scambio di accuse tra Russia e Unione Europea. Mosca denuncia, per bocca del suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov, la "preoccupazione per i tentativi di alcuni Stati di portare l'Ucraina fuori dal quadro legale". Secondo Lavorv "alcune capitali europee" non riconoscono i risultati delle elezioni perché "promuovono la tesi che l'Ucraina deve stare con l'Occidente"."E' il popolo ucraino che deve decidere da solo che cosa fare", ha dichiarato il ministro, e ha sottolineato che l'Ucraina non confina solo con l'Occidente ma anche con la Russia. "Tutto ciò porta a pensare - ha concluso - che qualcuno vuole tracciare in Europa nuove linee di demarcazione". Replica da Bruxelles Emma Edwin, portavoce del commissaria europea alle relazioni esterne Benita Ferrero Waldner: "L'Unione Europea non sta cercando di tirare l'Ucraina dalla sua parte, approfittando della crisi scoppiata dopo il ballottaggio presidenziale".

(ore 16.15) Circa 300 agenti di polizia ucraina hanno "prestato giuramento" oggi a Leopoli, bastione nazionalista nell'ovest dell'Ucraina, al capo dell'opposizione Viktor Yushenko che martedì si era autoproclamato presidente. "Eseguiremo gli ordini del presidente del popolo Viktor Yushenko" ha detto Mikhailo Chapla, vice capo della polizia stradale regionale anche a nome di molti altri colleghi [Repubblica]. Secca replica del ministro della Difesa che ha invitato il leader dell'opposizione a non invitare i soldati a passare dalla sua parte. "I soldati sono solo dalla parte del popolo e non tradiranno mai il loro popolo".

(ore 16.00) Situazione di stallo. Il presidente Kuchma denuncia il rifiuto di Yushenko di incontrarlo per avviare la soluzione della crisi. Il candidato filo-russo Yanukovic ha dichiarato che "la presidenza non vale una vita" e ha invitato i sostenitori del suo avversario a cessare le manifestazioni.

(ore 13.50) Piazza contro piazza a Kiev. Un gruppo di sostenitori del candidato filo-russo Yanukovic ha percorso in corteo le strade del centro, radunandosi nel piazzale della Stazione. Lungo il tragitto hanno incrociato in più punti i sostenitori del candidato filo-occidentale Yushenko. Tra i due gruppi solo scambio di slogan e sfottò. Nessun incidente.

(ore 13.30) Il presidente ucraino Leonid Kuchma, nel comunicato trasmesso dalla rete televisiva Inter, ha invitato tutta la popolazione a "calmare gli animi" per evitare degenerazioni. "Ogni rivoluzione deve terminare con la pace. Questa rivoluzione, questa cosiddetta rivoluzione, prima si placa, meglio sarà per le persone il cui destino ci interessa così tanto. Fermiamoci. Non possiamo andare avanti".

(ore 12.50) L'agenzia indipendente ucraina Unian riferisce di cariche della polizia contro i manifestanti a Cernigov, un centro non lontano da Kiev. Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe della prima volta dall'inizio della crisi in Ucraina. Le forze dell'ordine sarebbero intervenute per disperdere una folla di seguaci di Yushenko che stava ammassandosi davanti al municipio della città. Gli agenti avrebbero sparato in aria prima di caricare i manifestanti lanciando anche candelotti lacrimogeni [Repubblica].

(ore 12.45) Il sindaco di Kiev apre i servizi del palazzo comunale (bagni, caffetterie) ai dimostranti. Dal Kyiv Post: "Kyiv city mayor Oleksandr Omelchenko announced Nov. 26 that he would allow demonstrators access to the toilets and eateries located on the first floor of city hall, on Khreshchatyk. "Last night, when the temperature reached 12 below freezing, I said 'Let the people in to use the first floor, as these are our children, our future", Interfax-Ukraine quoted Omelchenko as saying. Protests in Kyiv continue for the fifth consecutive day, and Omelchenko's ruling means the growing number of demonstrators on the city’s main street will now have access to two cafes, a large cafeteria-style restaurant and four toilets on the first floor. Omelchenko added that he may soon open access to the second floor of the building also. Access for protesters to city hall is yet another key boost for the long-term success of the growing demonstrations, where the number of participants now exceeds more than 1 million rotating participants.

(ore 12.40) Per bocca del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, Mosca ha espresso "preoccupazione per i tentativi di alcuni stati di portare l'Ucraina fuori dal quadro legale". Secondo Lavorv "alcune capitali europee" non riconoscono i risultati delle elezioni perché "promuovono la tesi che l'Ucraina deve stare con l'Occidente". Nel frattempo il Dipartimento di Stato americano ha messo in allerta i cittadini statunitensi presenti in Ucraina circa il rischio di disordini nei prossimi giorni.

(ore 12.29) La mediazione occidentale apre i primi canali di comunicazione tra le due parti politiche ucraine: Viktor Yushchenko sarà ricevuto oggi dal presidente Leonid Kuchma, sostenitore di Yanukovic. E' il primo incontro dopo che l'opposizione è scesa in piazza per contestare i brogli elettorali di domenica scorsa.

(ore 11.04) Il presidente ucraino Leonid Kuchma sta preparando in questi minuti un discorso alla nazione che leggerà in diretta televisiva. Secondo indiscrezioni giornalistiche, il presidente tenterà di allentare la tensione, salita a livelli massimi nella giornata di oggi.

(ore 11.00) Parliament Speaker Volodymyr Lytvyn, along with Communist boss Petro Symonenko, on Nov. 26 gathered with parliament faction leaders to discuss the possibility of convening an extraordinary parliament session to unblock the current political crisis [Kyiv Post].

(ore 10.32) E' atterrato all'aeroporto di Kiev anche Javier Solana, alto rappresentante per la sicurezza Ue.

(ore 9.40) Segnali di smottamento nel muro dell'apparato statale ucraino. Da questa mattina, dopo giorni di minimizzazioni, le televisioni trasmettono ampi servizi sulle manifestazioni in tutto il paese. Secondo fonti giornalistiche, tra i manifestanti riuniti sulla piazza Indipendenza nella tarda serata di ieri, erano mescolati una decina di agenti di polizia con il loro ufficiale. Gli agenti, tutti in divisa, hanno detto di essere dalla parte della gente che protestava. L'ufficiale è salito sul palco per solidarizzare con i manifestanti.

(ore 9.10) Atterrato a Kiev il presidente polacco Aleksander Kwasniewski, chiamato dal suo omologo ucraino, il presidente Leonid Kuchma (vicino al leader filo-russo Yanukovic) per mediare sulla crisi. Atteso per questa mattina anche il presidente della Lituania Valdas Adamkus. In volo anche l'inviato della Ue Javier Solana.

(ore 9.00) Il primo ministro ucraino filo-russo, Viktor Yanukovic non è riuscito a entrare negli uffici governativi a Kiev a causa dei picchetti dell'opposizione che "hanno paralizzato l'attività del governo". Lo ha reso noto la sua portavoce.

(ore 8.20) Socialist leader Oleksander Moroz, a Yushchenko ally who was on the spot, said: "Victory began yesterday," adding that some members of the police were switching sides to give support to the demonstrators [Reuters].

(ore 8.10) Witnesses said there was early tension near the presidential building in Kiev where thousands of demonstrators faced special forces ringing the building, but this later subsided. Thousands of others, chanting "Yu-shchen-ko!" and carrying banners denouncing Moscow-backed Prime Minister Viktor Yanukovich and outgoing President Leonid Kuchma, massed near parliament and government buildings following a call Thursday by Yushchenko aides to blockade them [Reuters].

(ore 8.00) Quinto giorno di proteste. I manifestanti impediscono l'ingresso nella sede del governo. Hanno bloccato le vie d'accesso con alcuni automezzi messi di traverso. Migliaia di persone affluiscono attorno al palazzo di dieci piani, situato nel centro della capitale. Cartelli e bandiere arancioni: si inneggia al leader dell'opposizione Yushenko.

L'altra faccia dell'Ucraina

Interessante reportage della BBC da Donetsk, la città ucraina a Est del Dnieper, a pochi chilometri dal confine russo, dove la popolazione sostiene il leader filo-russo Viktor Yanukovich e ne celebra la vittoria. L'esatto contrario di Kiev [Link].

Filo diretto Washington-Mosca

E Bruxelles resta a guardare. L'analisi del Foglio.

Il Dan Rather di Kiev

Si muove qualcosa nel paludato mondo dei media ucraini, soprattutto nella tv, che ha pesantemente condizionato la campagna elettorale appena conclusasi, secondo le denunce delle organizzazioni di controllo internazionali.

Ecco cosa scrive il quotidiano Kyiv Post sul caso Channel 1+1:
"On Nov. 25, privately owned television channel 1+1 announced that Vyacheslav Pikhovshek had been removed as editor of the venue’s news programs. Oppositionist political figures have accused Pikhovshek of spreading biased news coverage designed to lower support for Yushchenko while beefing up Kuchma and his allies. A recent survey of journalists funded by Democratic Initiatives Foundation, a western-funded NGO, singled out Pikhovshek as the “least trusted” journalist in Ukraine. Officials at 1+1 said Pikhovshek would continue to work at the studio as author of Epitsenter, a political analysis show aired on Sunday evenings.
News programs on 1+1 virtually disappeared earlier this week after journalists and editors and the channel went on strike in protest of alleged pressure from management and certain political forces to produce biased media coverage that favored Kuchma and allies".

Servizio completo dal Kyiv Post.
E questa mattina i servizi televisivi in Ucraina raccontano con dovizia di immagini e commenti le proteste in corso.

Ucraina - Visto da Odessa

Reportage dal Mar Nero sulla rivista Tol.

L'Aja - Summit Europa/Russia

Divergenze piuttosto nette sulla situazione ucraina. Per il resto, ufficialmente, il vertice avrebbe dovuto parlare di questo.



Ucraina - Si son svegliati i brussellesi

MEPs expressed their indignation at the election process in Ukraine in a meeting on Wednesday of Parliament's Foreign Affairs Committee with Javier SOLANA, EU High Representative for the common foreign and security policy, and Ukraine's EU ambassador Roman SHPEK. Some MEPs called for the immediate sending of a special high-level EU delegation to Ukraine. Meanwhile, Parliament's Budget Committee has decided to postpone a vote on granting loans by the European Investment Bank to Ukraine.
Addressing the committee's members, Mr SOLANA said it was "imperative to get a result which reflects the will of the people". He said that the presidential elections in Ukraine did not satisfy established international standards and that the EU "will not accept fraudulent elections".
He acknowledged that although a dialogue was taking place at the moment, a flare-up of violence could not be ruled out. He stressed that the partnership between the EU and Ukraine could only develop if the country adhered to democratic principles and that the quality of EU-Ukraine relations would depend very much on the quality of democracy in the country. He pointed out that an action plan between the EU and Ukraine in the framework of the EU's Neighbourhood Policy was scheduled to be adopted in the near future.
Mr Solana told MEPs that he was in constant telephone contact with leaders in Ukraine as well as in Poland, which at the moment chairs the Council of Europe. Prime minister Jan-Peter Balkenende of the Netherlands, which currently holds the presidency of the EU Council, has been in contact with Ukraine's President Kutchma and with the speaker of the Ukraine parliament, he said. On the proposal to send a high-level delegation to Ukraine, Mr Solana said that it would be better first to have a clearer idea of the situation and that the Council had decided against this. But he said he was willing to reconsider this decision.
Mr SHPEK pointed out that there were no official results of the elections yet, so that it was difficult to comment on the voting or the outcome. He said that Ukraine should not "sink into a process of civil resistance" and that there had been shortcomings on both sides. An appeal against the decision of the Central Electoral Commission was always possible, he added. Mr Shpek objected to the "atmosphere of catastrophe" which was now being generated and pointed to major improvements in the democratic process in Ukraine, such as better access to the media for the opposition candidate and the organisation of public debates. "Inciting disorder," Mr Shpek said, "is in no-one's interest", adding that his country's territorial integrity should be respected.
Marek SIWIEC (PES, PL), who headed the European Parliament's delegation of election observers to Ukraine, said that appalling things had happened during the elections and that all parties concerned, including Russia, should start a dialogue immediately before it was too late. Mr Siwiec deplored the division and polarisation in Ukraine and stressed that the minority should respect the majority's election victory. Jerzy BUZEK (EPP-ED, PL), one of the other observers from Parliament, who first made the proposal for sending a high-level delegation, pointed out that Ukraine was the largest neighbouring country of the EU and said it was unacceptable that the country should come under Russia's sphere of influence.
Yet another member of the EP observer delegation, Tijs BERMAN (PES, NL), said that Ukraine should respect the criteria it adopted itself when it joined the OSCE and the Council of Europe. He strongly protested against the Ukraine ambassador's statement that there had been shortcomings on both sides, as the government candidate, Mr Yanukovich, had controlled the entire apparatus of the administration and the media. Mr Berman supported Mr Buzek's proposal and added that, should Mr Yanukovich be declared president after all, the EU should consider imposing smart sanctions. He also expressed his deep admiration for the people now out in the streets of Ukraine.
Grażyna STANISZEWSKA (ALDE, PL) found it unacceptable that while the United States was preparing to condemn the election process, the EU was still playing for time. She feared a bloodbath if action were not taken. Bronislaw GEREMEK (ALDE, PL) called for a special sitting of the European Parliament to discuss the situation. He stressed that Ukraine definitely had a place in the EU but the question was when. Charles TANNOCK (EPP-ED, UK), vice-chair of the observer delegation, said there should be a recount, that results should be annulled where the voting had not met the required standards and that people responsible for election fraud should be prosecuted. Only then would the EU be in a position to provide further help. Other MEPs who spoke all lambasted the course the elections in Ukraine had taken.
After the debate, the Foreign Affairs Committee decided to draw up a statement under the coordination of the committee chair, Elmar BROK (EPP-ED, DE), of which the full text can be found below. The statement says MEPs are convinced that the elections were manipulated and that the preliminary result was falsified, but that they stress the need for everybody involved to continue to use non-violent means only. MEPs firmly reject allegations, especially by the Russian president, that the EU and the international community are encouraging violence by expressing support for the Ukrainian people. The statement also calls for an EP delegation to be sent to Ukraine rapidly.
The European Parliament's next plenary session, on 1 December in Brussels, is now due to open with a debate on the situation in Ukraine. This change to the agenda has to be formally approved by the EP Conference of Presidents tomorrow Thursday 25 November.

Che Dio gliela mandi buona (agli ucraini)

Javier Solana oggi vola a Kiev per mediare tra le parti. Era meglio affidarsi solo al leader polacco Kwasniewski. Solana, rilanciando la tradizionale politica pilatesca di Bruxelles, aveva rilasciato ieri mattina la seguente dichiarazione: Dobbiamo fare tutti gli sforzi affinché le divisioni nel Paese non siano approfondite. La controversia in corso va risolta mantenendo un'unica nazione un unico Stato". Solana Cuor di Leone si appresta dunque a una nuova missione. Poveri ucraini.

Collegatevi al blog 1972

Eccellenti servizi sul Blog italiano 1972 che sta seguendo punto per punto l'evoluzione della crisi in Ucraina. Preziosi i collegamenti con alcuni blog internazionali che raccontano l'evolversi della situazione in presa diretta.

giovedì, novembre 25, 2004

Ucraina - L'aggiornamento di Ideazione

Oltre al mio articolo di ieri [Link], aggiunte oggi l'analisi di Alessandro Marrone [Link] e quella di Stefano Magni [Link].

Ucraina - Visto da Roma

Lettera del Riformista al ministro degli Esteri sul silenzio dell'Italia "con l'amico Putin". La risposta di Gianfranco Fini.

Ucraina - Visto da Mosca

Ricordate la Pravda? Eccola: [Link 1] [Link 2].

Ucraina - Polonia ruolo di mediazione

Kwasniewski says Ukraine seeing largest public demonstrations in any post-Soviet country
Kyiv, November 25 (Interfax-Ukraine)

During a Wednesday phone talk with Verkhovna Rada Chairman Volodymyr Lytvyn, Polish President Oleksandr Kwasniewski described the current events in Ukraine as the largest public mass action seen in any post-Soviet country.
At the same time, he said that "there is a chance for a solution to the current difficult situation," the Verkhovna Rada's press service reported.



Walensa says OSCE has appointed him its envoy to Ukraine
Kyiv, November 25 (Interfax-Ukraine)

Polish ex-president Lech Walensa has been appointed the OSCE's envoy to Ukraine. "One minute ago I was told on the phone that I have been appointed the OSCE's envoy in Ukraine - this is another argument, which can help Ukraine", Walensa said at a press conference on Thursday after his meeting with opposition leader Viktor Yuschenko in Kyiv.

Ucraina - Corte Suprema non convalida il voto

Colpo di scena nella serata. La cronaca da Repubblica e da The Economist.

Diretta da Kiev

Di nuovo la web cam da Independence Square

Kiev - Tensione ai massimi livelli

Il gelo s'è fatto più intenso ma le strade e le piazze di Kiev si gonfiano sempre più di manifestanti. Da un lato l'apparato dello Stato, con la conferma della vittoria di Yanukovych e la disponibilità ad aprire qualche sorta di trattativa ma solo a patto che lo sfidante riconosca la sconfitta. Dall'altro gli elettori di Yushchenko, convinti d'esser stati defraudati nella notte dei grandi brogli elettorali, che rifiutano la mediazione e lanciano lo sciopero generale.

E' il Muro di Kiev. Il quarto giorno di mobilitazione registra l'arrivo al fianco di Yushchenko del vecchio leader della contestazione polacca di Danzica Lech Walesa. Ma il paese sembra sull'orlo di una situazione insurrezionale. Tra i manifestanti si è diffusa la notizia, data dall'ex ministro degli Esteri Borys Tarasyuk che appoggia l'opposizione, che teste di cuoio russe siano già appostate nei dintorni di Kiev, pronte ad intervenire per sedare tumulti di piazza. Testimoni oculari vicini a Yushchenko dichiarano di aver visto i soldati speciali ultimare i preparativi per un intervento: si parla di un contingente tra ottocento e mille uomini.

Olexander Zinchenko, responsabile della campagna elettorale di Yushchenko ha chiesto ai manifestanti che aumentano di numero di ora in ora di concentrarsi nel centro di Kiev e di erigere blocchi stradali e barricate nei punti nevralgici della città. La tensione è altissima, si teme lo scontro.
La cronaca minuto per minuto da Repubblica

Analisi - Mosca e il "Drang nach Westen"

Sul nuovo ruolo della Russia in Europa orientale indaga da qualche anno il Dipartimento sull'Est Europa del think tank statunitense Csis. In questo saggio di Janusz Bugajski, pubblicato un anno fa da The National Interest, l'analisi della "dottrina Putin" e della prospettiva russa rispetto alla Nuova Europa. Posizioni critiche verso una rinnovata strategia nostalgica verso le repubbliche ex-sovietiche ad ovest di Mosca in questo libro dello stesso autore. Dalla recensione di Zbigniew Brzezinski: "Russia’s policies towards the countries of the former Soviet Bloc are still being influenced by an ominously imperialist nostalgia. I know of no other work which so effectively combines analysis with hitherto unknown and highly sensitive data".

Dal sito della BBC una bella analisi geopolitica sull’interesse russo per l’Ucraina, un tempo il granaio d’Europa e oggi crocevia di importanti corridoi energetici. In gioco è la sfera d’influenza russa: “Russia feels vulnerable. Many here are still struggling to come to terms with the loss of empire. But President Vladimir Putin is determined to restore Russia's sphere of influence. This is why Ukraine is so important: a country at the crossroads of Europe, bigger than France, and right on Russia's doorstep. Moscow is keen to keep Ukraine looking east” .
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/4034929.stm

Questo invece è il libro in italiano di un inviato di lungo corso, Fernando Mezzetti, uno dei conoscitori più profondi della realtà russa e asiatica. Notevoli i suoi lavori su Cina e Russia. Su Putin, Mezzetti ha scritto pagine di analisi acuta e originale. Comprare (e leggere) per credere.

Ucraina - Ecco le contestazioni al voto

Il coordinamento delle organizzazioni di monitoraggio del voto in Ucraina hanno stilato l'elenco delle contestazioni che dimostrano la truffa elettorale di domenica.

DURING THE CAMPAIGN
Favouring one candidate
"The abuse of state resources in favour of the prime minister demonstrated a widespread disregard for the fundamental distinction between the state and partisan political interests."
The state-funded media displayed "overt bias" which "continued to favour the prime minister in news presentation and coverage of the campaign".
Abuse of power
"Some citizens whose livelihood depends directly or indirectly upon the state were placed under duress to acquire and hand over to their superiors an absentee voting certificate".
"Observers reported that these documents were collected in the workplace on an organised basis."
Dubious data
The IEOM says the election was "compromised by significant shortcomings" including:
the inability of the local state executive to produce accurate voting lists
a lack of transparency in the tabulation of the first round results
the reluctance of the Central Election Commission (CEC) to grant relief on complaints, thus impeding legal redress

POLLING DAY
Intimidation
"Observers reported that...a significant number of polling stations commissions (PSC) members had been dismissed or ejected".
"Police were present in a majority of polling stations visited. In some instances unauthorised persons were interfering in or directing the process."
The IEOM reports that harrassment was greater than it had been in the first round of voting the previous month, and worst in central and eastern Ukraine. These regions appear to be more strongly pro-government.
Extra votes
"A high number of votes - approximately 5% - were added to voter lists on election day. Almost all the added voters used asbsentee certificates."
Voters using absentee ballot certificates "were transported by bus in a number of regions".
Mystery votes
"Despite the suspiciously high turnout in in some regions, overcrowding was reported by IEOM observers to be less of a problem in eastern regions than elsewhere."
The IEOM gives two examples of suspiciously high turnout. Both cities are in eastern Ukraine - 96.3% turnout in Donetsk and 88.4% in Lugansk.
"Far fewer voters were turned away from polling stations due to inaccuracies in the voter list during the second round than in the first round, but once again there was a regional variation, with fewer voters being turned away in the east".

VOTE COUNTING
Open to tampering
"Problems included lack of sufficient attention to ballot security and counting procedures. In almost half of polling stations, unauthorised persons were present, including police and local government officials."
"The last minute dismissals by Territorial Election Commissions (TECs) of hundreds of Polling Station Commisions appointed by the opposition in Kirovohrad, a key marginal region, and others in Donetsk, Zakarpattiya, Zaporizhia, Kyiv, Khmlenitsky, Odesa and Volyn, lessened transparency."

Budapest - Maggioranza (dolcemente) rumorosa

La rivoluzione per la libertà, gli ungheresi, l'avevano già tentata nel 1956, in uno degli episodi più sanguinosi dell'era della Guerra Fredda. Poi, silenziosamente, avevano trascinato il vecchio Stato comunista sull'orlo del disgelo, arrivando a introdurre flebili riforme capitaliste nel corpo di una società statalizzata. Così, nel 1989, quando il vento della libertà riprese a soffiare nell'Europa sovietizzata, Budapest si trovò avvantaggiata e il "regime change" avvenne senza colpo ferire. Di tutt'altro segno, dunque, le proteste che in questi giorni agitano le strade di Budapest, proprio mentre a Kiev gli elettori di Yushchenko scendono in piazza per abbattere il regime post-comunista. Ma data la preponderanza di bionde nella popolazione femminile ungherese rispetto alle brune, la cosa dovrebbe essere presa sul serio [Link].

mercoledì, novembre 24, 2004

L'Ucraina tra Mosca e l'Occidente

"[...] Le teorie di Jackson coincidono con quelle dei neoconservative più noti, anche se rifugge da semplificazioni olimpiche alla Robert Kagan (Usa-Marte vs. Ue-Venere) e sfugge a qualsiasi accusa di neoisolazionismo. Non rappresenta l'America che disprezza l'Europa e se ne allontana inorridita. Al contrario, è un americano che conosce bene l'Europa (quella orientale in particolare), se ne occupa a fondo e la vuole diversa, modellata in funzione degli interessi degli Stati Uniti. Interessi di sicurezza, strategica ed economica, ma anche ideologici perché si basano sull'ambizioso progetto di esportare della democrazia.

L'Unione europea attuale, rappresenta il nocciolo della più grande Europa che comprende i Balcani fino al mar Nero, la Turchia e a nord anche l'Ucraina e la Lituania. Ciò non sarà possibile, naturalmente, se la Russia concepirà questa espansione come una minaccia alla sua sicurezza e sovranità. Ecco perché quella che Bruce Jackson chiama la terza fase dovrà concentrarsi sulle relazioni speciali con Mosca.

La frontiera di questa nuova Europa è la grande muraglia del Duemila? Non esattamente. Intanto perché è porosa e poi perché, in quanto muraglia della democrazia, va concepita come mobile, in continua espansione. Il baricentro di questo sistema geopolitico, inevitabilmente si sposta. Fino alla caduta del muro di Berlino, ruotava attorno al Reno. Poi il cuore dell'Europa a 25 è diventato l'Elba. Domani sarà il mar Nero. Varsavia e Ankara sostituiranno Parigi e Berlino? Ai neoconservative non dispiacerebbe, per quanto paradossale possa sembrare [...]".
B.P. Jackson ideologo dell'euro-Berlusconi, il Riformista, 23 luglio 2003
L'intero articolo [Link].


Ucraina - Il monito di Washington

In una conferenza stampa al Dipartimento di Stato, il segretario di Stato americano Colin Powell ha annunciato che per gli Stati Uniti i risultati delle presidenziali in Ucraina non possono essere accettati "come legittimi". Il capo della diplomazia Usa ha minacciato i leader di Kiev di pesanti "conseguenze" se non interverranno nella vicenda e ha indicato che non sono stati rispettati "gli standard internazionali" e non sono state fatte inchieste "sulle accuse di frode e di abusi", formulate dagli osservatori internazionali. Il segretario di Stato auspica "una revisione completa" del processo elettorale.

Ucraina - Risultato validato, scatta lo sciopero

La Commissione elettorale centrale di Kiev ha formalizzato la controversa vittoria dell'attuale premier Viktor Yanukovic al ballottaggio delle elezioni presidenziali svoltesi domenica scorsa in Ucraina. Yanukovich ha ottenuto al ballottaggio di domenica il 49,46 per cento contro il 46,61 per cento del candidato dell'opposizione Viktor Yushenko.
Quest'ultimo ha accusato il suo avversario e il presidente della Repubblica di aver realizzato un golpe attraverso i brogli elettorali e ha rivolto un appello ai suoi sostenitori perché in Ucraina venga proclamato lo sciopero generale. "Il comitato di salute pubblica annuncia una sciopero politico in tutta l'Ucraina", ha detto poi lo stesso Yushchneko alla folla. Saranno bloccate, strade, aeroporti, ferrovia.
La cronaca della giornata da Repubblica.

Ucraina - Commenti e notizie su Ideazione

Speciale sulla crisi in Ucraina su ideazione.com

Ucraina - Analisi

A rivederlo adesso tra gli scaffali fa quasi tenerezza, il saggio del politologo francese Henri de Grossouvre, che solo un anno fa, in piena crisi irachena, teorizzava un nuovo asse geopolitico fra Parigi, Berlino e Mosca, la nuova alternativa della pace all’America guerrafondaia di Bush. Pubblicato in Italia dall’editore Fazi, la nuova strategia barcollava su un filo pericolante che univa un po’ fantasiosamente il punto più occidentale a quello più orientale della grande pianura europea. Appunto, Parigi a Mosca, passando attraverso la vecchia capitale divisa della Guerra Fredda. Un asse continentale, alternativo a quello euro-atlantico, il cui equilibrio - semmai ha rischiato di esistere al di là della penna eccentrica di un accademico francese - sta andando in pezzi in queste ore.

L’epicentro del nuovo sisma che scuote l’Europa è a Kiev, Ucraina. Dove quindici anni dopo si replica la lotta della libertà contro la tirannide, della piazza contro l’apparato, della democrazia contro il comunismo, seppure in versione post. Le vicende successive alla caduta del Muro di Berlino ci hanno vaccinato dalla retorica della libertà. Eppure quello che sta accadendo in queste ore nella Piazza dell’Indipendenza della capitale ucraina, piena all’inverosimile di manifestanti e bandiere arancioni nonostante il gelo e la neve, è l’eterno conflitto tra Est e Ovest, tra Russia e Occidente, che ha segnato la storia d’Europa e quella mondiale prima e dopo la seconda guerra mondiale. L’Ucraina come nuovo spartiacque, il fiume Dnieper come un nuovo Rubicone, o di qua o di là, la Nato e l’Europa sino alle porte di Mosca o la Russia e i cosacchi sino alle porte di Varsavia.

L’allargamento dell’Ue (e della Nato) ha spostato ad oriente il confine del mondo libero e la Russia affamata dalla rovina economica del comunismo ha abbozzato, ritirandosi dal campo. Ma non del tutto. Utilizzando la politica e fidando nella distrazione degli europei, Mosca ha lavorato all’interno delle due regioni confinanti a Ovest, la Bielorussia e l’Ucraina. Ha sostenuto partiti post-sovietici, ha coltivato l’ascesa di leader amici, Lukashenko a Minsk, Yanukovich a Kiev, ha cercato di riassorbire all’interno della propria orbita le due repubbliche sfuggite dal seno dell’Urss. Irritata dall’influenza americana nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, rafforzata sull’onda della lotta al terrorismo islamista e al regime talebano dell’Afghanistan, la nuova Russia di Putin ha deciso di mettere i suoi paletti verso Occidente. Varsavia sì, Minsk no. E Kiev neppure.

L’Ucraina così è divenuto il nuovo fronte di una guerra fredda che rischia di risorgere quindici anni dopo. Il Muro di Berlino ricompare a mille e cinquecento chilometri più ad Est sotto forma di brogli elettorali. Almeno questo sostiene il candidato sconfitto, il filo-occidentale e liberale Viktor Yushchenko e tutte le organizzazioni internazionali che hanno controllato la regolarità delle elezioni. In un paese spaccato a metà, politicamente ma soprattutto geograficamente, con le regioni dell’Ovest tutte con Yushchenko e le marche orientali tutte con Yanukovich, la chiamata alla mobilitazione del candidato liberale e lo stato d’allerta della polizia rischiano di portare la situazione sull’orlo della guerra civile. Il richiamo ai minatori della Crimea, che Yanukovich ha improvvidamente fatto l’altra sera, rimanda a immagini rumene e riporta alla memoria le cupe e drammatiche ultime ore di Ceausescu.

Kiev, il terminale di molti progetti europei, dei corridoi tranfrontalieri, la sede di tante aziende occidentali e italiane, la capitale dell’allargamento prossimo venturo, rischia in queste ore di cadere in un vortice che sa di passato. Putin, dopo un primo sbilanciamento a favore del candidato filo-russo, è apparso questa mattina più prudente e più possibilista. Il presidente della Repubblica ucraina ha assicurato che le forze di polizia non interverranno. Finalmente in giornata s’è mosso anche Barroso, chiedendo a nome dell’Ue di interrompere il conteggio dei voti per verificare le accuse di brogli. Sono ore delicate in cui l’Ucraina, l’Europa ma anche l’America e la Russia si muovono sul filo di una crisi che, se non fermata in tempo, potrebbe aprire scenari inattesi.
Pierluigi Mennitti, Uno scenario da guerra fredda, 2004

Ucraina - Aggiornamenti da Kiev

A Kiev la commissione elettorale centrale è stata costretta a ritardare l'annuncio sui risultati definitivi del controverso ballottaggio presidenziale di domenica in Ucraina. Almeno due membri della commissione si sono infatti rifiutati di avallare i risultati. Lo ha reso noto il portavoce della Commissione che avrebbe dovuto fare l'annuncio alle 16 ora di Kiev (le 15 in Italia).
Diretta news da Repubblica

Montanelli a Pamplona (1977)

"In questi giorni ho dovuto fare un viaggio di quattro giorni in Spagna per ragioni di lavoro giornalistico. Ciò che più mi ha colpito è stata l’esperienza fatta in un università, quella di Navarra, che ha sede a Pamplona, dove mi avevano invitato a parlare della stampa italiana di fronte alla crisi che travaglia il nostro paese. Ho trovato un centro di studi come non ricordavo di averne più visti almeno da una trentina d’anni a questa parte, e come non immaginavo che ce ne fossero ancora.

Cioè, mi correggo. Ce ne sono, e ne conosco anch’io, ma si tratta di scuole di vecchia data e di lunga tradizione, che grazie appunto ai loro secoli di storia hanno potuto resistere al generale andazzo tirandosi fuori dal tempo. L’università di Navarra non è di queste. Nacque meno di venticinque anni fa, nel ’52, in una città che di tradizione accademica non ne aveva, e non per opera dello Stato, ma su iniziativa privata di una società che non è un ordine religioso in quanto è formata soprattutto da laici, ma si comporta come se lo fosse nel senso più alto e nobile della parola: l’Opus Dei.

Essa ha una filiale anche in Italia, ma la sua roccaforte è la Spagna perché spagnolo era il suo fondatore, padre Escrivá, un semplice sacerdote, che non ha mai voluto essere altro che un sacerdote. Non so se padre Escrivá fosse un santo, come credono (anche se non lo dicono) i suoi seguaci. Ma è certo che qui un miracolo lo ha compiuto. Tale non può non essere considerata un’Università di settemila studenti, dove non c’è mai stata una contestazione, dove non si vede una buccia d’arancia per terra nemmeno a pagarla oro, dove non si sente una parola sguaiata, dove gli alunni affollano le biblioteche (ce ne sono varie, secondo le facoltà) e, per riposarsi dello studio, si raccolgono nella sala di concerto ad ascoltare Bach, non Modugno, e in quella di conferenze.

In questa io avrei dovuto parlare. Ma per ospitare tutti i volontari ascoltatori, si è dovuto ricorrere all’aula magna. E per la prima volta, in una sede universitaria, ho immediatamente trovato, pur parlando in una lingua straniera, un contatto immediato e diretto con dei giovani, che mi misuravano, ma non mi rifiutavano a priori e sui quali sentivo che tutte le mie parole andavano a bersaglio, nel senso che io e loro davamo ad esse lo stesso significato. Tanto è vero che della conferenza non si contentarono. Dopo, gli studenti della facoltà di giornalismo vollero un dibattito per uso loro. Dopo il dibattito, una colazione in cui si seguitò a dibattere. E dopo la colazione una “tertulia” come gli spagnoli chiamano le conversazioni più riposate e distese.

Quando risalii in macchina, le mie corde vocali erano ridotte a una crosta di ruggine, ma non me ne importò nulla. Avevo rivisto un’università degna di questo nome. Avevo ritrovato degli studenti che studiavano, che non chiedevano di meglio che di imparare, avevo finalmente conosciuto dei giovani forse fra loro divisi come opinioni politiche, ma uniti ( tutti) da questa incrollabile convinzione: che al mondo ci si viene non per passarvi soltanto, ma per farvi qualcosa. Piccola o grande non importa. Ma qualcosa. Non so se sarà santo, padre Escrivá. Ma il miracolo lo ha fatto".
Indro Montanelli, Un miracolo di Università, 1977

martedì, novembre 23, 2004

Usa - Clintonia Saudita

L'ho rubato da Camillo: chi ha finanziato la biblioteca di Clinton appena inaugurata a Little Rock?

Ucraina - Sull'orlo della guerra civile

Analogie con la "Rivoluzione delle rose" che determinò la caduta in Georgia di Eduard Schevarnadze. La situazione a Kiev precipita, di ora in ora. Notizie da New York [Fox News], Mosca [The Russia Journal], Londra [Times], Francoforte [Frankfurter Allgemeine Zeitung], Milano [Corriere della Sera], Roma [Repubblica], Varsavia [Gazeta Wyborcza]. L'allarme della Freedom House.

New Europe - Sondaggi rumeni

Dal sito Ansa Balcani, un quadro dei sondaggi per le elezioni generali che si terranno domenica prossima a Bucarest. Poche sorprese, i partiti al governo sono favoriti.

Ucraina, the day after

Continuano le proteste dei centomila a Kiev. La capitale è circondata dalle forze di sicurezza nazionale che, in stato d'allerta, per il momento non intervengono. L'Ucraina è spaccata in due: da un lato le regioni dell'ovest, filo-occidentali, che reclamano i brogli elettorali; dall'altro le marche orientali, filo-russe, che reclamano la vittoria. La prima analisi di Tol, la rivista dell'Europa centro-orientale.

lunedì, novembre 22, 2004

Ucraina - In diretta da Kiev

Web cam da Independence Square, dove è in corso la manifestazione dell'opposizione. Notizie in tempo reale dall'Agenzia Interfax.

Ucraina - Il voto sospeso

AGGIORNAMENTO 23/11/2004, ore 08.15. Come volevasi dimostrare, grande incertezza nello spoglio dei voti in Ucraina. Gli exit poll della notte davano vincente il candidato filo-occidentale, Viktor Yushchenko. Le urne del mattino confermano il successo del candidato filo-russo, Viktor Yanukovych. Lo sconfitto denuncia brogli e invita i suoi elettori alla mobilitazione di piazza. Kiev in stato d'assedio: manifestazioni sempre più imponenti si susseguono nel centro della capitale. Ultime notizie da Mosca [The Moscow Times], Washington [The Washington Times], Londra [BBC], Parigi [Le Figaro], Roma [Repubblica] e Berlino [Der Tagesspiegel].

domenica, novembre 21, 2004

Viaggi - Volare non vola più

Ingloriosa fine della prima compagnia low-cost italiana, Volare. Qui i disagi dei passeggeri rimasti bloccati a terra (in Italia e in Europa) con i biglietti inutilizzabili. Qui il sito muto della compagnia aerea. Appena qualcuno ci spiegherà perché le low-cost muoiono solo in Italia, posterò anche questa analisi.

Bhutan, una natura incantata

E' il giorno del Bhutan, non me ne vogliano i fumatori. Qui un altro reportage in francese dal Courrier International.

Bhutan - Il regno del Drago Tonante

"La negazione della realtà, invece, non è mai stata un presupposto necessario per chi visita il Bhutan. Nelle regioni sempre più soffocate e spesso turbolente dell'entroterra asiatico, il Bhutan (la nazione che la sua maggioranza buddhista chiama 'Druk Yul', il Regno del Drago Tonante) si distingueva per il fatto di essere l'unico paese immacolato. Era un luogo in cui, nonostante il territorio inospitale, la vita aveva (e in massima parte ha ancora) un ritmo diverso e valori affascinanti, quali l'apertura mentale, la capacità di fare affidamento sulle proprie forze all'interno di una comunità che fornisce protezione e sostegno e, infine, un forte rispetto di sé che consente alle persone di guardare gli stranieri negli occhi e ritenerli loro pari.

I bhutanesi vivono in case robuste che hanno le pareti di fango sostenute da una struttura di legno e il tetto lievemente spiovente coperto da rozze assi tenute ferme da pietre. Le parti di legno e talvolta anche i muri esterni sono decorati dagli artigiani dei villaggi con disegni a colori tenui ispirati all'iconografia e al folclore buddhisti. Ci sono città (penso a Mongar, Tongsa o Tashigang) nelle quali gli edifici decorati e dipinti sembrano essersi materializzati dalle illustrazioni delle fiabe.

Anche la terra in cui vivono i bhutanesi, incuneata tra i due paesi più popolosi del mondo, la Cina e l'India, sembra tratta dai libri di favole. Con le sue alte montagne ghiacciate, le gole scure in cui riecheggia il mugghio dei torrenti, le vallate color smeraldo silenziose sotto il sole e le foreste brulicanti giorno e notte di ogni forma di vita, il Bhutan è grande come la Svizzera, ma ha meno di un milione di abitanti, non possiede città così come le intendiamo noi e ha non più di una mezza dozzina di strade asfaltate di una qualche importanza. La gente si sposta a piedi o a cavallo più che con veicoli a motore di qualsiasi tipo e, in virtù della natura del suolo, questo sistema di trasporti è destinato a durare indefinitamente.

Il Bhutan ha una capitale moderna (anche se situata quasi interamente all'interno di una cinta fortificata) da meno di mezzo secolo. Nella classifica delle capitali del mondo, Thimphu annovera ben poche rivali tra quelle in miniatura. Costituita da poche centinaia di case e botteghe con la facciata in legno disposte lungo alcune brevi strade asfaltate (delle quali soltanto una collega la città con il resto del paese), se non fosse stata da poco dotata del suo primo semaforo Thimphu sarebbe potuta entrare nel XXI secolo come la sede di governo più bucolica del mondo.

Sprovvista di aeroporto e di stazione ferroviaria (ci sono soltanto piccoli autobus che, saggiamente, di notte non percorrono le anguste strade di montagna), Thimphu non ha avuto occasione di sviluppare quelle caratteristiche che rendono molte città tutte uguali fra loro e che costringono i viaggiatori ad allontanarsi dal centro urbano per vedere il paese. Benché possa sembrare non molto bhutanese se la si guarda in lontananza dalle colline, non appena vi si mette piede si capisce che questa città di circa ventimila abitanti (ma in proposito non esistono dati certi) è il Bhutan".
Barbara Crossette, L'esile fiamma del Drago, 1995

Eastern Europe - Ucraina

Oggi si vota in Ucraina per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Come già scritto in precedenti post, la posta in gioco è altissima. Il "granaio d'Europa" è in bilico tra l'avvicinamento ad Ovest e il ritorno dentro l'orbita russa, tra Bruxelles e Mosca. La spinta verso Occidente è rappresentata da Viktor Yushchenko, quella verso Est da Viktor Yanukovych, uomo legato all'apparato post-sovietico. Dal voto di oggi dipende dunque il futuro dell'Ucraina e un po' anche il nostro. Ultimi reportage di Tol da Kiev e da L'viv e, in lingua italiana, di Reporter Associati.

Usa - I suggerimenti di Kissinger

Newsweek pubblica un lungo saggio di Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, sulle sfide globali che attendono gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni del mandato di George W. Bush.

Retrospettiva di Hopper a Colonia

Suggerimenti per un weekend culturale. Volate fino a Colonia. Al Ludwig Museum fino al 9 gennaio c'è una retrospettiva di Edward Hopper, uno dei maggiori pittori americani del secolo scorso. Settanta opere dell'artista, un grande successo di pubblico che replica il buon risultato dell'esposizione londinese. Qui una recensione del Sole 24 Ore da cui segnaliamo anche questa breve galleria fotografica.

Eurabia - Anversa

La sindrome Theo van Gogh supera il confine olandese e sbarca nel vicino Belgio. Ad Anversa, un ebreo viene assassinato e la polizia intensifica le indagini negli ambienti islamici. Il "male del Nord", cioè il fallimento del modello sociale dell'Europa senza identità, sembra ormai il dato comune di questo inizio secolo. Lo scontro delle civiltà è scoppiato nel cuore dell'Eurabia. Qui un'analisi dal Foglio che approfondisce la questione belga.

sabato, novembre 20, 2004

Fortezza Europa – L’imbroglio greco

Carte truccate per entrare nell’area euro. Le ha fatte l’ex governo socialista greco. Ma il via libera dato da Bruxelles non è più revocabile. La credibilità dell’Unione Europea, invece, sì.

No smoking area

E' il Bhutan, piccolo paese himalayano stretto fra India e Cina, a bandire per primo e in maniera totale le sigarette. Dal 17 dicembre (che, per accidente, quest'anno capita di venerdì) nessun esercizio commerciale le venderà più. In nessun luogo pubblico, strade comprese, sarà possibile "fare un tiro". Per i trasgressori è prevista una multa di 210 euro, cifra pari a tre mesi di stipendio medio. Secondo il sito del governo, questa drastica misura ha lo scopo di aumentare "la felicità nazionale lorda" dei cittadini. Scommettiamo, invece, che il nuovo proibizionismo darà vita ad uno splendido contrabbando di bionde?

Old Europe - Germania

Empty Maternity Wards Imperil a Dwindling Germany
(Fonte: New York Times)

FRANKFURT, Nov. 17 - It is a typical night in the maternity ward of this city's second biggest hospital and the loneliest place is the nursery. Empty baby beds are lined up against a wall like rental cars in an airport parking lot. A colorful mobile hangs hopefully over the still room.
With more than 1,000 beds, a team of doctors and midwives but only a few births a day, the Frankfurt-Höchst hospital has an abundance of everything except babies. [...]
"There will be 10 million fewer young people in my lifetime," observed Frank Schirrmacher, an editor at the daily Frankfurter Allgemeine Zeitung, who has written a best-selling book about population trends in Germany. "Our whole infrastructure is designed for a bigger population."
Mr. Schirrmacher and other commentators conjure up a sort of reverse Malthusian nightmare: Germany as a land of predominantly geriatric towns and cities set in a deserted, creeping countryside. [...]
The number of deliveries at the hospital has been declining since 1995, when refugees from the war-torn Balkans swelled the numbers. This year, it will barely reach 1,800, or slightly less than five a day. By comparison... [Link to continue]

venerdì, novembre 19, 2004

Il libro del momento

E' sul comodino di George W. Bush e di Condoleeza Rice. E' scritto da un grande dissidente della Russia sovietica. Il libro del momento descrive la strategia per rimuovere gli ostacoli che in molte parti del globo impediscono la diffusione di società aperte, libere e democratiche. Natan Sharansky, ministro di vari governi israeliani, aveva trascorso nove anni nelle prigioni del KGB e fu il primo prigioniero politico ad essere scarcerato da Michail Gorbaciov. Joel C. Rosenberg, su National Review, racconta l'incontro dell'autore con Condoleeza Rice a poche ore dalla sua nomina al Dipartimento di Stato americano. Christian Rocca, sul Foglio e su Camillo, suggerisce a politici e diplomatici d'Europa e Medio Oriente, di non restare ancora indietro sui temi di strategia e di correre a comprare (e a leggere) "The Case for Democracy. The Power of Freedom to Overcome Tyranny and Terror".

New Europe - Romania

L'analisi dell'Economist sul processo di integrazione della Romania nell'Ue. Si prevede l'ingresso nel 2007.
Brussels beckons
Nov 4th 2004 BUCHAREST From The Economist print edition
Despite its misgivings, the European Union is preparing to admit Romania

CORE Europe, meet poor Europe. Romania and Bulgaria look ever more likely to join the European Union in 2007, after being left out of this year's enlargement because they were too slow over political and economic reforms. Bulgaria's entry is the more assured, following the good marks it won in the European Commission's progress report last month. The Bulgarians now hope that next month's EU summit will fix a date for signing their accession treaty early next year.

Romania's progress has been wobblier. Unlike Bulgaria, it has yet to finish formal talks with the EU, though it hopes to do so by the end of the year. The negotiations are mainly about identifying areas where a candidate country can readily implement the EU's rule-book, and areas where it needs more time and help. Romania is still negotiating on competition policy, the environment, and justice and home affairs, where it will have the biggest problems meeting EU standards.

Romania's life is complicated by the fact that it faces both parliamentary and presidential elections on November 28th. On the face of it, a change of government might be healthy. The ruling Social Democrats (PDSR) are post-communists whose older leaders learnt their trade in Ceausescu's time. They have modernised their style and ideas in the past four years, but their party machine is fuelled by clientelism and corruption. The main opposition group, Justice and Truth, is scarcely free of such sins, but its instincts are more liberal. It wants to cut taxes further and faster. Its plain-spoken presidential candidate, Traian Basescu, a former sea-captain recently re-elected as mayor of Bucharest, has caused a fuss by defending gay rights and calling for legalised prostitution.

A change of government would not mean big changes of policy. Most decisions would be dictated largely by the commitments that Romania has already made to the EU, to NATO, which it joined this year, and to the IMF, with which it has agreed structural reforms. Even so, the election is unhappily timed. A change of government would mean new leaders having to make themselves known and trusted in Brussels, and new ministers needing to get the measure of their jobs, just when Romania wants other countries to sign off on its EU accession. A re-elected PDSR, on the other hand, would “be in a position to keep moving Romania forward”, says Mircea Geoana, the current foreign minister who will become prime minister if the PDSR wins again.

The electorate seems torn. Recent polls show the PDSR narrowly ahead of Justice and Truth, with the nationalist Greater Romania Party far behind, but one-third of voters still to make up their minds. The PDSR's presidential candidate, Adrian Nastase, now prime minister, is leading Mr Basescu by four or five points. But official campaigning has only just begun, and Mr Basescu's rough charm may win over swing voters. “On November 28th I am going to beat Adrian Nastase like his mother never beat him when he was a naughty boy,” Mr Basescu promised last week. Mr Nastase responded by calling his rival irresponsible and xenophobic and saying that he would be “at ease in a pub”.

A president at ease in a pub would not be so bad in a country that, until 1989, had a dictator who looked more at home in a madhouse. Romania has taken a roundabout way to democracy since Ceausescu, its elections overshadowed by rampaging miners, two economic crises, and the rise of the Greater Romania Party to the brink of government in 2000. This election will be the first in which the direction of the country is not fundamentally in question. That is good news, as it means that democracy is working. The EU has also treated Romania quite generously, whatever last-minute rows now blow up. Setting out to reunite post-communist Europe, the EU tried hard not to omit Romania, even when it seemed to be going backwards.
Under the EU's tutelage, Romania's present government has come to accept that political and economic reforms are needed for the good of the country, and not merely to secure cash from Brussels. The government has even privatised Petrom, the state oil company, whose sales are equal to some 4% of GDP. Petrom had previously been a vast off-budget reserve of cash, cheap credit and patronage.

There is still a long way to go. Romania has the lowest income per person in central Europe, the worst environmental standards, the biggest tax arrears, the most pervasive corruption, the highest infant mortality and the lowest education spending. Its judicial system is a mess (see article), its media freedom questionable, and its labour market so dysfunctional as to constitute “a human-asset paralysis”, in the words of a World Bank report.

The EU talks of adding a clause to Romania's accession treaty to permit a year's postponement, until 2008, should Romania have serious last-minute problems. But this is a fig-leaf of comically inadequate proportions. The EU has chivvied Romania along until it has reached roughly the standards and habits of the Italian south in the 1960s. Now it is going to let the country in largely on trust, knowing that reforms promised today will be implemented only in years, even decades, to come. If Romania were not such a likeable and spirited place, that might seem a touch rash.