Il gelo s'è fatto più intenso ma le strade e le piazze di Kiev si gonfiano sempre più di manifestanti. Da un lato l'apparato dello Stato, con la conferma della vittoria di Yanukovych e la disponibilità ad aprire qualche sorta di trattativa ma solo a patto che lo sfidante riconosca la sconfitta. Dall'altro gli elettori di Yushchenko, convinti d'esser stati defraudati nella notte dei grandi brogli elettorali, che rifiutano la mediazione e lanciano lo sciopero generale.
E' il Muro di Kiev. Il quarto giorno di mobilitazione registra l'arrivo al fianco di Yushchenko del vecchio leader della contestazione polacca di Danzica Lech Walesa. Ma il paese sembra sull'orlo di una situazione insurrezionale. Tra i manifestanti si è diffusa la notizia, data dall'ex ministro degli Esteri Borys Tarasyuk che appoggia l'opposizione, che teste di cuoio russe siano già appostate nei dintorni di Kiev, pronte ad intervenire per sedare tumulti di piazza. Testimoni oculari vicini a Yushchenko dichiarano di aver visto i soldati speciali ultimare i preparativi per un intervento: si parla di un contingente tra ottocento e mille uomini.
Olexander Zinchenko, responsabile della campagna elettorale di Yushchenko ha chiesto ai manifestanti che aumentano di numero di ora in ora di concentrarsi nel centro di Kiev e di erigere blocchi stradali e barricate nei punti nevralgici della città. La tensione è altissima, si teme lo scontro. La cronaca minuto per minuto da Repubblica