La rivoluzione per la libertà, gli ungheresi, l'avevano già tentata nel 1956, in uno degli episodi più sanguinosi dell'era della Guerra Fredda. Poi, silenziosamente, avevano trascinato il vecchio Stato comunista sull'orlo del disgelo, arrivando a introdurre flebili riforme capitaliste nel corpo di una società statalizzata. Così, nel 1989, quando il vento della libertà riprese a soffiare nell'Europa sovietizzata, Budapest si trovò avvantaggiata e il "regime change" avvenne senza colpo ferire. Di tutt'altro segno, dunque, le proteste che in questi giorni agitano le strade di Budapest, proprio mentre a Kiev gli elettori di Yushchenko scendono in piazza per abbattere il regime post-comunista. Ma data la preponderanza di bionde nella popolazione femminile ungherese rispetto alle brune, la cosa dovrebbe essere presa sul serio [Link].