mercoledì, novembre 24, 2004

L'Ucraina tra Mosca e l'Occidente

"[...] Le teorie di Jackson coincidono con quelle dei neoconservative più noti, anche se rifugge da semplificazioni olimpiche alla Robert Kagan (Usa-Marte vs. Ue-Venere) e sfugge a qualsiasi accusa di neoisolazionismo. Non rappresenta l'America che disprezza l'Europa e se ne allontana inorridita. Al contrario, è un americano che conosce bene l'Europa (quella orientale in particolare), se ne occupa a fondo e la vuole diversa, modellata in funzione degli interessi degli Stati Uniti. Interessi di sicurezza, strategica ed economica, ma anche ideologici perché si basano sull'ambizioso progetto di esportare della democrazia.

L'Unione europea attuale, rappresenta il nocciolo della più grande Europa che comprende i Balcani fino al mar Nero, la Turchia e a nord anche l'Ucraina e la Lituania. Ciò non sarà possibile, naturalmente, se la Russia concepirà questa espansione come una minaccia alla sua sicurezza e sovranità. Ecco perché quella che Bruce Jackson chiama la terza fase dovrà concentrarsi sulle relazioni speciali con Mosca.

La frontiera di questa nuova Europa è la grande muraglia del Duemila? Non esattamente. Intanto perché è porosa e poi perché, in quanto muraglia della democrazia, va concepita come mobile, in continua espansione. Il baricentro di questo sistema geopolitico, inevitabilmente si sposta. Fino alla caduta del muro di Berlino, ruotava attorno al Reno. Poi il cuore dell'Europa a 25 è diventato l'Elba. Domani sarà il mar Nero. Varsavia e Ankara sostituiranno Parigi e Berlino? Ai neoconservative non dispiacerebbe, per quanto paradossale possa sembrare [...]".
B.P. Jackson ideologo dell'euro-Berlusconi, il Riformista, 23 luglio 2003
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