Partenza mattutina da Berlino. L'aereo decollava alle 6 dall'aeroporto di Tegel. Sveglia alle 4. Un po' dura ma era bellissima Berlino prima dell'alba. Aria finalmente frizzante, dopo giorni di autunno appena accennato. Umido da pioggia appena caduta. Buio pesto. In auto sulla Avus (l'autostrada cittadina) da Nikolasse in direzione Charlottenburg, pochi mezzi in movimento, targicristallo azionato, spruzzi di acqua sul vetro dalle ruote dei camion. In lontananza la torre della televisione (quella dell'Ovest) illuminata di giallo. Si piega a sinistra, in direzione Amburgo. Autostrada a tre corsie, di fianco scivolano via i casermoni prussiani, lentamente le finestre s'illuminano. Berlino si risveglia. La radio trasmette le notizie del mattino: sette gradi, molto nuvoloso, arriva il vento freddo dal nord. Arafat in coma, scontri armati in Costa d'Avorio. In Germania si litiga sulla festività del 3 ottobre, la festa della riunificazione che il Cancelliere vorrebbe spostare alla prima domenica del mese. Il cartello autostradale segnala che siamo arrivati: Tegel, a destra c'è l'uscita per l'aeroporto. Breve sosta davanti al tabellone dei voli in partenza, una sciccheria, per sapere da quale gate si partirà. Roma Fiumicino, gate n.3. Giusto il tempo per sbirciare che, alla stessa ora, ci sarebbe un volo della Tui per Antalya, uno di Easy Jet per Varsavia e uno di Lufthansa per Monaco di Baviera. Sarà per un'altra volta.