giovedì, luglio 14, 2005

Un'ordinaria giornata in Eurabia

GERMANIA, BERLINO NEL MIRINO.
Il terrorismo islamico potrebbe colpire anche in Germania e gli esecutori si trovano già nel paese e sono attenti a mantenere un basso profilo. E' quanto ha scritto oggi il quotidiano Berliner Zeitung, che cita fonti dai servizi di sicurezza tedeschi. "I servizi sono ormai certi che parecchi mujaheddin islamici vivono in Germania, soprattutto a Berlino, e sono pronti a colpire in qualunque momento, appena riceveranno l'ordine". La Germania, che non ha partecipato alla campagna militare in Iraq, sarebbe entrata nel miriro dell'integralismo islamico per la sua adesione alla lotta contro il terrorismo internazionale, soprattutto in Afghanistan, e per essersi fatta carico dell'addestramento delle forze di polizia irachene.

FRANCIA, FRONTIERE CHIUSE.
Prima giornata di controlli alla frontiera franco-italiana di Mentone, dopo la recente applicazione dell'articolo 2 del Trattato di Schengen che in casi eccezionali, in vista di un pericolo imminente per la sicurezza dello Stato, autorizza la riapertura (o chiusura, a seconda dei punti di vista) delle frontiere. L'attività di sorveglianza da parte delle autorità transalpine è per ora ripresa al valico di Ponte San Ludovico, quello che attraversa il confine a bordo mare. Nei prossimi giorni dovrebbe essere riattivata la sorveglianza anche alla stazione ferroviaria e sull'autostrada.

ITALIA, IDEE CHIARE.
Gianfranco Fini, ministro degli Esteri e presidente di An: "Dopo i recenti attentati di Londra non è necessario sospendere gli accordi di Schengen e, in materia di immigrazione, basterebbe che la legge Bossi-Fini fosse rispettata e applicata in tutte le sue parti". Ignazio La Russa, vicepresidente vicario di An: "Il Trattato di Schengen prevede che i suoi effetti vengano temporaneamente sospesi in determinate circostanze. Io non posso escludere che anche l'Italia decida, in questa occasione, di valutare di avvalersi di questa norma del Trattato". Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno di An: "Non vi sono in questo momento ragioni che impongono una misura di questo tipo".