"Tutta questa provincia della Persia fino a qui, per la via che noi abbiamo cavalcata, è paese deserto, cenericcio, cretoso, scoglioso e petroso e di poche acque: e di qui viene che dove si trovano acque sono qualche ville, in gran parte però distrutte, ciascuna delle quali ha un castello fatto di terreno. Le sementi, le vigne e i frutti sono fatti per forza di acque, in modo che dove non si hanno acque male vi si può abitare; sogliono menarle per sotto terra quattro e cinque giornate lontano dalli fiumi, d'onde le tolgono e le menano in questo modo. Vanno al fiume e fanno appresso una fossa simile a un pozzo, poi vanno cavando al dritto verso il luogo dove la vogliono condurre, con la ragion del livello, sí che abbia a descendere un canaletto il qual sia piú profondo che non è il fondo della fossa detta di sopra, e quando hanno cavato circa 20 passa di questo canaletto fanno un'altra fossa simile alla prima, e cosí di fossa in fossa menano per quei canali l'acqua dove che vogliono, over fanno (per dir meglio) l'alveo e acquedutto per il quale si possa menare. Quando hanno fornito quest'opera, aprono il capo della cava verso il fiume e le danno l'acqua, la quale per quei loro acquedutti conducono nella terra e dove vogliono, menandola per le radici dei monti e togliendola alta nel fiume, imperochè, se non facessero in cotal modo, non ci potriano stare, attendendo che quivi rare volte piove".
Iosafa Barbaro, Viaggio di messer Iosafa Barbaro gentiluomo veneziano nella Persia, 1471