Quello spicchio nel Nord-Est d'Irlanda, che è parte integrante della Gran Bretagna, ha attirato nel corso del ventesimo secolo pochi visitatori e molti reporter. Soprattutto reporter di guerra che hanno raccontato il conflitto sanguinoso tra cattolici e unionisti. Oggi la situazione è assai più tranquilla e progressi sono stati compiuti negli anni più recenti. Eppure non è difficile rintracciare angoli e atmosfere dei tempi dei troubles. Ecco un estratto di un reportage dall'Irlanda del Nord scritto nel 2001.
"Per trovare tracce del fuoco che ancora cova sotto la cenere, bisogna entrare nei bassi cattolici di Londonderry, dove i murales raccontano storie di dolore e di tragedia, lacrime e sangue, martiri ed eroi. Welcome to free Derry, è dipinto su un muro all’ingresso del quartiere e tutt’intorno sventolano le bandiere verde-bianco-arancio della Repubblica. Si entra nel ghetto, non appena lasciata alle spalle la collina del centro antico, aristocratico borgo lindo e ordinato, dall’atmosfera very british, compresa la grande caserma in cima al colle ancora circondata da robusti presidi spinati. Lassù il mondo dorato degli "inglesi", qui giù il sobborgo sgarrupato degli irlandesi, grigio e triste, con le case basse e i giardinetti ampi come francobolli, le inferriate alle finestre, i cortili abbandonati dentro i quali si accumula l’immondizia". Qui il link al reportage in versione integrale.