Alla fine se ne sono accorti pure i big (come vendite) della stampa italiana, Corriere della Sera, Reppubblica e Sole 24 Ore: la Cina sta crescendo e forse è il caso di mandarci un corrispondente. Strada aperta (si fa per dire) dal quotidiano finanziario, che a maggio ha inaugurato la sede di Pechino con Luigi Vinciguerra. La Repubblica ha da poco spedito Federico Rampini, provenienza San Francisco. Come abbia fatto a spiegarci gli Stati Uniti da San Francisco resta un mistero, come se uno raccontasse l’Europa da Reykjavik. Comunque Rampini comincia male. Ecco cosa scrive sul suo blog: “La Repubblica è del governo italiano, vero? mi chiede l'agente immobiliare Liliana Xu che mi ha trovato casa a Pechino. Quando le spiego che non solo non appartiene al governo, ma di questi tempi in Italia è considerata semmai un giornale d'opposizione, leggo la delusione sul suo viso. Credeva di avere a che fare con una sorta di alto dignitario italiano all'estero, un semi-ambasciatore insomma, non con uno sfigato di dissidente”. Allora, uno gli regala un “click” per capire qualcosa della Cina e si deve sorbire snobismi italiani radical-chic.Per il Corriere della Sera, invece, si tratta di un ritorno in una sede prestigiosa come Pechino. Il quotidiano milanese punta su Fabio Cavalera. Questa è la sua prima corrispondenza.