venerdì, settembre 09, 2005
Turchia: Pamuk a processo, UE a rischio
Poco enfatizzata in Italia la notizia che Oran Pamuk, forse il miglior romanziere turco contemporaneo, sicuramente il più moderno e "occidentale", finirà in tribunale ad Istanbul. Accusato di aver denigrato l'identità nazionale turca, Pamuk subirà un processo (dal 16 dicembre) e potrebbe essere condannato a tre anni di reclusione per aver rilasciato il 5 febbraio scorso un'intervista al quotidiano svizzero di Zurigo Tages Anzeiger nella quale dichiarava che "30mila curdi e un milione di armeni sono stati uccisi nel mio paese e nessuno ne parla mai". La questione è una sorta di tabù in Turchia. Pamuk si riferisce soprattutto al genocidio degli armeni compiuto dall'Impero Ottomano tra il 1915 e il 1917. La Turchia, che pur non contesta il numero delle vittime, si è sempre rifiutata di considerare questa strage un genocidio. Per questo, invece di dibattere la questione apertamente, sbatte gli intellettuali in tribunale. Anzi, il migliore dei suoi intellettuali. La polemica in Europa è feroce, anche perché la Turchia ha ottenuto dai 25 paesi dell'UE il disco verde per avviare i negoziati di adesione all'Unione (che inizieranno il 3 ottobre). E tuttavia molti paesi, tra cui Francia e Germania, mantengono forti riserve sull'accesso completo della Turchia. Angela Merkel in Germania e Nicholas Sarkozy in Francia (cioè due possibili futuri capi di governo) avanzano l'ipotesi di un diverso status per Ankara. L'Inghilterra, al contrario, preme con forza per l'ingresso. Vicende come quella di Pamuk (unite alle difficoltà di alleggerire il peso turco sull'isola di Cipro, ormai paese membro dell'Ue) rendono le trattative tra Bruxelles e Ankara piuttosto complesse.