C'è un bell'articolo di Anne Applebaum, pubblicato su Foreign Policy di luglio: un lungo reportage nell'altra faccia del pianeta, tra i tanti filo-americani che, specie nei paesi poveri, non hanno abboccato alla ventata globale e globalizzante dell'anti-capitalismo. Il saggio è stato pubblicato due mesi fa. Il Corriere della Sera (le cui ultime uscite puzzano tanto di anti-americanismo) ha comprato i diritti. Noi gli facciamo un piccolo dispetto (se lo merita il Corriere) e mettiamo in Rete l'inizio dell'articolo e il link al sito della Applebaum per la versione integrale del reportage. Fidatevi: in inglese è meglio. E i lettori di Walking Class (e di ToqueVille) non hanno bisogno di aspettare la traduzione del Corriere.
In Search of Pro-Americanism
by Anne Applebaum
"I was in London on the afternoon of Sept. 11, 2001, a day when strangers in shops, hearing my American accent, offered their cell phones in case I wanted to call home. That evening, parties were cancelled. The next day, political events were called off. An American friend who lives in London received a condolence card from his neighbors, whom he'd never met--and he was not alone. Overwhelmingly, the first British reaction to the terrorist attacks on Washington and New York was deeply sympathetic, and profoundly pro-American.
But so were the reactions of many others, across Europe and around the world..." [continua].