Scrutinato in Polonia il 60 per cento dei voti. Si confermano le indicazioni degli exit poll: vittoria al centrodestra diviso in due partiti, il Pis (Legge e Giustizia) più conservatore che ottiene il 27 per cento e il PO (Piattaforma civica) che raggiunge il 24 per cento. Certa ormai la sconfitta (per altro largamente annunciata) della sinistra post-comunista che aveva guidato il paese nell'ultimo decennio: il suo risultato si attesta attorno all'11 per cento, hanno pesato gli scandali di corruzione emersi negli ultimi tempi.
La BBC avanza una prima analisi sulle conseguenze di cambio di governo, evidenziando come soprattutto il partito conservatore abbia nelle sue corde una visione meno euroentusiasta rispetto alle altre forze politiche. Ad esempio, sull'ingresso nell'area euro, i leader di Legge e Giustizia sono sempre stati molto cauti. La loro vittoria può essere considerata un altro segnale di disincanto verso Bruxelles dopo i no referendari di Francia e Olanda.
La svolta politica è di grande portata e, forse, gli analisti occidentali non l'hanno ancora misurata nella sua esatta dimensione. Tra due settimane si voterà per il presidente della Repubblica. E' la prima volta, nella storia democratica polacca, che queste due votazioni giungono a distanza così ravvicinata. Se dovesse prevalere il partito conservatore dei gemelli Jaroslaw e Lech Kaczynski, il panorama politico ne sarebbe profondamente mutato, giacchè il partito Legge e Giustizia non rappresenta l'ala liberale del centrodestra, ma quella più profondamente tradizionalista e cattolica. La rivista dell'Europa centro-orientale Transition On Line delinea le prospettive di una Polonia che chiude con l'era del post-comunismo.