martedì, settembre 27, 2005
La guerra di Dresda
Non sapendo più che pesci prendere, i politici tedeschi sembrano intenzionati ad attendere il recupero elettorale di Dresda prima di far ripartire l'ennesima, sfibrante mano di poker per il cancellierato. Come si ricorderà, la morte di un candidato (per la cronaca dell'estrema destra) ha reso necessario lo slittamento del voto di quella che viene considerata la Firenze del Nord. Adesso la battaglia fra i candidati infuria e, dietro di loro, si muove la macchina dei partiti e le ambizioni dei loro leader. Alle urne sono chiamati 220mila elettori circa ma dopo lo spettacolo fornito dalla scena politica berlinese, il sospetto che in pochi andranno a votare è forte. Per quanto ci si possa ancora fidare dei sondaggi, dopo la débacle del 18 settembre, le previsioni danno un testa a testa tra i due maggiori partiti con la CDU-CSU avanti di appena 2 punti sull'SPD. Secondo il quotidiano di Dresda Sächsische Zeitung il risultato sarebbe 32 a 30. I neo-comunisti del Linkspartei si attesterebbero al 18 per cento, un buon risultato ma inferiore rispetto a quello ottenuto in altre regioni dell'ex Germania Est. D'altro canto Dresda non è il Brandeburgo e neppure Berlino Est. La sua vivacità la avvicina semmai alle regioni orientali che con maggiore dinamismo si sono affidate al libero mercato, il turismo d'arte è un punto di forza dello sviluppo culturale ed economico cittadino. E l'influenza benefica da un lato della Baviera, dall'altro della Repubblica Ceca, si fanno sentire.