
venerdì, settembre 30, 2005
Dresda, palla al centro

Quando la politica è una barba

Bucarest riscopre il quartiere francese

giovedì, settembre 29, 2005
Turchia ad ostacoli (ma con il sì italiano)

Lungo i confini d'Europa: la Bielorussia
In viaggio per Istanbul, dove lunedì prossimo partiranno i colloqui tra Ue e Turchia per l'ingresso di Ankara nell'Unione, l'inviato della BBC Nick Thorpe costeggia il nuovo confine tra la Fortezza Europa e il resto dei paesi orientali. Prima fermata lungo la frontiera che divide Polonia e Bielorussia, nel regno del comunista Lukashenko. Thorpe ci racconta le canzoni marziali nelle caserme di Brest e vede ombre cupe sulle prospettive di apertura verso l'Europa.
British Europe
Ci sono molti motivi per cui considero la via inglese l'unica percorribile per disincagliare l'Europa dalle secche su cui s'è insabbiata. Uno di questi è Mark Mardell, responsabile del dipartimento Europa della BBC che inizia da questa settimana un suo diario di curiosità e costume sulle vicende continentali. L'appuntamento è per ogni giovedì: questa è la prima puntata.
mercoledì, settembre 28, 2005
Force de Frappe

martedì, settembre 27, 2005
Satira politica: i gemelli di Varsavia
A zigo-zago c'era un Lapo
Moggi, Giraudo e Bettega? "Quei tre mi ricordano Caino e Abele. Pensa che tra tutti il più simpatico è Moggi. Ti basta per farti capire la mia opinione sulla dirigenza Juve...". A parlare così non è uno dei tanti nemici giurati della Juventus, la squadra che ha vinto più di tutte e, inevitabilmente, si attira le invidie di tutti quelli che non tifano per lei. Le parole sono di Lapo Elkann intervistato dal mensile Max, uno che se continua così potrebbe ripercorrere alla Juve la straordinaria carriera di Luca Cordero di Montezemolo.
East Watch: la Lituania vuole l'euro
Non troppo di moda nei paesi che già l'utilizzano - a causa dei prezzi aumentati dopo la sua introduzione - la Lituania vuole la moneta unica europea. E il governo ha deciso l'introduzione dell'euro a partire dal gennaio 2007 (anno nel quale dovrebbero fare il loro ingresso nella UE Romania e Bulgaria). Così, mentre nella vicina Polonia i nuovi leader della scena politica, i gemelli Jaroslaw e Lech Kaczynski, rimettono in discussione la scelta di introdurre l'euro in tempi rapidi, la Lituania accelera. Nel novembre 2006 sarà introdotta la doppia prezzatura, nelle prime due settimane di gennaio 2007 sarà in vigore la doppia circolazione (euro e lita), poi solo l'euro. E' la prima delle tre repubbliche baltiche ad aver programmato l'ingresso nell'area euro. Buona fortuna.
La guerra di Dresda

Bruxelles, autostrade a pagamento
Ormai rimane quasi solo la Germania a consentire agli automobilisti europei di non pagare il pedaggio autostradale (i tir, da qualche tempo, devono invece versare una quota). Ora anche la Vallonia, la regione francofona del sud del Belgio dove ha sede la capitale nazionale Bruxelles, mette un obolo annuale di 25 euro per finanziare la manutenzione delle sue strade veloci a partire dal prossimo primo gennaio. Lo ha annunciato Michel Daerden, ministro del bilancio della Vallonia. Forti le proteste degli irrequieti (e più simpatici) cugini fiamminghi che trovano scandaloso dover di fatto tassarsi per migliorare le strade valloni. Il capo del governo vallone, Jean-Claude Van Cauwenberghe, preferirebbe invece una via più morbida (ma non per gli automobilisti) e cioè l'introduzione simultanea della tassa sia sulle autostrade valloni che su quelle fiamminghe.
Il Belgio ha avuto una curiosa storia autostradale. Dopo la seconda guerra mondiale, la costruzione della rete venne fatta a spese dei tedeschi che dovettero pagare tale indennizzo come risarcimento per l'invasione militare del paese. Poi, sempre come indennizzo, i tedeschi si accollarono per cinquant'anni le spese dell'illuminazione di tutte le autostrade belghe. Chi ha avuto modo di atterrare di notte in uno degli aeroporti belgi con tempo sereno (cosa assai rara) avrà avuto modo di notare dall'alto la curiosa ragnatela illuminata delle varie autostrade. Un lusso, soprattutto per chi guidava di notte. Ora tutto questo è finito, l'indennizzo si è estinto, i tedeschi hanno chiuso i rubinetti e i belgi che non si potevano più permettere l'elettricità hanno spento le luci. Le autostrade sono tornate al buio. E, dal primo gennaio, pure a pagamento.
Il Belgio ha avuto una curiosa storia autostradale. Dopo la seconda guerra mondiale, la costruzione della rete venne fatta a spese dei tedeschi che dovettero pagare tale indennizzo come risarcimento per l'invasione militare del paese. Poi, sempre come indennizzo, i tedeschi si accollarono per cinquant'anni le spese dell'illuminazione di tutte le autostrade belghe. Chi ha avuto modo di atterrare di notte in uno degli aeroporti belgi con tempo sereno (cosa assai rara) avrà avuto modo di notare dall'alto la curiosa ragnatela illuminata delle varie autostrade. Un lusso, soprattutto per chi guidava di notte. Ora tutto questo è finito, l'indennizzo si è estinto, i tedeschi hanno chiuso i rubinetti e i belgi che non si potevano più permettere l'elettricità hanno spento le luci. Le autostrade sono tornate al buio. E, dal primo gennaio, pure a pagamento.
A Berlino che giorno è?

I tedeschi, ancora un po' disorientati dal carosello politico berlinese, stanno cominciando a perdere la pazienza. Otto giorni dopo il risultato elettorale che non ha consegnato al paese un governo certo, i partiti si trascinano in colloqui e trattative senza sbocco, misurando un estenuante e sfibrante braccio di ferro tra i due contendenti alla cancelleria, Angela Merkel e Gerhard Schröder. Il conclave che ha eletto un altro tedesco famoso, il Papa Joseph Ratzinger, è durato assai meno.
LA SETTIMANA DEI VETI INCROCIATI
Nella settimana passata sono tramontate tutte le soluzioni politiche alternative alla Grosse Koalition. Il governo Giamaica (CDU-CSU, Liberali, Verdi) è durato il tempo di un ballo caraibico: come giustamente ha osservato un parlamentare verde, una coalizione tanto inedita e con qualche problema di compatibilità ideologica, dovrebbe almeno esser testata a livello regionale, prima di fare il suo debutto in campo nazionale. Governi di minoranza (CDU-CSU e Liberali o la riedizione di SPD e Verdi) sono stati bocciati dai veti incrociati. Un governo tutto rosso (SPD,Verdi, Linkspartei) è stato fermamente respinto dai socialdemocratici fin dal primo momento. Dunque, si torna al capolinea, cioè all'alleanza rosso-nera.
GROSSE KOALITION MODELLO ALBANESE
Non promette un granchè, anche perché inseguendo la moda delle bandiere (tipo Giamaica) il governo è stato ribattezzato coalizione Albania, che è pure meno esotica. Il sindaco SPD di Berlino Klaus Worwereit (che guida una maggioranza con i neo-comunisti) ha chiesto al cancelliere di fare un passo indietro per consentire al suo partito di mantenere un ruolo decisivo negli equilibri politici nazionali.
IL KANZLER INCHIODATO ALLA POLTRONA
Ma Schröder non se ne vuol fare una ragione e questo sta cominciando a irritare l'opinione pubblica. Ieri la Merkel gli ha lanciato una richiesta pubblica a dimettersi per il bene del paese, ma lui ha replicato che non è in gioco la sua persona ma il partito stesso. E mentre il settimanale conservatore bavarese Focus ironizza sulla folle politica berlinese (rimpiangendo i tempi più tranquilli della Repubblica di Bonn), finanche la bibbia dei socialdemocratici Der Spiegel invita il cancelliere a farsi da parte: in fondo tra i due aspiranti è quello che ha perso di più.
lunedì, settembre 26, 2005
Forza ragazzi
Da Varsavia scacco a Bruxelles

La BBC avanza una prima analisi sulle conseguenze di cambio di governo, evidenziando come soprattutto il partito conservatore abbia nelle sue corde una visione meno euroentusiasta rispetto alle altre forze politiche. Ad esempio, sull'ingresso nell'area euro, i leader di Legge e Giustizia sono sempre stati molto cauti. La loro vittoria può essere considerata un altro segnale di disincanto verso Bruxelles dopo i no referendari di Francia e Olanda.
La svolta politica è di grande portata e, forse, gli analisti occidentali non l'hanno ancora misurata nella sua esatta dimensione. Tra due settimane si voterà per il presidente della Repubblica. E' la prima volta, nella storia democratica polacca, che queste due votazioni giungono a distanza così ravvicinata. Se dovesse prevalere il partito conservatore dei gemelli Jaroslaw e Lech Kaczynski, il panorama politico ne sarebbe profondamente mutato, giacchè il partito Legge e Giustizia non rappresenta l'ala liberale del centrodestra, ma quella più profondamente tradizionalista e cattolica. La rivista dell'Europa centro-orientale Transition On Line delinea le prospettive di una Polonia che chiude con l'era del post-comunismo.
Polonia, fortuna che c'è la stampa straniera

Se i nostri media preferiscono sempre guardarsi l'ombelico di casa, inutile lamentarsi se poi gli italiani restano convinti che i paesi dell'ex Europa orientale siano ancora lande sperdute, in preda a miseria e disgregazione, dove si rafforza sempre di più il rimpianto dei bei tempi (comunisti) andati. Molti di questi paesi, invece, oltre ad essere entrati con buone carte in regola nell'Unione Europea, hanno conosciuto e conoscono ancora una ripresa economica che fa gridare al boom, una rinascita della vita politica democratica e un'effervescenza della vita sociale che non ha pari nelle anestetizzate capitali della Vecchia Europa. Andare per credere: Good bye Lenin non abita qui. Oggi non è così difficile con i voli low cost che ci sono. Ieri s'è votato in Polonia. Non abbiamo visto o letto nessun reportage su come questo nostro partner europeo sia arrivato a un voto che segna una svolta dopo dieci anni di buono e corrotto governo socialista, che da queste parti vuol dire post-comunista. E oggi, sulle edizioni on line dei principali quotidiani, poco o nulla sui primi dati forniti dagli exit poll.
L'ANALISI SULLA STAMPA EUROPEA
Dobbiamo dunque riferirci alla stampa straniera per raccogliere informazioni. Gli inglesi sono in prima linea. Dal sito della BBC il Country profile della Polonia con i dati essenziali, i leader, gli avvenimenti, le cifre economiche e una panoramica sui media. Una ragnatela di link per approfondire la conoscenza del paese. Country briefing si chiama invece l'analogo servizio fornito dall'Economist che abbonda di informazioni economiche rispetto a quello della BBC. Alcuni servizi sono forniti a pagamento (bisogna cioè essere abbonati al settimanale), come lo speciale Limping towards normality. Analisi elettorale dai quotidiani francesi Le Figarò e Le Monde che aggiunge una considerazione sulla campagna elettorale: l'Europa è scomparsa dal confronto politico. Non ci saremmo mai aspettati che la stabile Germania, un giorno, potesse invidiare la turbolenta Polonia: è quanto fa oggi il settimanale socialdemocratico tedesco Der Spiegel spalleggiato dal conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung. Soddisfazione per la vittoria della destra esprime la rivista spagnola Libertad Digital. Ma se avete il fegato di tuffarvi nelle bellezze della lingua slava, allora ecco a voi il principale quotidiano polacco, la Gazeta Wyborcza: grafici e foto, comunque, sono comprensibili.
LA POLONIA DI WALKING CLASS
Non potevano mancare sulla Polonia i vecchi reportage di Walking Class. Sono stati scritti in anni diversi. Può essere utile leggerli per ripercorrere le tappe del cambiamento polacco:
- Ideazione - Polonia luci e ombre della nuova era (settembre 2001);
- Emporion - C'era una volta l'Est (giugno 2002);
- Ideazione - Polonia, il gigante dell'Est (maggio 2004);
- Ideazione - East Side Story. Viaggio nella Nuova Europa (luglio 2004).
domenica, settembre 25, 2005
Polonia, conservatori davanti ai liberali

AGGIORNAMENTI DA BBC NEWS.
Idraulici polacchi verso la Svizzera
Referendum in Svizzera sull'apertura del mercato del lavoro ai 10 nuovi paesi dell'Unione Europea. Vincono i sì, con il 56 per cento (i no si fermano al 44). Quindi niente più restrizioni anche per gli idraulici polacchi che tanta preoccupazione avevano suscitato nei cosmopoliti francesi. La Svizzera è un bel paese, pulito e ordinato, pieno di verde, fiumi, laghi, montagne e aria buona. E ha bisogno di braccia straniere per frar andare avanti le proprie industrie: perché tenere le porte chiuse ai cittadini scongelatisi da decenni di dittatura comunista?. Inoltre, poiché gli svizzeri non sembrano avere i paraocchi francesi, l'opportunità è reciproca: gli svizzeri potranno andare a lavorare in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia, Estonia, eccetera eccetera. Quote fino al 2011, poi libertà assoluta. Un buon passo in avanti verso l'integrazione dei popoli. Peccato sia avvenuto in un paese extra Ue.
Ci siamo presi l'iPod
Grazie alle fesserie del Financial Times possiamo dire di aver conquistato uno degli oggetti più alla moda degli ultimi anni: l'iPod è di destra. Individualista, simbolo della degenerazione della società e dell'alienazione dei giovani, il perfido strumento è anche bushiano. Poi dicono che a destra non siamo fighetti. La segnalazione è dovuta a Camillo, che linko qui perché il "ragazzo" si ostina a non mettere i permalink.
venerdì, settembre 23, 2005
Al voto la Polonia idraulica

Ma tutte le vicende politiche hanno una fine, spesso poco gloriosa. Così il governo di sinistra ha esaurito la sua spinta propulsiva e ha affogato gli ultimi anni in un triste declino fatto di corruzione, scandali e mancanza di vivacità: il candidato Wlodzimierz Cimoszewicz si è ritirato dalla competizione per un grave scandalo quando era ancora in testa nei sondaggi e ora gli ultimi poll assegnano all'Alleanza il 4 per cento dei voti, una catastrofe che li estrometterebbe dal nuovo Parlamento.
Secondo i sondaggi, adesso tocca alla destra. Se ne confrontano due, quella più liberale, Piattaforma Civica, guidata dal candidato presidenziale Donald Tusk, che presenta come aspirante primo ministro Jan Rokita e quella conservatrice, Legge e Giustizia, capeggiata dai gemelli Jaroslaw e Lech Kaczynski, quest'ultimo candidato alla presidenza. I sondaggi sono incerti: per lungo tempo ha guidato la corsa la Piattaforma Civica, nelle ultime settimane i gemelli hanno recuperato e un istituto di ricerca li dà avanti di un punto.
E' la prima elezione che avviene in Polonia dalla morte di Papa Giovanni Paolo II.
Curiosità sul voto di Varsavia dal sito della BBC, dal quale prendiamo anche un reportage sulla buffa campagna elettorale dei gemelli. L'analisi sulla situazione politica e sulle prospettive del cambio di governo l'affidiamo invece alla rivista Transition On Line. In italiano le ultime turbolenze elettorali dalla rivista on line Caffè Babel.
Vengo anch'io, no tu no

giovedì, settembre 22, 2005
Terrorismo, simulazione a Rieti

Si è dimesso Siniscalco
Per il momento solo la notizia, battuta in nottata dalle agenzie: si è dimesso il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco. Motivi del dissenso: caso Fazio e Finanziaria. Su Fazio fatti e ultimatum sono noti. Sui contenuti della Finanziaria polemiche e veti erano nati nei giorni scorsi da parte di Lega e Udc (nell'ambito dello scontro sulla leadership della coalizione), tanto da rendere opportuno un incontro tra i leader dei partiti della Casa della Libertà per appianare i contrasti. Ora Siniscalco se ne va con la legge in mezzo al guado. Prime ipotesi: interim di Berlusconi o ritorno di Giulio Tremonti. Per il governo, a prescindere dal giudizio negativo che qui diamo dell'opera di Siniscalco e conseguentemente di quella dell'esecutivo nei temi economico-fiscali nell'ultimo anno, è l'ennesimo intoppo a sette mesi dal voto. Sempre che si arrivi alla fine della legislatura. Qui, ben prima dei casi Koizumi e Schroeder, si è sempre sostenuto che sarebbe stato meglio per il centrodestra e per il paese, andare a votare dopo la sconfitta delle Regionali. Ci saremmo risparmiati lo sfilacciamento del tutto prevedibile di questi ultimi mesi. Sul ministro rientrante all'Università, voglio solo aggiungere che noi non lo avremmo mai messo in quel posto di responsabilità, già avevamo dato con Ruggiero. E Fausto Carioti spiega perché.
UPDATED ore 13. Visto che a questo post tocca tenere alta la cronaca, il presidente del Consiglio s'è recato da Ciampi. Indiscrezioni: il capo dello Stato ha chiesto una rapida nomina del sostituto di Siniscalco, escludendo quindi l'ipotesi di interim anche in considerazione della riunione del Fondo monetario a Washington. Alle 13 si riunisce An, nel pomeriggio, forse, vertice di maggioranza. Lo chiede Buttiglione, lo aveva chiesto ieri Fini. Seduta sospesa alla Camera, prosegue al Senato tra le proteste dell'opposizione. Prodi a nome dell'Unione chiede le dimissioni del governo, l'esercizio provvisorio, nuove elezioni.
UPDATED ore 15. Riunito e concluso il vertice della Lega a casa Bossi. Dichiarazioni rassucuranti dell'Udc Baccini. Berlusconi ha incontrato Casini. All'uscita, sorridente, ha detto ai cronisti che entro le 17 verrà scelto il nuovo ministro dell'Economia e domattina sarà comunicato ufficialmente a Ciampi. La Casa delle Libertà avrebbe trovato l'accordo sul nome. Giulio Tremonti, uno dei papabili, interrogato dai giornalisti a Milano ha replicato: "No comment". L'Unione ironizza e convoca il verticione dei tanti leader per domattina alle 9.
UPDATED ore 19. Giulio Tremonti, vicepresidente del Consiglio, torna al ministero dell'Economia, dal quale era stato silurato poco più di un anno fa. Ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Ciampi e poi è partito immediatamente alla volta di Washington per partecipare alla riunione del Fondo monetario. Berlusconi ha anche ufficialmente preso posizione sul caso-Fazio: la sua permanenza non è più opportuna.
UPDATED ore 13. Visto che a questo post tocca tenere alta la cronaca, il presidente del Consiglio s'è recato da Ciampi. Indiscrezioni: il capo dello Stato ha chiesto una rapida nomina del sostituto di Siniscalco, escludendo quindi l'ipotesi di interim anche in considerazione della riunione del Fondo monetario a Washington. Alle 13 si riunisce An, nel pomeriggio, forse, vertice di maggioranza. Lo chiede Buttiglione, lo aveva chiesto ieri Fini. Seduta sospesa alla Camera, prosegue al Senato tra le proteste dell'opposizione. Prodi a nome dell'Unione chiede le dimissioni del governo, l'esercizio provvisorio, nuove elezioni.
UPDATED ore 15. Riunito e concluso il vertice della Lega a casa Bossi. Dichiarazioni rassucuranti dell'Udc Baccini. Berlusconi ha incontrato Casini. All'uscita, sorridente, ha detto ai cronisti che entro le 17 verrà scelto il nuovo ministro dell'Economia e domattina sarà comunicato ufficialmente a Ciampi. La Casa delle Libertà avrebbe trovato l'accordo sul nome. Giulio Tremonti, uno dei papabili, interrogato dai giornalisti a Milano ha replicato: "No comment". L'Unione ironizza e convoca il verticione dei tanti leader per domattina alle 9.
UPDATED ore 19. Giulio Tremonti, vicepresidente del Consiglio, torna al ministero dell'Economia, dal quale era stato silurato poco più di un anno fa. Ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Ciampi e poi è partito immediatamente alla volta di Washington per partecipare alla riunione del Fondo monetario. Berlusconi ha anche ufficialmente preso posizione sul caso-Fazio: la sua permanenza non è più opportuna.
mercoledì, settembre 21, 2005
Germania 02, tre anni perduti
E' un articolo scritto tre anni fa durante la campagna elettorale che vedeva contrapposti Gerhard Schröder ed Edmund Stoiber. Lo ripropongo perché i problemi di allora sono gli stessi di oggi. Tre anni fa i tedeschi cercarono la soluzione nel riformismo graduale offerto dal cancelliere: non ha funzionato e i problemi si sono - se possibile - aggravati. Oggi una buona parte di quei cittadini sembra aver votato contro qualsiasi tipo di riformismo, sia quello graduale di Schröder che quello più deciso della Merkel. Un brutto segnale per la Germania e per l'Europa.
Al voto un paese diviso e incerto.
Berlino. Freddo, uragani e inondazioni. E' il bilancio meteorologico di questa estate tedesca che sarà ricordata come una delle più catastrofiche di tutti i tempi. Ma potrebbe essere anche il barometro della politica, mai così turbolenta e contrastata negli ultimi vent'anni. La campagna elettorale che si concluderà il 22 settembre con il rinnovo del cancelliere e del Bundestag viene combattuta dai due contendenti - il cancelliere uscente Gerhard Schröder (Spd) e lo sfidante Edmund Stoiber (Cdu-Csu) - in un clima di forte conflittualità. La Germania ha perso la sua verginità. Scandali e dimissioni a catena in politica, recessione e disoccupazione a livelli record in economia. Questa non è più un'isola felice ma un paese grande e grosso con mille problemi da risolvere [continua su Ideazione.com].
Al voto un paese diviso e incerto.
Berlino. Freddo, uragani e inondazioni. E' il bilancio meteorologico di questa estate tedesca che sarà ricordata come una delle più catastrofiche di tutti i tempi. Ma potrebbe essere anche il barometro della politica, mai così turbolenta e contrastata negli ultimi vent'anni. La campagna elettorale che si concluderà il 22 settembre con il rinnovo del cancelliere e del Bundestag viene combattuta dai due contendenti - il cancelliere uscente Gerhard Schröder (Spd) e lo sfidante Edmund Stoiber (Cdu-Csu) - in un clima di forte conflittualità. La Germania ha perso la sua verginità. Scandali e dimissioni a catena in politica, recessione e disoccupazione a livelli record in economia. Questa non è più un'isola felice ma un paese grande e grosso con mille problemi da risolvere [continua su Ideazione.com].
Regalo: le frecce tricolori

L'annus horribilis dell'Europa

NUMERO SPECIALE DEL QUINDICINALE DI GEOECONOMIA EMPORION.
L'ARCHIVIO DEI NUMERI DI EMPORION SU EUROPA E DINTORNI.
Da Parigi a Berlino l'impasse europea

martedì, settembre 20, 2005
Gehen wir nach Jamaica

Nel frattempo i due partiti maggiori affilano le armi per il confronto previsto giovedì prossimo. Ed eleggono (o confermano) i loro segretari. L'Spd affida a Franz Müntefering il 95 per cento dei consensi con 200 voti su 210, la CDU-CSU rafforza Angela Merkel dandole 219 voti su 222 e confermando di fatto la volontà di proporla alla guida del governo di unità nazionale. L'SPD, invece, dopo aver insistito per la conferma del cancelliere, sarebbe pronta a cedere la guida del governissimo a un esponente della CDU che non sia la Merkel. Per la Giamaica, toccherà aspettare.
lunedì, settembre 19, 2005
Il male tedesco (ed europeo)

EST MANGIA OVEST
Molti commentatori hanno sottovalutato il peso dell'Est. Il discorso è lungo e complesso e lo svolgeremo sul sito di Ideazione e nelle pagine cartacee della rivista. Il dato elettorale è tuttavia chiaro: ha scelto l'Est, hanno deciso i Laender orientali (e manca ancora il dato di Dresda, che arriverà fra due settimane). S'è avverata la profezia di Edmund Stoiber, che in campagna elettorale tuonò contro l'ipotesi che "alla fine fossero i frustrati dell'Est a decidere il nuovo cancelliere". Quindici anni fa, quando il sistema di socialismo reale crollò, sembrò che la Germania dell'Ovest potesse inglobare in una ventina di anni la Germania dell'Est: si parlò, polemicamente, addirittura di anschluss. Oggi è l'Est che sta inglobando l'Ovest. Come un ragno mortale lo ha spremuto, poi narcotizzato, quindi illuso (do you remember Good Bye Lenin?): oggi gli scarica addosso il fallimento di una riunificazione condotta (dai conservatori come dai socialdemocratici) in nome dello "stato sociale per tutti" e non delle riforme lacrime e sangue. Il risultato è che in Polonia, in Slovacchia e nei Paesi Baltici si attirano investimenti in nome della flat tax, in Germania Est il veleno della disoccupazione gonfia un mercato del lavoro troppo rigido e protetto.
Approfondimenti dai media italiani e stranieri:
- Carlo Bastasin sulla Stampa descrive l'italianizzazione della politica tedesca;
- Franco Venturin sul Corriere della Sera analizza i complessi scenari post-elettorali;
- Victorino Matus racconta l'atmosfera in diretta da Berlino per i lettori del Weekly Standard;
- Ray D. su Davids Medienkritik penetra negli aspetti psicologici che avvelenano la società tedesca di oggi;
- Gabor Steingart racconta sul Wall Street Journal (via Der Spiegel) l'anima impaurita dei tedeschi;
- Stefan Berg, Steffen Winter e Andreas Wassermann in una approfondita inchiesta su Der Spiegel (in inglese) sul fallimento della riunificazione tedesca.
domenica, settembre 18, 2005
Grosse Koalition

NUOVO POST SU WALKING CLASS: IL MALE TEDESCO (ED EUROPEO)
Perdono voti e consensi. L'SPD meno del previsto, la CDU oltre ogni ragionevole previsione. Assieme proveranno a formare un governo stabile per governare il paese e realizzare le riforme. A caldo, il risultato è davvero incredibile. Nessun sondaggio aveva misurato il flop di Angela Merkel, nessuna analisi aveva monitorato quanto a sinistra fosse il cuore di questa Germania.
UNA MAGGIORANZA DI SINISTRA
In teoria, la sinistra potrebbe continuare a governare, registrando gli umori dell'elettorato e colorando un po' più di rosso la propria maggioranza. Quanto perso dall'SPD è finito nella bisaccia della Linkspartei, i verdi hanno tenuto: i tre partiti della sinistra, assieme, superano il 50 per cento. Solo motivi di opportunità consigliano Schröder di non tentare questa carta. Ma il suo partito, per bocca del suo portavoce, è stato chiaro: i risultati dicono che dobbiamo essere noi a guidare il prossimo governo, dovrà essere Schröder che esce rafforzato dal suo azzardo politico di andare al voto anticipato.
IL RITORNO DEL CANCELLIERE
Il cancelliere si presenta ai suoi un'ora buona dopo i primi exit poll. Alza il pollice, mostra le mani giunte in segno dei vittoria. Si gode un applauso lungo minuti, come non ne sentiva da anni, come non avrebbe mai immaginato solo due mesi fa. Lo scampato pericolo gli restituisce vigore, tanto da chiedere la testa della sua avversaria: "Non parteciperemo a un governo di coalizione con una CDU guidata dalla Merkel". Io posso restare cancelliere senza fare accordi con l'estrema sinistra. Obiettivo? Una coalizione "semaforo", rosso-verde-gialla con i liberali a rafforzare il lato moderato del governo (VIDEO).
LIBERALI TRA FEDELTA' E TENTAZIONI
Westerwelle (liberali) esulta a metà. Per i "gialli" è un gran successo, ma non basta ad andare al governo. Ribadisce la volontà di non tradire il mandato elettorale: indisponibilità per una maggioranza "semaforo". Spera, forse, in un governo di minoranza con la CDU.
LA LUNGA NOTTE DI ANGIE
La CDU accusa il colpo. In flessione addirittura rispetto alle elezioni del 2002, Angela Merkel tramonta d'un colpo come leader politico in ascesa. Con grande dignità affronta la platea scioccata dei suoi, ma non può nascondere la grande delusione per la sconfitta imprevista. Tocca a Stoiber annunciare le mosse del partito: siamo i più votati, tocca a noi, tocca ad Angela Merkel prendere in mano il pallino delle trattative per formare un nuovo governo. Lei annuisce e declama la strategia: il tempo della campagna elettorale è finito, si apre quello della collaborazione. Grosse Koalition, due anni di riforme e poi di nuovo al voto. Oppure il tentativo difficile di un governo di minoranza. Oppure un governo di coalizione lasciando la guida ad altri. Bisognerà misurare la sua capacità di leadership quando, da domani, nel partito partirà la resa dei conti. Non è il dopo-voto che Angela Merkel si era immaginata (VIDEO).
Germania 05 - Le vere poste in gioco

I notiziari televisivi italiani non ci hanno aiutato a comprendere i veri termini della questione tedesca. Assai migliore il lavoro di alcuni quotidiani (Riformista, Foglio, Corriere della Sera) e dei blog che hanno permesso link e approfondimenti attraverso la stampa on line straniera. A sentire le improvvisate cronache degli inviati dell'ultimora (a Tg5, Tg3 e SkyTg 24 la palma d'oro per la loro insipienza) c'è un testa a testa fra Merkel e Schröder e il cancelliere uscente, questa sera, potrebbe guadagnare il suo terzo mandato.
La chiusura degli uffici di corrispondenza all'estero operata da molte testate giornalistiche italiane ha immiserito la capacità di comprendere e spiegare agli italiani gli altri paesi, pure quelli più vicini. Come sanno i lettori di Walking Class, dopo le 18 (ora del primo e normalmente decisivo exit poll) sapremo se: Angela Merkel potrà guidare un governo di centrodestra con i liberali; dovrà provare a formare una Grosse Koalition con l'SPD concordando un chiaro e definito pacchetto di riforme, due o tre punti per muovere l'impasse economico della Germania e poi, verosimilmente, tornare al voto. Non c'è, al momento, alcuna possibilità di un governo di sinistra con SPD, Verdi e Linkspartei. La formula, in funzione a Berlino e in alcune altre realtà locali dell'ex Germania Est, non sarebbe ben accetta ad Ovest e l'SPD non correrebbe il rischio di inimicarsi la parte più dinamica del paese e in più dare spazio politico a un concorrente pericoloso come il Linkspartei. Gerhard Schröder chiude oggi la sua lunga stagione politica. Se costringerà la CDU alla Grosse Koalition sarà il suo ultimo capolavoro politico. Se non passerà alla storia (a nostro giudizio l'esperienza rosso-verde, vissuta come l'ascesa generazionale dei sessantottini al potere, è stata molto deludente) qualche nota in cronaca se la sarà guadagnata. Ma cederà il passo: i partiti politici funzionano così, si pensa anche al futuro e a lasciare a chi verrà un partito non al disarmo (lezione per Berlusconi).
Lo sdoppiamento della sinistra tedesca, con la nascita alla sinistra dell'SPD di una formazione comunque agibile su tutto il territorio nazionale è stata la vera novità della campagna elettorale. Questa formazione è oggi alla prova del voto. Se riuscirà a conquistare i voti che gli assegnano i sondaggi e dunque a sfondare ad Ovest, il panorama politico tedesco dovrà essere aggiornato.
L'eventuale vittoria del centrodestra è foriero di cambiamenti sostanziali nella politica estera del paese. E dell'Europa. Addio asse carolingio franco-tedesco, maggiore sintonia con Tony Blair, ritorno a un rapporto forte con gli Stati Uniti, minori tensioni con l'Italia (per quel che vale). In attesa che anche la Francia volti le spalle a Chirac e torni a far politica in campo aperto. Ritorno di attenzione per l'Europa centro-orientale, bistrattata e dimenticata da un supponente Schröder. Quanto alla Russia, qui le linee di politica estera tedesche sono le stesse da sempre: un rapporto forte, cementato da interessi diretti in campo energetico.
Alcuni link per seguire la giornata elettorale in Germania (si vota fino alle 18):
- Frankfurter Allgemeine Zeitung, la cronaca del voto (in tedesco);
- Der Spiegel, la lunga strada verso il voto (in inglese)
- Der Tagesspiegel, gli occhi del mondo su Berlino (in tedesco);
- Süddeutsche Zeitung, un'analisi critica della Merkel da quotidiano di area socialdemocratica (in tedesco);
- Merkur, Paul Kirchhof secondo Paul Kirchhof (in tedesco);
- Deutsche Welle, l'Europa attende il risultato (in inglese);
- Caffè Babel, come cambia la Germania se vince Angela Merkel (in italiano).
venerdì, settembre 16, 2005
Germania 05 - Sciacalli a sinistra

Kaziri di tutto il mondo, unitevi!

Germania 05 - Vento dell'Ovest, vento dell'Est

Germania 05 - Sondaggi (-2)

Nel dettaglio la novità più interessante di oggi viene dall'istituto Allensbach (utilizzata dal quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung) e va letta con grande attenzione. Il dato grezzo è il seguente (tra parentesi la variazione rispetto alla rilevazione di due giorni fa). Partiti: CDU-CSU 41,5 (-0,2) - SPD 32,5 (-0,4) - LINKSPARTEI 8,5 (--) - FDP 8 (+1,0) - VERDI 7,0 (-0,2). Coalizioni: CENTRODESTRA 49,5 (+0,8) - CENTROSINISTRA 39,5 (-0,6) - ROSSOROSSOVERDI 48,0 (-0,6) - GROSSE KOALITION 74,0 (-0,6).
Tendenza: secondo studi elettoralistici realizzati dallo stesso istituto Allensbach, con questi dati il centrodestra sarebbe in grado di ottenere una sia pur strettissima maggioranza di seggi anche con il 49,5 per cento. Si darebbe vita dunque a un governo con CDU-CSU e liberali guidato da Angela Merkel. Rispetto ai dati di due giorni fa, si registra un lieve calo dei partiti maggiori, più contenuto per la CDU, più esplicito per l'SPD. Segno di un minore gradimento anche per l'ipotesi della Grosse Koalition. Non si muove più nulla a sinistra, dove si registra la tenuta dell'estrema sinistra (Lafontaine e Gysi) e il lieve decremento dei Verdi. Decisivo, invece, il balzo in avanti dei liberali, con un 1 per cento secco, che riporta il partito di Westerwelle ai livelli del mese di agosto e consente al centrodestra di riavvicinarsi alla soglia della vittoria.
Oggi è giunta anche l'indicazione dell'istituto Forsa per la rete televisiva privata RTL che ribadiva invece la sostanziale parità tra i due schieramenti. Forsa non fornisce dati precisi ma "forchette": le oscillazioni tra uno e due punti non si distaccano troppo dai dati di Allensbach. CDU-CSU 41/43 - SPD 32/34 - LINKSPARTEI 7/8 - FDP 7/8 - VERDI 6/7. Come coalizioni, il centrodestra è dato tra il 48 e il 51 per cento: un pendolo che oscilla tra la Grosse Koalition e il governo di centrodestra (il campo avverso, estrema sinistra compresa, tra il 45 e il 49).
E comunque l'esperto di statistica Walter Krämer, intervistato da Deutsche Welle, avverte: per quanto accurati siano i sondaggi, solo Dio sa come voteranno domenica gli elettori. Vorrà dire qualcosa che il Papa è bavarese?
Andrea Marcenaro Show
Di tanto in tanto ci facciamo prestare la penna e l'ingegno da Andrea Marcenaro e dalla sua rubrica Andrea's Version sul Foglio. Oggi è uno di quei giorni.
Basta, oggi si vola alto. Mentre gli gnomi della politica italiana si arrabattavano nelle miserie locali, un uomo che in tempi più felici avremmo chiamato senz’altro il Grande Timoniere, e oggi semplicemente l’Amor nostro, stava operando sul proscenio di New York. Dal palazzo dell’Onu, o come direbbe convinto Walter Veltroni, “dal posto dove si discutono e si decidono le cose del mondo”, quell’uomo guidava con essenziali cenni della mano sinistra le vicenduzze di casa nostra, ma era con i potenti della Terra che impegnava la destra. Ariel Sharon lo cercava, George Bush lo coccolava, lo sguardo glaciale dello stesso Putin scrutava gli occhi suoi per coglierne anche solo un proponimento, uno stato d’animo, un semplice accenno di intenzione. Egli scivolava tra i grandi corridoi del Palazzo di vetro dispensando a chi un consiglio e a chi suggerendo un gesto di riconciliazione, quasi che stesse percorrendo una sua personalissima road map. E poi saliva, l’Amor nostro, saliva, era salito così in alto che di più non si poteva. Solo a quel punto si rivolse a Kofi Annan: “Che ne direbbe di un ripetitore qui?”.
Basta, oggi si vola alto. Mentre gli gnomi della politica italiana si arrabattavano nelle miserie locali, un uomo che in tempi più felici avremmo chiamato senz’altro il Grande Timoniere, e oggi semplicemente l’Amor nostro, stava operando sul proscenio di New York. Dal palazzo dell’Onu, o come direbbe convinto Walter Veltroni, “dal posto dove si discutono e si decidono le cose del mondo”, quell’uomo guidava con essenziali cenni della mano sinistra le vicenduzze di casa nostra, ma era con i potenti della Terra che impegnava la destra. Ariel Sharon lo cercava, George Bush lo coccolava, lo sguardo glaciale dello stesso Putin scrutava gli occhi suoi per coglierne anche solo un proponimento, uno stato d’animo, un semplice accenno di intenzione. Egli scivolava tra i grandi corridoi del Palazzo di vetro dispensando a chi un consiglio e a chi suggerendo un gesto di riconciliazione, quasi che stesse percorrendo una sua personalissima road map. E poi saliva, l’Amor nostro, saliva, era salito così in alto che di più non si poteva. Solo a quel punto si rivolse a Kofi Annan: “Che ne direbbe di un ripetitore qui?”.
Pandemia, alla ricerca della verità

In più, in lingua inglese, rimando a una serie di link dalla rivista bimestrale americana Foreign Affairs che, nel numero di luglio-agosto ha dedicato una corposa sezione all'ipotesi di una prossima pandemia. Dato il taglio geopolitico della rivista, molti articoli si occupano delle conseguenze sociali e politiche dell'influenza. Gli articoli sono: Preparing for the Next Pandemic di Michael T. Osterholm e The Next Pandemic? di Laurie Garrett. Il sito on-line della rivista offre anche un breve estratto di altri due articoli: The Human-Animal Link di William B. Karesh e Robert A. Cook e The Lessons of HIV/AIDS di Laurie Garrett.
giovedì, settembre 15, 2005
Germania 05 - Supplementari o golden gol?

Dunque, nessun tempo supplementare? Nessuna nuova campagna elettorale per provare a dare un governo certo e solido alla Germania? Chissà. Certo è che a pochi metri dal traguardo, dalle parti della CDU si è tornati a respirare aria buona. Una sensazione. Un ritrovato vigore negli ultimi comizi di Angela Merkel. Una quasi impercettibile ripresa nei sondaggi. E se invece dei supplementari, Angie segnasse il golden gol all'ultimo secondo? Qui azzardiamo: abbiamo l'impressione che i sondaggi (certamente accuratissimi) stiano leggermente sovrastimando l'SPD del cancelliere. Aspettiamo dati più aggiornati.
Prima di andare al cinema...

mercoledì, settembre 14, 2005
Germania 05 - Sondaggi (-4)

Tendenza nelle ultime 24 ore: lieve calo dei due partiti maggiori (CDU-CSU e SPD), lieve recupero dell'estrema sinistra (Linkspartei) e dei liberali. Sostanzialmente stabili i Verdi. Si tratta di spostamenti lievissimi, nell'ambito di decimali. E tuttavia, se si prendono in considerazione i due schieramenti, quello di centrodestra torna a riavvicinarsi alla soglia del 50 per cento. A sinistra sembra finito il recupero dell'Spd sull'estrema sinistra e anzi la tendenza pare invertirsi. Il cancelliere perde consensi a sinistra a beneficio di Lafontaine e Gysi.
Indecisi: estremamente importante il dato rilevato dall'istituto Allensbach. A quattro giorni dal voto, il 30 per cento dei cittadini dichiara di non aver ancora deciso se andare a votare o meno. Una cifra ancora molto alta che può determinare cambiamenti rilevanti anche all'ultimo momento, giacché sembra una volata che si deciderà sul filo del voto.
Fonti: Frankfurter Allgemeine Zeitung, Der Spiegel, Cicero, Wahlrecht.
Germania 05 - Il rischio consociativo

Germania 05 - In difesa di Paul Kirchhof

Europei né fighi né gasati
Dati di agosto: cresce il mercato auto in Europa ma cala la fetta di mercato della Fiat. Pare che gli europei non si sentano ancora così fighi da mettersi al volante di un auto torinese. E neppure tanto gasati. Che dici, Lapo: li gasiamo?
Ucraina, i daltonici e l'amico Vladimir
Quando ho letto sul blog dell'amico Poganka che Putin s'era messo in agenda una puntata a Kiev e che ci avrebbe pensato lui a benedire l'arancio sbiadito del nuovo corso di Yushchenko, a noi daltonici è venuto un colpo. Ecco dove finiscono le transizioni che si compiono troppo vicine a Mosca: finiscono al Cremlino. E siccome da queste parti non va troppo a genio la nouvelle vogue berlusconiana dell'amico Vladimir, urge ribadire che a noi daltonici non piace che l'ex agente del KGB metta il naso in casa d'altri e non piace che il signor Aranciolino, ovvero quel Victor Yushchenko che ha scaricato sull'improvvida Julia tutto il marciume del suo entourage, gli spalanchi le porte per puntellare il proprio potere. L'Europa dice di osservare con molta attenzione e un po' di preoccupazione le vicende di Kiev. Ci crediamo poco. La democrazia. Le riforme economiche liberali. L'anima europea. Il buon vicinato con la Russia. Tutto bene se si riesce a impostare un progetto politico equilibrato. Ma se le resistenze degli apparati sono fortissime non basta dare la colpa all'impreparazione o all'approssimazione della "nuova" classe dirigente e avallare un ritorno al passato. I cittadini arancioni noi li vediamo ancora e sono i primi ad essere delusi dalla deriva della transizione. Ma sono i primi a vedere come fumo agli occhi il nuovo attivismo che corre lungo la linea Kiev-Mosca.
UPDATED. Qui la risposta di Poganka, che articola il suo ragionamento offrendoci un quadro vivo dell'attuale realtà ucraina e degli interessi che le si muovono attorno.
Ai lettori di Walking Class offriamo una serie di analisi e spunti con diversi punti di vista (anche rispetto a quelli espressi su questo blog) sulla questione ucraina:
UPDATED. Qui la risposta di Poganka, che articola il suo ragionamento offrendoci un quadro vivo dell'attuale realtà ucraina e degli interessi che le si muovono attorno.
Ai lettori di Walking Class offriamo una serie di analisi e spunti con diversi punti di vista (anche rispetto a quelli espressi su questo blog) sulla questione ucraina:
- il link all'Ukrayinska Pravda che riporta le parole testuali di un'intervista a Julia Tymoshenko rilasciata in tv all'indomani del suo siluramento;
- il link a Radio Free Europe/Radio Liberty per un'altra intervista a Julia Tymoshenko di Maryna Pyrozhuk sui retroscena della lotta di potere a Kiev: questa intervista è stata realizzata prima dell'estate;
- un lungo giro d'orizzonte, sempre dall'Ukrayinska Pravda, con politici, commentatori e intellettuali sui motivi della crisi e sui possibili sviluppi;
- l'analisi di Transition On Line, la rivista telematica sull'Europa centro-orientale, che gioca sul parallelismo con il personaggio dei cartoni belga Tin Tin;
- l'opinione di Roman Kupchinsky da Radio Free Europe/Radio Liberty;
- l'aggiornamento quotidiano del blog KievUkraine che segue in presa diretta le utlime turbolenze politiche a Kiev;
- un saggio dello scorso gennaio di Radek Sikorsky (AEI) sui problemi tra la Russia e i paesi limitrofi che facevano parte del vecchio impero sovietico.
Pacs
Sui Pacs questo blog si era già espresso un paio di mesi fa. Preme ribadire: sono d'accordo con la regolamentazione delle unioni di fatto. Mi pare che su questo tema anche molti cattolici abbiano posizioni articolate. Sarebbe utile che molti esponenti politici si fermassero un secondo a ragionare, perché la questione è seria e la deriva zapateriana non c'entra proprio nulla.
Il suicidio proporzionale
Ma perché tutte le rivoluzioni devono finire in burla? C'è un problema elettorale in questo paese ed è che si vota con cento sistemi diversi ad ogni elezione. Ogni volta, anche chi non è proprio a digiuno di politica, si deve fermare davanti ai seggi per studiare sugli appositi cartelli come cavolo si deve mettere la croce, nome, simbolo, gruppi di partiti e amenità varie. Una cosa, una cosa sola questa seconda repubblica ci aveva portato. Un incerto sistema maggioritario con il quale non abbiamo ancora capito come fare del bene all'Italia (giacché siamo costretti a cambiare maggioranza ad ogni elezione per manifesta incapacità dei governi a fare il loro dovere) ma almeno abbiamo capito come fare del male ai politici che non se la cavano: li mandiamo a casa. Toglieteci pure questo e avete completato la frittata. Berlusconi ha deciso di scrivere il proprio testamento politico. Lasci il compito all'Udc ed eviti almeno di metterci la firma sopra.
martedì, settembre 13, 2005
Polonia, maschilismo imprenditoriale
Maschilismo ma anche una certa inventiva per gli affari negli ex paesi del comunismo. Sesso gratis se l'acquisto supera i 25mila euro. Se siete interessati all'offerta, trasferitevi a Elblag, piccolo centro della Polonia settentrionale. Dovete acquistare merce da un supermercato per materiali da costruzione. Il bonus verrà consumato in una delle case d'appuntamento nei paraggi del supermercato. Il titolare assicura che per ora nessuno ha voluto usufruire dell'opportunità. E si giustifica: gli affari vanno male, dovevo inventarmi qualche incentivo.
lunedì, settembre 12, 2005
In difesa dello Stato di Israele

Non lo si potrebbe dir meglio
E' su TocqueVille, ha ottenuto oltre 20 commenti. E' l'articolo di Fausto Carioti di sabato 10 settembre su Libero, riportato sul suo blog "A Conservative Mind". Siccome di questo argomento (Forza Italia, Berlusconi, i compromessi, Gianniletta, la deriva democristiana di Palazzo Chigi) ne abbiamo parlato tanto e Walking Class non ha più la forza e la voglia di scriverne, ci affidiamo a chi lo ha fatto come meglio non si potrebbe. A proposito dell'intervento di Brunetta a Gubbio, RadioWeblog ci permette di riascoltarlo con un click. Anzi, due.
domenica, settembre 11, 2005
9/11

sabato, settembre 10, 2005
Geopolitica alla barese
Si è conclusa a Bari la giornata inaugurale della Fiera del Levante con l'intervento del presidente del Consiglio. Il presidente della Regione Nichi Vendola ha rimediato al grave sgarbo istituzionale che aveva compiuto qualche giorno prima, affermando che Berlusconi sarebbe giunto in Puglia come uno straniero. Il garbo istituzionale è sempre complicato da apprendere se si frequentano per troppo tempo i circoli dell'antagonismo militante. Ma le cronache ci dicono che Nichi ha riparato, dimostrandosi affabile e cordiale con il premier. Meglio così, per lui e per noi. Magari ha imparato e la prossima volta si comporterà da subito come una persona civile. Ma la giornata barese è stata vivacizzata dall'intervento del sindaco di Bari, Michele Emiliano, un ex magistrato d'assalto, una specie di Di Pietro pugliese che il vuoto pneumatico della classe dirigente diessina di Puglia ha portato diritto in politica. Dall'alto della sua competenza ha intimato a Berlusconi il ritiro delle truppe dall'Iraq, chiedendo al premier la data del ritiro. Impeccabile la risposta di Berlusconi: "L'Italia non ritirerà le proprie truppe dall'Iraq. Ritirarci immediatamente dall'Iraq vorrebbe dire che dovremmo ritirarci anche dal Kosovo, dall'Afghanistan, dall'Albania. Saremo in grado di ritirarci progressivamente man mano che il governo iracheno sarà in grado di mantenere al suo interno condizioni di sicurezza. Non siamo più l'Italietta, quel Paese - ha aggiunto Berlusconi - che entrava in guerra alleata con alcuni Paesi, e ne usciva con altri. Quella che i francesi chiamavano toujours les italiens". Con buona pace della geopolitica alle cozze che vedremo all'opera se e quando Romano Prodi vincerà le elezioni.
venerdì, settembre 09, 2005
Bielorussia, inizia il conto alla rovescia?

Il giocattolo in mano alle creature

Radiocor, ore 10.42. "Dal Lingotto si osserva che le dichiarazioni rilasciate dal responsabile della Brand Promotion di Fiat Lapo Elkann rappresentano un'opinione personale a commento delle notizie stampa di oggi" (via Dagospia).
Turchia: Pamuk a processo, UE a rischio

giovedì, settembre 08, 2005
Pensierosi e conservatori (A Conservative Mind)
Per Walking Class i rientri sono notoriemente poco piacevoli. Si vorrebbe stare sempre in giro a bighellonare, viaggiare, scrivere e raccontare (a proposito, per chi si è appassionato, il Tagesbuch di Germania non è ancora finito). Però, quest'anno il rientro è stato anche nella città di TocqueVille e dunque è stato più gradevole del solito. E tra gli abitanti ce n'è uno nuovo che vogliamo segnalare e salutare. Faustianamente. Un blog nuovo ma già bello cazzuto, come il giornale che contribuisce a fare, sempre interessante e pieno di spunti. A Conservative Mind.
Ucraina, tramonto arancione

mercoledì, settembre 07, 2005
Ci sono anche i filo-americani
C'è un bell'articolo di Anne Applebaum, pubblicato su Foreign Policy di luglio: un lungo reportage nell'altra faccia del pianeta, tra i tanti filo-americani che, specie nei paesi poveri, non hanno abboccato alla ventata globale e globalizzante dell'anti-capitalismo. Il saggio è stato pubblicato due mesi fa. Il Corriere della Sera (le cui ultime uscite puzzano tanto di anti-americanismo) ha comprato i diritti. Noi gli facciamo un piccolo dispetto (se lo merita il Corriere) e mettiamo in Rete l'inizio dell'articolo e il link al sito della Applebaum per la versione integrale del reportage. Fidatevi: in inglese è meglio. E i lettori di Walking Class (e di ToqueVille) non hanno bisogno di aspettare la traduzione del Corriere.
In Search of Pro-Americanism
by Anne Applebaum
"I was in London on the afternoon of Sept. 11, 2001, a day when strangers in shops, hearing my American accent, offered their cell phones in case I wanted to call home. That evening, parties were cancelled. The next day, political events were called off. An American friend who lives in London received a condolence card from his neighbors, whom he'd never met--and he was not alone. Overwhelmingly, the first British reaction to the terrorist attacks on Washington and New York was deeply sympathetic, and profoundly pro-American.
But so were the reactions of many others, across Europe and around the world..." [continua].
In Search of Pro-Americanism
by Anne Applebaum
"I was in London on the afternoon of Sept. 11, 2001, a day when strangers in shops, hearing my American accent, offered their cell phones in case I wanted to call home. That evening, parties were cancelled. The next day, political events were called off. An American friend who lives in London received a condolence card from his neighbors, whom he'd never met--and he was not alone. Overwhelmingly, the first British reaction to the terrorist attacks on Washington and New York was deeply sympathetic, and profoundly pro-American.
But so were the reactions of many others, across Europe and around the world..." [continua].
Toh, in tv ha vinto la Merkel
Basterebbe ricordare la famosa battuta che circolava su Camillo ai tempi delle elezioni americane ("Kerry ha vinto i dibattiti televisivi") per dare troppa importanza alle impressioni suscitate dai confronti catodici tra candidati. Però in Germania è accaduta una cosa curiosa. Finito il primo faccia a faccia tra il cancelliere socialista Gerhard Schröder e la sfidante conservatrice Angela Merkel, il can can mediatico ha assegnato la palma del successo a Schröder: "Ha vinto lui, che charme, che parlantina". Il giorno dopo hanno parlato i telespettatori e la vittoria di Schröder non sembrava più così netta. Pari, sentenziavano. Ancora un giorno e, come d'incanto, alla perfida Angela venivano riconosciute alcune qualità: è stata precisa, brava, per nulla impacciata, ha tenuto testa al più abile avversario, anzi lo ha messo in difficoltà sulle ultime performance del governo. Toh: ha vinto Angela.
UPDATED. E a conferma di quanto sostenuto nel refrain di Camillo, giungono nel pomeriggio le rilevazioni sondaggistiche del dopo-dibattito. Sale l'Spd che rosicchia punti percentuali ai marxisti della Linke, al palo la Merkel con la sua Cdu, indietro i liberali dell'Fdp (che pena questo ex glorioso partito). Risultato: per la prima volta da molto tempo, se si votasse oggi, il centrodestra non avrebbe la maggioranza (42+6= 48%). Contro la Grosse Koalition non c'è che una soluzione: perdere il prossimo confronto tv!
UPDATED. E a conferma di quanto sostenuto nel refrain di Camillo, giungono nel pomeriggio le rilevazioni sondaggistiche del dopo-dibattito. Sale l'Spd che rosicchia punti percentuali ai marxisti della Linke, al palo la Merkel con la sua Cdu, indietro i liberali dell'Fdp (che pena questo ex glorioso partito). Risultato: per la prima volta da molto tempo, se si votasse oggi, il centrodestra non avrebbe la maggioranza (42+6= 48%). Contro la Grosse Koalition non c'è che una soluzione: perdere il prossimo confronto tv!
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