Mario Sechi, vicedirettore del Giornale e tocqueviller della prima ora, inizia la sua collaborazione fissa con Emporion, diventando titolare della rubrica "Diplomacy", tenuta per molti anni dall'ambasciatore Ludovico Incisa di Camerana. Partenza brillante per Sechi, con un'ampia analisi sul voto ucraino, sul futuro della rivoluzione arancione, sui rapporti con la Russia di Putin.
Ecco l'inizio: "La storia è piena di rivoluzioni che durano lo spazio di un mattino e quella “arancione” in Ucraina, sotto molti aspetti, è destinata ad esser catalogata tra le meteore. La strada verso la democrazia è lastricata di buone intenzioni e clamorosi errori, il prossimo governo ucraino dovrà fare un grande sforzo di realismo per evitare di finire tra le braccia di una distruttiva utopia. I paesi ex satelliti dell’Unione Sovietica infatti sono ancora attratti dall’enorme forza gravitazionale della Russia e il risultato delle ultime elezioni ucraine ne è la testimonianza. Chi prevedeva una vittoria schiacciante dei partiti della rivoluzione arancione ha lasciato la posta sul banco, chi pensava a un’affermazione dei filo-russi dopo le tensioni sulla crisi energetica ha fatto male i conti al gasometro, chi continua a vagheggiare l’Ucraina sganciata dall’influenza di Mosca si illude".
L'intero articolo è qui.