sabato, aprile 22, 2006

Il Muro di Roma

Un comunista al vertice della Camera dei Deputati. Fausto Bertinotti ha vinto, grazie a Prodi, il suo braccio di ferro con Massimo D'Alema. La nuova maggioranza certifica lo sbilanciamento verso l'estrema sinistra della politica italiana: d'altronde è lo specchio dei risultati elettorali, un dato che regala oltre il 10 per cento a comunisti e comunisterie varie, verdi compresi che qui da noi sono tutt'altra cosa rispetto ai verdi tedeschi. Questa forza d'urto antagonista, anticapitalista, per molti versi antidemocratica, meriterebbe d'esser bilanciata, condizionata, convogliata da una leadership moderata forte e autorevole. Cosa che Romano Prodi è, di tutta evidenza, incapace di assicurare. O perché debole. O perché, come pensiamo noi, la sua moderazione non esiste. Sarebbe stupido considerare Prodi un comunista. Ma crediamo che negli ultimi anni la sua visione politica sia diventata molto più compatibile con quella dei comunisti che con quella dei riformismi di sinistra alla Blair, alla Clinton, finanche alla Zapatero.