Chissà se siamo noi ad avere la fobia dell'islam, noi che da questo blog andiamo sempre, con tenacia ma anche con delusione, incontro a un islam moderato che forse esiste, ma non sembra davvero l'entità con la quale dovremo confrontarci nei prossimi anni. Adesso un altro islam, per nulla moderato, sta distruggendo il meticciato di Sarajevo, mentre da noi ancora zampillano le polemiche strumentali su una frase di Marcello Pera al Meeting di Cl di qualche mese fa. Sì, quel meticciato di Sarajevo che era il vanto dell'Europa prima della guerra civile e che eravamo certi, certissimi dall'alto del nostro politicamente corretto, che sarebbe tornato. E infatti ci siamo fatti bruciare le chiese e i monasteri, laggiù in Bosnia e in Kossovo e in Erzegovina. E poi un giorno ci siamo svegliati e abbiamo scoperto la nostra meticcia Sarajevo piena zeppa di minareti. Che non vogliono meticciarsi con i nostri campanili, ma vogliono sostituirli, uno a uno, alla faccia dei moderatismi, quelli nostri e quelli dei nostri amici islamici tiepidi.
Leggetevi questo reportage certamente non di parte, scritto da Matteo Guidelli, inviato dell'asettica Ansa. Ecco alcuni estratti:
"E' dall'alto che ti accorgi che Sarajevo è cambiata, perdendo, forse per sempre, quel suo carattere multiculturale che l'aveva resa unica al mondo: basta salire su una delle alture che circondano la citta' ed ecco spuntare tra i tetti i minareti. Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora. Sono almeno una cinquantina le nuove moschee, tutte nate in pochissimi anni, dicono gli osservatori più attenti, quelli che dagli accordi di Dayton che hanno segnato la fine del conflitto che ha mandato in frantumi la ex Jugoslavia seguono l'evolversi della situazione nei Balcani. Lo dicono sottovoce, quasi che qualcuno potesse sentirli o come se volessero tenerlo nascosto".
"Qui, ripetono, l'islam c'è sempre stato, come ci sono sempre stati gli ortodossi e i cattolici. Ma quello di oggi è un islam diverso. Un islam nato dopo la guerra e alimentato, da un lato, dagli ex combattenti delle Brigate Verdi (la milizia musulmana che ha fronteggiato le tigri di Arkan) e dall'altro, dall'Iran. Già, l'Iran. La loro presenza qui è fortissima, ti spiegano gli osservatori internazionali, arrivano con il denaro e fanno piazza pulita".
"In pratica l'Islam, questo islam, si sta mangiando la città. E così la Sarajevo multiculturale scompare per lasciar spazio ad una Sarajevo che, oggi, è una città fortemente divisa tra etnie che non si parlano. E domani chissà. La situazione è ancora più complicata appena si esce fuori città, dove ci sono zone in cui non entra neanche la polizia. E le moschee stanno sorgendo anche a Rogatica e Visegrad, terre serbe".