mercoledì, aprile 12, 2006

Quel che pensano (alcuni di loro) della borghesia

Ascoltiamo Marco Amenta, giovane regista palermitano e autore del film "Il fantasma di Corleone" sulla storia di Bernardo Provenzano, parlare a Otto e mezzo contro la borghesia e i borghesi, che a Palermo vivrebbero bene mentre altri (forse le gggenti) vivrebbero male, attanagliati dalla mafia. Tra questi ultimi Marco Amenta cita gli imprenditori e i commercianti che, al 70 per cento, pagano il pizzo. A quanto mi risulta imprenditori e commercianti rappresentano la spina dorsale della borghesia, che rappresenta a sua volta la spina dorsale delle moderne società industriali. Ferrara lo rimbrotta bonariamente e compassionevolmente.

Una settimana fa, a Bologna, di fronte al palazzo in cui Marcello Pera ha organizzato la manifestazione "Per l'Occidente", un gruppo di manifestanti dei verdi e dei fantomatici "radicali di sinistra" (esistono, non sono i rosapugnanti e hanno anche delle bandiere) protestavano contro l'appuntamento periano. Tra le canzoni più gettonate per sfottere le persone che entravano nel palazzo ce n'era una degli anni Settanta che diceva più o meno "borghesia, malattia" e che raffigurava un'idea di borghesia che pensavamo ormai consegnata alla memoria di tempi passati. Quei manifestanti erano giovani, non vecchi babbioni del Sessantotto. Erano, come Marco Amenta, un pezzo di quella sinistra che potrebbe governarci dal mese di maggio. E che, essendo giovane, rappresenta anche la sinistra del futuro.