Cronache bizantine da Ideazione di 5 anni fa. Così finiva, ingloriosamente, la legislatura dei quattro governi dell'Ulivo. Giusto per rinfrescare la memoria a chi s'atteggia oggi a statista. La sinistra ha già governato cinque anni fa, dando pessima prova di sé. C'è poco da sperare, aihmé, in un cambio di governo, anche se da questo blog rifuggiamo dalle considerazioni catastrofiche che leggiamo in giro: se vincono quelli... Se vincono "quelli" non ci facciamo illusioni, perché la storia l'abbiamo già vista, appunto, 5 anni fa. E non mi sembra che abbiano utilizzato questi anni di opposizione per migliorarsi e per aggiornare le loro proposte.
Da Ideazione, marzo 2001:
"Il giudizio su una legislatura si fonda soprattutto sulla capacità di tenuta della coalizione di maggioranza, perché spetta ad essa esprimere il governo e qualificare la produzione legislativa. Su entrambi i fronti i risultati sono disastrosi. Il governo ha vissuto in condizione di instabilità permanente, vittima del principio che rivendica il primato del Palazzo sulla volontà degli elettori. Non è un caso che l'Ulivo affondi le radici nel ribaltone, la scellerata intesa di Palazzo che annullò il successo che gli italiani nelle urne avevano tributato a Berlusconi.
Quando non ha potuto esercitare questa distorta interpretazione della democrazia contro gli avversari, il centrosinistra l'ha ritorta contro se stesso. Così D'Alema ha sloggiato Prodi trascinandolo in una trappola parlamentare e "il centro della sinistra" si è liberato di D'Alema indicandolo come la causa di due cocenti sconfitte elettorali. Amato poi, richiamato in campo per esercitare le virtù di risanatore dei conti pubblici, è stato messo da parte proprio quando rivendicava il merito di proporre una legge finanziaria senza lacrime e sangue. " Va bene per il Palazzo - così è stato spiegato il siluramento - non per gli elettori".
Assente permanente il parlamento, emarginato in una funzione puramente notarile e - con il trascorrere degli anni - sempre meno specchio degli orientamenti degli italiani per via della vergognosa attitudine peripatetica di senatori e deputati, fenomeno divenuto così di massa che sembra inadeguato rappresentarlo come espressione di quell'antico malessere della politica italiana che si chiama trasformismo. La fluidità della maggioranza, con un flusso montante nella direzione destra-sinistra, ha reso i governi deboli ed i premier attenti a non restare poveri e abbandonati una volta sloggiati dalla sede istituzionale. Essendo venuto meno il rifugio del partito, ognuno ha pensato a mettere su quattro mura e un tetto per conto proprio.
Non era mai accaduto, pur operando la politica su terra fertile di illazioni, che la sede del capo del governo fosse identificata con lo sportello di una banca di affari. E in quelle stanze, in effetti, sono state costruite doti rilevanti, persino accaparrando posti per poter gestire quei giochi che lucrano sulle illusioni miliardarie di tanti italiani".