mercoledì, marzo 08, 2006

Sessantotto quotidiano

Nessuna sorpresa per la posizione del Corriere della Sera di Paolo Mieli sulle prossime elezioni politiche. L'unica cosa sorprendente è che il direttore pensava di doverla esplicitare. Davvero credeva che non ce ne fossimo accorti? Che credessimo al suo terzismo di facciata? No, non ci credevamo. Sarà pure legittima la voglia di schierare esplicitamente il primo quotidiano nazionale su un lato della competizione elettorale. Peccato però che i direttori di "area sessantottina" pensino sempre di dover prendere parte alle battaglie politiche. Io credo che buona parte dell'infuocato clima politico di questi anni sia dovuto alla presenza nei posti chiave del nostro paese di quella generazione che viveva tutto con la politica, solo di politica, nient'altro che per la politica. E che non smette di scendere in corteo o fare assemblee anche adesso che dovrebbe svolgere un ruolo più distaccato. Non si tratta di un endorsement a pochi giorni dal voto ma della voglia di un direttore di entrare a doppio passo nella competizione. Credo che il mezzo sia sbagliato, il primo quotidiano dell'Italia. Peccato, perché fino a due giorni fa avrebbe potuto più correttamente candidarsi in una delle liste del centrosinistra.