Comunione e Liberazione si schiera nelle prossime elezioni politiche di aprile, prendendo posizione per il centrodestra. Non mancano critiche all'operato del governo Berlusconi, critiche che su questo blog condividiamo e che puntualmente anche noi riversiamo sulla Casa delle Libertà assieme alla convinzione di dover creare un ricambio generazionale e una diversa selezione della classe dirigente politica e parlamentare. E tuttavia le questioni di fondo restano quelle sulle quali misurare una scelta di principio, anche perché neppure il centrosinistra sembra avere una classe dirigente all'altezza dei compiti gravosi del momento. Allora, a questo punto, come scritto sull'ultimo editoriale di Ideazione, si vota tenendo ben presente la vera posta in gioco. Ecco il testo ufficiale della dichiarazione (qui scaricabile in Pdf):
"Il voto del 9 e 10 aprile porterà più o meno libertà per tutti? Nello schieramento di centrosinistra prevalgono correnti radicali e massimaliste che mettono a tacere le posizioni moderate, che pur ci sono. Infatti:
Sulla vita, la Rosa nel pugno e altri esponenti della sinistra preannunciano leggi a favore dell’eutanasia, insieme a scelte più permissive nei confronti dell’aborto e della sperimentazione sugli embrioni, senza alcun rispetto per la dignità dell’uomo e della volontà popolare.
Sulla famiglia, una legislazione a favore di pacs e coppie di fatto tra persone dello stesso sesso rischia di snaturare il concetto stesso di famiglia e il suo valore civile.
Sulla scuola, si preannuncia un rilancio della burocrazia statalista nella scuola e nell’università e un arresto della pur precaria parità tra scuola statale e non statale.
Sull’economia, col pretesto della crisi, al di là delle dichiarazioni di facciata, nel programma si prefigura un rilancio dello statalismo più rigido, il ridimensionamento se non l’abolizione della legge Biagi, la promessa di privilegi a gruppi sindacali e ad imprese incapaci di competizione internazionale, un rilancio delle partecipazioni statali, oggi divenute regionali o comunali. Si demonizza o si ignora la piccola e media impresa, il credito a servizio della gente. Dando ascolto a egoismi locali, si bloccheranno o si ritarderanno grandi opere necessarie per mantenere l’Italia legata al resto dell’Europa e per lo sviluppo. L’ambiguità sulla Tav ne è un esempio eloquente.
Sulla politica internazionale, per garantirsi il consenso della sinistra estrema non si emargina con chiarezza chi esalta il terrorismo fondamentalista e fomenta un odio di principio contro Stati Uniti e Israele. In tema di immigrazione, con grave irresponsabilità si predica un’apertura indiscriminata senza chiedersi che ne sarà di chi entra in Italia.
Certo, l’attuale governo non ha raggiunto tutti i risultati che si prefiggeva. Né mancano i conflitti di interesse. Tuttavia una cosa è certa: l’azione del centrodestra non ha l’intenzione di bloccare la libertà e la responsabilità dei singoli, la ripresa della piccola e media impresa e il riorganizzarsi della società dal basso per rispondere ai propri bisogni. L’attuale maggioranza, se non favorisce, tuttavia non penalizza - almeno sul piano del principio - il rilancio di un’educazione da parte di gruppi e settori sociali che credono nel valore della persona e che scommettono sulla sua libertà. La riforma del mercato del lavoro, le politiche per i distretti, la legge sull’impresa sociale, il “più dai meno versi” e il cinque per mille per non profit e ricerca sono segnali di una giusta direzione. La prospettiva di un rinnovato sviluppo e di una reale solidarietà sta nella capacità dei cittadini italiani di riprendere vigore e forza ideale, ridando vita a una tradizione in cui la persona e le realtà associative siano protagoniste.
Voteremo centrodestra. Un voto per difendere la libertà di tutti: delle persone, delle realtà educative e sociali, delle imprese. E della Chiesa, quella «entità etnica sui generis» che difende il valore della vita umana, educa alla carità e sostiene la speranza del futuro".