Monte Zemolo, reduce da un fantastico week-end Ferrari nel quale s'è sorbito le sboronate del regista della Renault, fa scendere dal seggiolone Della Valle e impone il silenzio stampa: Schumi ha imparato l'italiano ma terrà la bocca cucita con tutti. I piccoli imprenditori sono imbufaliti e il nostro Monte Zemolo, intercettato da una jena che gli chiedeva conto dei soldi pubblici munti dalla Fiat per far credere di aver rimesso i conti a posto, arrossiva come un peperone. Il silenzio è stato, in quel caso, provvidenziale: se basta una jena per metterlo in difficoltà... Intanto Repubblica (compratela, compratela, consolidate il vantaggio su Mieli) offre due paginoni in cui racconta il malessere in Viale dell'Astronomia, dove scarpari e concessionari d'auto stentano a mantenere il controllo.
Nel frattempo, come sempre, Ludovico Festa sul Giornale allarga l'orizzonte: "In Confindustria non si discute solo di elezioni. Il piccolo establishment (cioè il raccordo di potere tra settori della grande industria indebitata e della finanza, che domina la stampa «indipendente») pesa sul vertice della associazione degli imprenditori, e ha deciso - come si deduce dagli orientamenti del Corriere della Sera - di appoggiare il centrosinistra. Questo non piace alla maggioranza degli imprenditori. Ma il prototipo dell'industriale italiano è liberale: riconosce a tutti il diritto di votare per chi gli pare [... continua].