Oggi accompagneremo il sindaco di Brindisi fin sulla soglia di Palazzo Chigi per questo incontro qui. La nostra posizione sulla costrizione di un rigassificatore inglese all'interno del porto cittadino è questa: "No era, no è, no sarà". Ne faremo una battaglia dura e senza sconti per nessuno.
C'è un'amministrazione di centro destra che l'anno scorso, quasi unica in una debacle amministrativa anticipatrice di quella regionale, conquistò la guida del Comune di una città bella e difficile come Brindisi. Ideazione si spese molto nell'elaborazione del progetto di rilancio della città. Si spese così tanto da impegnare il proprio fondatore e direttore in quella battaglia elettorale. Oggi un governo miope e incapace, guidato con la spregiudicatezza di chi ha ormai deciso di abbassare le saracinesche del proprio partito per inventarsi nuovi, vuoti contenitori di marketing, è disposto a buttare a mare pure l'unica realtà amministrativa di centro destra per insistere su un progetto che puzza d'affari. Non si ha a cuore lo sviluppo ordinato di un pezzo di Mezzogiorno. Al Sud si gioca con il ricatto di una manciata di posti di lavoro, che evaporeranno a chiusura dei cantieri, ma non si punta su un autonomo progetto di crescita. Il federalismo è l'ennesima riforma senza sostanza del governo Berlusconi.
Bene. Il sindaco è contrario. La giunta è contraria. Le istituzioni compatte sono contrarie. I cittadini sono contrari. Forza Italia aveva mantenuto a Brindisi un clamoroso 26 per cento nelle ultime elezioni regionali (in controtendenza rispetto alla Regione Puglia) proprio perché aveva saputo interpretare le speranze locali in un progetto di ampio respiro. Oggi questo patrimonio è a rischio. Noi lo difenderemo. Se necessario anche contro il "nostro" governo e contro il "nostro" Silvio Berlusconi.