venerdì, giugno 17, 2005
Unione Europea, dal no al boh
Dicevano: hanno pronto un piano di emergenza nelle segrete stanze di Bruxelles, per ovviare al possibile no dei francesi e degli olandesi al trattato costituzionale europeo. E invece non avevano pronto un bel nulla, convinti come erano che tanto la macchina andava avanti, come lo show, e che la politica non avrebbe fatto capolino - con le sue complicazioni certo, ma anche con le sue passioni, con i suoi ideali, con i suoi interessi, cioè con tutto quello che rende vivo e democratico un processo di integrazione - nella oliata e asettica tecnocrazia continentale. Dispiace vedere un leader che avevamo tanto apprezzato come il portoghese Jose Manuel Barroso annaspare fra i litigi dei capi di governo. E dispiace che la stessa sorte stia toccando a un politico di razza e a una risorsa del Ppe come il lussemburghese Jean-Claude Juncker. Quando poi ci si mettono di mezzo i soldi, senza un condiviso progetto politico, va tutto a gambe all'aria. Prendete il vertice in corso sul bilancio comunitario. Gli inglesi di là, i francesi di qua, gli svedesi di su, gl'italiani di giù, gli olandesi a destra, i polacchi a sinistra e i cechi a girare in tondo tanto non ci vedono. Si va verso il nulla di fatto, verso lo slittamento. Quasi come un altro referendum perduto, questa volta sotto una valanga di boh. La cronaca commentata dei lavori al vertice odierno di Bruxelles dal sito della BBC: le ultime notizie, il diario della crisi, le strategie, il preambolo.