Neanche la deputata diessina Claudia Mancina ci può credere. Eppure, il colpevole del drammatico stupro di una ragazza quindicenne , avvenuto nel parco di Bologna in una soleggiata mattinata di ieri, è stato trovato. Dalla magistratura felsinea. Mentre le indagini si concentrano su due giovani tra i 20 e i 30 anni, secondo indiscrezioni d'agenzia "all'apparenza stranieri", il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola ha puntato il dito contro Silvio Berlusconi. In un'intervista al solito Corriere della Sera ha detto: il premier non offre valori ai cittadini, difende il sommerso come risorsa dell'economia e poi i giovani credono che l'illegalità sia la pratica da seguire. Perché, testuale: "chi commette reati vede che certi valori mancano alla classe dirigente". Dunque si dotano di passamontagna e si fiondano in un parco cittadino per stuprare, in nome dei valori dell'economia sommersa, giovani cittadine bolognesi. Attendevamo una cazzata ancora più grande del solito elogio del sommerso. E' arrivata.
UPDATE/1. No, non c'è paragone tra Berlusconi e Di Nicola. E' peggio il secondo. Non contento delle prime dichiarazioni a nostro parere avventate (e coperto da Repubblica che ha cancellato dalla notizia principale il riferimento alle frasi verso il Cavliere), il procuratore ha dispensato pillole di saggezza ideologica nel pomeriggio, stigmatizzando il comportamento dei bolognesi che non sarebbero intervenuti a difesa dei ragazzi: "Qualcuno potrebbe aver visto i due violentatori che costringevano la coppia a spostarsi e non è intervenuto. Questo mi ha colpito e mi lascia un po' deluso. E' anche questo l'individualismo a cui mi ribello. E' quasi da sperare che non ci fosse nessuno. Ma se c'erano dei testimoni - ha aggiunto - ho ancora la speranza che si facciano vivi. Mi associo all'appello del questore. Mi auguro che i bolognesi presenti, se erano presenti, riferiscano quello che hanno visto. Io conosco Bologna e una delle caratteristiche è che qui le persone vanno dalla polizia e dalla magistratura". Il procuratore, però ha notato dei cambiamenti: "Bologna è una città in cui fatti così efferati non avvengono. Sono rimasto colpito dal degrado culturale, ed è l'insieme degli episodi che mi preoccupa. C'è un'accentuazione della violenza a fini di individualismo. Il rapporto di forza si sta affermando nella società. Non è né con la repressione né con la prevenzione che si risolvono i problemi. I problemi si risolvono facendo crescere la gente e soprattutto la classe dirigente. Un vecchio magistrato come me questi fatti li nota. Un altro segnale sono le rapine che sono calate come numero, ma sono cresciute come qualità della violenza". A chi gli ha fatto notare che le indagini della polizia si stanno indirizzando verso ambienti dell'immigrazione clandestina, il procuratore ha risposto: "Ma per fortuna in Italia non ci sono leggi razziste". Caro procuratore, e questo che c'entra? E, soprattutto, come fa ad amministrare la giustizia con questo fardello ideologico?
UPDATE/2. Nella notte la polizia ha fermato i due presunti colpevoli della violenza e altre persone che potrebbero essere coinvolte nella vicenda. Secondo indiscrezioni della Questura di Bologna si tratta di "due stranieri" ma non di due rumeni. Pare non siano neppure brianzoli. Qui il commento di Mario Giordano sul Giornale sulle dichiarazioni del procuratore. Qui il reportage di Marco Imarisio da Bologna sulle inquietudini della città.
UPDATE/3. Presi. Sono due giovani marocchini, Y.A. e M.A.K.: queste sigle sembrano i numerini della Banda Bassotti. Gli serviranno in galera. Anche se, nella Lega, si alza qualche voce sobria e garantista. Torna il teatrino della politica, ormai in piena campagna elettorale: la Lega che vorrebbe lavorar di coltello, Fini e Pisanu a gettare acqua sul fuoco. Il nostro pensiero va alla povera ragazza che ha subito violenza. E, per altri motivi, al procuratore di Bologna.