mercoledì, giugno 15, 2005
Prodi - Non gioco più, me ne vado?
Leadership in discussione nell'Unione a meno di un anno dal voto politico. Quella che sembrava una candidatura irresistibile è oggi al centro di tanti ripensamenti. C'è che la vittoria schiacciante delle Regionali ha schiacciato prima di tutto loro, i progressisti. Che immemori di passate lezioni son tutti risaliti sulla gioiosa macchina da guerra con la quale hanno infilato quattro, sorprendenti, sconfitte d'immagine: Catania, Bolzano, i no europei, i referendum italiani. Se per altre forze politiche la sconfitta referendaria è solo una battaglia persa, per la sinistra, per Prodi e per Fini è davvero una brutta batosta. C'è anche che dopo le regionali un po' tutti i leader più giovani della Fed hanno pensato che loro, più di Prodi, avrebbero potuto vincere il biglietto della lotteria messo in palio dal modesto governo Berlusconi. Così hanno avviato una gazzarra che può trascinarli diritto nel burrone, assieme a tutta la gioiosa macchina rispolverata per l'occasione. Il professore se n'è accorto e prova a giocare d'anticipo. A Porta a Porta dice che può anche fare un passo indietro, sperando di spaventare gli alleati. Il problema è che, da un po' di tempo, il suo antagonista Rutelli è sempre un passo avanti.