venerdì, giugno 17, 2005

Ora rifanno le primarie

Prodi di qua, Prodi di là. Offensiva post-batosta referendaria di Romano Prodi. Rilucidare la leadership per non farla appassire sotto il peso di un cattolicesimo adulto e perdente. Dopo Bruno Vespa, Corrado Formigli, dal paludato palcoscenico televisivo d'Italia al più ristretto salotto digitale di Murdoch, che in Italia proprio non ha voglia di rompere la tradizione televisiva "de sinistra", riprodotta anche dalle televisioni del Cavaliere. Insomma il Professor Euro, che di giorno vaga per summit segreti nelle case di Roma, di sera si concede alla più o meno vasta platea catodica nazionale. Buona l'intervista di Formigli, che s'inginocchia meno di Gad Lerner e, pur giocando di fioretto senza alcuna voglia (e intenzione) di affondare, almeno tiene alto il ritmo del confronto e non sorregge la giacca dell'illustre ospite. Prodi ripete le cose dette da Vespa: buone le intenzioni ma non ci spiega come farà a realizzare tutte le cose che promette. Non ci dice dove prenderà le risorse, non ci spiega come convincerà i suoi alleati, dal momento che le ricette sono quelle che Berlusconi aveva promesso e non è riuscito a realizzare. Una differenza è nella politica verso la flessibilità. E' stata una legge, quella di Biagi, che ha esasperato la precarizzazione del lavoro giovanile rendendola di fatto eterna. Ma l'aveva introdotta Treu, obietta Formigli. Appunto la cambiamo, chiosa Prodi. Proprio vero che questo Biagi doveva essere "un rompicoglioni"! La novità più succosa sta su tutta la stampa tradizionale (noiosissima in questi giorni): Romano ha deciso di riproporre le primarie. Minchia, che novità. Siamo tutto un fremito.

UPDATE. Quanto si propone sul lato delle riforme, l'abbiam visto. Per quel che riguarda il politichese che molto interessa gli addetti ai lavori e nulla o punto i cittadini, l'esito delle segrete riunioni romane di cui parlavamo prima è che il progetto della Fed va a farsi benedire, che Prodi non presenterà nessuna lista con il suo nome e che si va alle primarie. Più facile a dirsi che a farsi. Sulla lista Prodi s'è giocata una battaglia mediatica penosa. Il Professore faceva circolare sondaggi fai da te che manco Berlusconi ai tempi di Pilo: mi danno al 18 per cento. Macchè, replicava Rutelli: ne ho fatto uno io, non supera il 5. Appassionante. Sarà complicato organizzare le primarie: Prodi contro Bertinotti? Il caso Vendola non si ripeterà, ma se sarà confronto vero e non un teatrino prefabbricato con leoni addomesticati in gabbia e sfiatato abbraccio finale, la sinistra richia di mettere in piazza più la divisione di fondo della sua aggregazione che l'unità attorno al leader Prodi, prima scelto, poi affondato, poi riesumato, infine rilucidato.

PS. A destra giornata standard. Cioè, non hanno fatto nulla, tranne concederci qualche amena esaltazione del sommerso economico dalla lontana marca europea di Bruxelles.