Non è Dracula ma Miron Cozma, leader dei minatori rumeni negli anni di grazia 1990 e 1991, quando il regime di Ceausecu venne giù in un bagno di sangue e il putsch dei suoi colonnelli venne scambiato per una rivoluzione di popolo. Senonchè, il popolo venne fregato e i colonnelli salirono al potere all'ombra dell'ex delfino Iliescu per assicurare alla Romania un decennio di post-comunismo e corruzione. Insieme alla Bulgaria, la Romania fallì l'abbraccio all'Unione Europea l'anno scorso: rimedierà nel 2007, sempre che l'Ue esisterà ancora.
La notizia è che Miron Cozma ha scontato 14 anni di galera e viene fuori grazie all'ultimo atto presidenziale di Iliescu, la firma della grazia, o pardon come si dice in rumeno. La siglò l'anno scorso, un momento prima di lasciare per sempre l'ufficio presidenziale. La decisione venne congelata per un anno, tra polemiche e accuse di favoristismi. Cozma fu a capo delle squadracce di minatori che pestarono gli oppositori al regime comunista negli anni della turbolenta (e mai completamente spiegata) caduta del regime di Ceausescu. Iliescu è accusato di essersi servito dei minatori per raggiungere il suo scopo di potere. Oggi Miron Cozma lancia accuse pesanti contro l'ex amico: ingratitudine o risentimento per essere stato, oltre che un macellaio, anche un capro espiatorio? La rivista est-europea Transition on line ci offre l'analisi del corrispondente da Bucarest, Razvan Amariei.