Piccoli sommovimenti nei sondaggi del Politbarometer, il punto sul consenso ai partiti politici degli elettori che la Zdf offre periodicamente. Piuttosto attesi questa settimana, all'indomani del cambio di vertice nel partito socialdemocratico e del lancio della candidatura di Steinmeier alla cancelleria. L'Spd, dunque, sembra aver superato indenne il putsch della scorsa settimana e anzi aver recuperato qualcosa nella prospettiva di un riequilibrio al centro della sua politica. Tre punti, secondo il sondaggio, dal 25 al 28 per cento: intanto ha mollato gli ormeggi dal fondo. Salda al primo posto resta la corazzata Cdu/Csu, attestata al 42 per cento, in calo di un punto. Ma il grado di tenuta dei socialdemocratici è riscontrabile soprattutto nel mancato smottamento a sinistra, temuto o auspicato a seconda della prospettiva. Lafontaine e Gysi guadagnano un punto percentuale, sempre un buon risultato per un partito più piccolo ma, almeno per ora, non quella fuga verso la vera sinistra auspicata dal suo leader all'indomani della svolta spd: comunque 11 per cento e conferma di essere la terza forza.
Meno bene va per gli altri due partiti "minori". I verdi perdono un paio di punti (complice forse anche l'incertezza per il cambio di leadership che dovrebbe avvenire a breve) e si fermano all'8 per cento. E sembrano aver completamente perduto la loro spinta propulsiva i liberali di Westerwelle, che pure qualche tempo fa si erano affacciati stabilmente oltre il 10 per cento: ora sono al 7.
In Germania il cancelliere non è eletto direttamente dal popolo ed è sempre l'espressione di accordi fra i partiti. Tuttavia, la personalizzazione della vita politica ha ormai fatto breccia anche qui ed è comunque consuetudine che venga incaricato di formare il governo il leader (o il prescelto, come sarà per l'Spd la prossima volta) del partito che raccoglie il maggior numero di voti, fosse anche lo 0,1 per cento in più. Così il sondaggio della Zdf mette in concorrenza i leader principali, chiedendo ai cittadini di indicare il loro preferito, come se si trattasse di un'elezione diretta. E qui per l'Spd la strada resta tutta in salita: il primato di Angela Merkel non pare scalfibile. Cancelliera uscente al 51 per cento, Steinmeier quindici punti sotto al 36, gli indecisi sommano il 13 per cento. La Merkel pesca un 24 per cento nell'elettorato socialdemocratico, Steinmeier solo l'11 in quello cristiano-democratico. L'unica consolazione per il ministro degli esteri è quella di andarsi a guardare i sondaggi della volta precedente che davano Schröder praticamente spacciato ai nastri di partenza della campagna elettorale del 2005: ma questa volta il bonus del cancelliere se lo gioca la Merkel. Intanto la Süddeutsche Zeitung pubblica una prima, lunga intervista con Steinmeier.
Interessanti, per concludere, le domande riferite alle recenti vicende dell'Spd. La maggior parte degli elettori interpellati considera giuste le dimissioni di Kurt Beck dalla guida del partito (63 contro 20) e ritiene che con la nuova diarchia verrà abbandonata la prospettiva di poter realizzare un'alleanza con la Linke a livello federale (il 57 per cento lo credeva ad agosto, solo il 43 oggi). Supporto anche per la nuova leadership di Franz Müntefering: il 46 per cento lo ritiene più adeguato di Kurt Beck, contro il 6 che gli preferiva il presidente della Renania-Palatinato. A Kurt Beck non resta che mitigare la delusione nella sua Mainz.
Qui il Politbarometer di oggi, qui la pagina generale che contiene anche le precedenti edizioni.