Le proiezioni sono come un pugno nell'occhio dei militanti della Csu, radunati davanti ai teleschermi del loro centro di ascolto: 43 per cento lampeggia il tabellone, e la seconda proiezione sarà ancora peggiore. Ma non c'è tempo, né pazienza per guardarla. La botta è talmente grande da far traballare l'equilibrio. Altro che due Maß di birra all'Oktoberfest. Altro che i cinque gol presi dal Werder Brema all'Allianz Arena (e ieri, funesto presagio, il Bayern è andato ancora sotto in Bundesliga). Se la Csu è la Baviera e la Baviera caccia la Csu diciotto punti indietro rispetto alle precedenti elezioni, qualcosa di grosso è successo. Nel tessuto profondo di questo Stato libero e anomalo nella Germania di oggi.
Un pezzo di passato che si stacca e vola via da una macchina in corsa come la Baviera, da una locomotiva a tutta velocità come la Germania riunificata. Un risultato storico che richiederà un'analisi di fondo, uno studio approfondito, che indaghi ben oltre le pur evidenti e contingenti responsabilità della buffa diarchia che ha retto le sorti della Csu dopo il regicidio di Stoiber. E che scavi nelle inquietudini profonde di un paese che si riscopre diverso da come si era immaginato, quasi vent'anni fa, quando il Muro venne giù e cominciò l'avventura della riunificazione. Inquietudini che toccano i poveri ma anche i ricchi, come il voto bavarese dimostra.
Tanto più che i voti in libera, liberissima uscita dai cristiano sociali non sono andati all'Spd (addirittura sotto il pur pessimo risultato della scorsa volta). Sono rimasti a galleggiare nel bacino del centrodestra, in parte intercettati dai liberali che rientrano in parlamento dopo tanti anni, in maggior parte assorbiti dai Freie Wähler, lo strano raggruppamento che questa volta si è giovato di una robusta diaspora dalla Csu. Stando alle proiezioni del momento, un buon 4,7 per cento è stato conquistato anche dalla Linke, che mancherebbe però l'ingresso in parlamento per una manciata di voti. La sostanza resta, la Baviera è la roccaforte conservatrice, ma l'immagine di una travolgente avanzata anche ad ovest ne viene pregiudicata.
Resta enorme l'impressione del crollo. Finisce l'ultimo partito-stato di Germania? Si chiude, con l'ultimo bastione sgretolato, la stagione dei partiti di massa in Germania? E verso cosa si muoverà l'intero quadro istituzionale federale nei prossimi anni? Finisce inevitabilmente in secondo piano il gioco delle coalizioni, che pure dopo tanti decenni tornerà ad animare il dopo-elezioni della Baviera. Anche perché non sarà difficile dare vita a un governo di centrodestra fra Csu e liberali. E probabilmente i cittadini avranno di che guadagnarne. Meno tranquilla sarà la nottata di Angela Merkel a Berlino. Le elezioni nazionali sono fra un anno e la forza della Csu era una sicurezza per i fratelli maggiori della Cdu. Oggi questa sicurezza è venuta meno.
Chi vuol seguire in diretta i risultati, segnalo il sito della Süddeutsche Zeitung e soprattutto, in italiano, il liveblogging di Giovanni Boggero su Germanynews.