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Aggiornamento. Ancora maggiori informazioni dal settimanale che ha promosso (insieme alla Initiative Neue Soziale Marktwirtschaft, INSM) e pubblicato l'intera classifica, Wirtschaftswoche. L'inchiesta si allarga a cinquanta città e valuta anche il grado di attrazione delle infrastrutture e del clima imprenditoriale per le imprese. Conforta il recupero delle città dell'est - simboleggiato dall'ingresso nella top ten di Dresda grazie alla diffusione della piccola e media impresa - un dato che smentisce il giudizio consolidato di depressione nei nuovi Länder. E grazie alle considerazioni del Tagesspigel, abbiamo anche scoperto la posizione di Berlino: cinquantesima. Cioè, ultima. Più arm che sexy. Come è possibile? Pare che, per dirla con un concetto che in Italia pare di moda, Berlino sia la città dei fannulloni. Solo il 45,7 per cento degli abitanti compresi tra i 15 e i 65 anni lavora contro il 54,7 della media delle città analizzate e la disoccupazione raggiunge il 17,9 per cento contro la media del 12,8 delle altre città. E' l'altra faccia del fascino berlinese, città levantina nella quale è dolce bighellonare: per questo così poco tedesca e in fondo alla classifica della crescita economica.