Quella che vedete di fianco è la ripartizione dei seggi nel prossimo parlamento austriaco. Si gonfia il consenso delle destre, divise tra i liberal-nazionali al 18 per cento (Fpö, l'ex partito di Haider) e i neo-haideriani (Bzö) al 12 per cento. Crescita prevista ma non in queste proporzioni, soprattutto per il partito di Haider, andato assai oltre i sondaggi. Divisi anche da odi personali interni, ma uniti da una piattaforma programmatica simile di chiaro stampo populista. Cosa potrà significare questo per gli equilibri futuri di governo è ancora troppo presto per dirlo. I due partiti maggiori hanno subito una sonora sconfitta: socialdemocratici e popolari hanno pagato lo scotto di un governo di Grosse Koalition peggiore di quelli che avevano portato all'esplosione del fenomeno Heider alla fine degli anni Novanta. Ma è andata peggio ai popolari che hanno perduto di più, nonostante la guida (e la maggiore responsabilità) dell'esecutivo fallito fosse stata dei socialdemocratici. Questi ultimi si possono consolare con il fatto di esser rimasti primo partito, anche se i due raggruppamenti di destra possono contare assieme quasi il 30 per cento e trenta seggi in più rispetto alle precedenti elezioni (qui l'analisi dal quotidiano austriaco Kurier e quella di Vittorio Da Rold, in italiano, sul Sole 24 Ore).
L'Spö avanzerà la richiesta di avere la cancelleria in quanto primo partito e proverà a costruire un governo di coalizione. Ai popolari toccherà la pena di decidere se fare i partner di minoranza di una nuova Grosse Koalition, con il rischio di ripercorrere la stessa, deprimente strada degli ultimi mesi, o di avventurarsi in un governo di destra con i partiti populisti, ammesso e non concesso che questi abbiano intenzione di mettersi d'accordo fra di loro. Anche in questo caso, tuttavia, la forza delle due estreme è tale che ai popolari toccherà fare il vaso di coccio. Tengono i verdi, ma la debacle socialdemocratica rende impraticabile un governo di sinistra, anche perché i liberali non nazionalisti hanno fallito la soglia di ingresso in parlamento. Dunque, la coalizione che non è riuscita a governare, che ha fallito tutti gli obiettivi, che non ha assicurato stabilità e che è stata sonoramente bocciata dalle urne è quella che ha le maggiori possibilità di tornare a governare il paese. Se non è crisi di sistema questa...