martedì, settembre 16, 2008
Dove vanno i navigli russi
Radio Free Europe sostiene che un ufficiale russo avrebbe dichiarato che il suo paese vuol mantenere la flotta militare nel porto ucraino di Sebastopoli. Ria Novosti ci fa sapere invece che lo stesso paese sta valutando l'ipotesi di mollare il porto sul Mar Nero per trasferirsi (nel 2017, quando l'accordo tra Russia e Ucraina avrà termine) nel Mediterraneo. Per la precisione, sulla costa siriana, a Tartus, dove la vecchia Unione Sovietica aveva un suo riferimento logistico. Che Ria Novosti ne sappia di più di Radio Free Europe è testimoniato dal post di questo buffo sito para-religioso, che riportava (in un italiano evidentemente filtrato dalla mefitica traduzione google) la notizia di lavori russi in zona già un anno fa. Ovviamente, materiale per chi sta costruendo lo scenario di una nuova guerra fredda. Però, credeteci: mandate i sovietologi in pensione, la storia nel Ventunesimo secolo è un'altra. Anche se è un po' difficile districarsi fra le differenti propagande, la cosa peggiore è ragionare come se fossero le stesse questioni di più di vent'anni fa. Magari sono anche più pericolose oggi, non fosse altro perché, qui in Europa, ancora non è chiaro a che gioco si stia giocando. Il mondo sta cambiando, il puzzle uscito dalle rivoluzioni dell'Ottantanove è stato frullato da altre date epocali. Verrebbe da dire che sono più validi i manuali dell'Ottocento di quelli del Novecento, per inquadrare diplomazie e strategie. Ma quei manuali e quelle geografie ottocentesche andrebbero spalmate sulle dimensioni globali del mondo contemporaneo.