venerdì, gennaio 20, 2006

Mongolia/1

Per il resto dell'anno una corteccia di gelo avvolge la terra e le creature, con punte di 60 gradi sottozero e l'aggravante del vento che tira dal Polo. Qui non sono rari i casi di quella che viene definita isteria artica: il freddo estremo e persistente, le carenze alimentari e le difficoltà di sopravvivenza causano improvvisi attacchi di malinconia, di panico, di epilessia e di ecolalia, l’ossessiva ripetizione delle frasi ascoltate. "Il mio popolo", racconta Gombo "sa come affrontare il freddo e gli animali della foresta. Parla agli alberi e alle montagne, ma sa anche leggere e scrivere. Conosce il mondo senza aver mai abbandonato la taiga. I miei figli e i miei nipoti continueranno a studiare, così potranno scegliere il loro destino. Nessuno è obbligato a restare qui, per questo nessuno se ne andrà".

Federico Pistone, Gli uomini renna, 2004