venerdì, gennaio 27, 2006
Dolce vita
Ovvero la Roma capitolina ai tempi di Rutelli. Che anche secondo la Cassazione (come già secondo la Corte dei Conti) sono stati un po' allegrotti anzichenò, come dimostra la bocciatura del ricorso presentato dal bello guaglione. La storia in sé uscì qualche tempo fa. Potremmo dire che, dal lato consulenziale, Rutelli ha in qualche modo segnato il solco che i Bassolino hanno poi difeso negli anni successivi. Questa storia delle consulenze è piuttosto imbarazzante per la sinistra che munge sempre le casse dello Stato per sostenere i propri cartelli clientelari. Dopo recenti elezioni amministrative in una terra a me cara, l'amministrazione provinciale guidata dal centro-sinistra si è immediatamente distinta per profumate consulenze donate a personaggi di scarsa professionalità e affidabilità che avevano però avuto il privilegio di organizzare la campagna elettorale del candidato poi risultato eletto. Sarà per questo che Repubblica nasconde la notizia della bocciatura del ricorso rutelliano in Cassazione in una righina bassa della sua edizione online. Ma noi l'abbiamo scovata lo stesso. Rutelli afferma pure che di sua spontanea volontà, nonostante avesse presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte dei Conti, aveva già provveduto ai risarcimenti. Vorremmo saperne qualcosa in più: chi ha risarcito? Quando? E quanto? Ci piacerebbe che fosse fatta chiarezza definitiva su questi punti. E ci piacerebbe che le amministrazioni locali (di sinistra e di destra) fossero più trasparenti nella scelta delle consulenze, soprattutto in termini di professionalità. Che i benefici che gli esperti esterni recano alle casse e alla politica delle amministrazioni, potessero essere quantificati da criteri il più possibile oggettivi e quantitativi, per evitare spreco di risorse e distorsioni clientelari.