Da quasi venti giorni è partito il semestre di presidenza austriaco dell'Unione Europea. Quello che ci siamo lasciati alle spalle, il semestre inglese guidato da Tony Blair, è stato una vera delusione. Anche perché all'inizio aveva creato tante aspettative in coloro (e noi fra questi) affamati di riforme economiche e sociali e speranzosi di poter ridare all'Europa lo slancio e la missione da tempo perduti. Sul semestre inglese non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quello che poco tempo fa aveva scritto Gianluca Iodice su Magnifiche Sorti.
C'è da augurarsi che quello austriaco possa avere miglior sorte, anche se crediamo che l'istituzione del semestre di presidenza affidato ad un paese a rotazione sia uno dei tanti strumenti dell'Unione entrati in crisi. La verità è che ci vorrebbe un vero governo politico perché le attese che si addensano attorno ai semestri sono enormi e quel che viene partorito è sempre, inevitabilmente, di gran lunga inferiore a quelle attese.
Per il momento segnaliamo alcuni link per poter seguire giorno per giorno lo sviluppo del governo dell'Europa targato Vienna. Partendo dal sito ufficiale del semestre (in tedesco, in inglese e in francese) e dal programma annuale elaborato dalle due presidenze semestrali di quest'anno, Austria e Finlandia. E i primi commenti su alcune delle iniziative già intraprese dal cancelliere austriaco Wolfgang Schüssel. Da CaféBabel l'analisi sulla direttrice balcanica del nuovo orizzonte per l'allargamento (direttrice da questo blog assai apprezzata) e dall'Economist un articolo sulla terza chance dell'Ue nell'area dopo i primi due fallimenti. Sempre dall'Economist (della scorsa settimana invece) un corrosivo corsivo sul tentativo - pure questo voluto da Schüssel con l'avallo di Angela Merkel - di riesumare il trattato costituzionale europeo sonoramente bocciato dai referendum in Francia e Olanda lo scorso anno: dead threat walking.
Spesso, ancor oggi, la politica austriaca viene molto sottovalutata, specie nella sua dimensione internazionale. E' un errore. Dopo la caduta del Muro di Berlino e il crollo dei regimi comunisti dell'Europa orientale, Vienna ha trasformato il suo ruolo da ponte tra Est ed Ovest in centro attivo e propulsore dello spostamento ad Est del baricentro europeo. Ruolo svolto spesso con maggior determinazione rispetto alla Germania (e all'Italia) anche se il suo peso specifico resta inferiore. Giovanni Boggero su GermanyNews ci illustra in dettaglio la dimensione estera della politica austriaca mentre la pagina austriaca di Stefano Grazioli su Poganka ci tiene informati sulle vicende di Vienna e dintorni.