E' la più antica fiera di Berlino ancora in esercizio e si tiene almeno una volta l'anno negli ormai vetusti spazzi dell'ICC, il centro congressi della vecchia Berlino Ovest, ampliato negli anni Settanta sulla vecchia e neoclassica struttura voluta da Hitler. La Grüne Woche (letteralmente "settimana verde") fu il simbolo novecentesco dell'economia agraria industrializzata della Germania. Si radunavano a Berlino i grandi agricoltori della Prussia e della Germania intera. Poi arrivarono i contadini delle marche orientali. In principio fu la fiera degli animali, vacche, maiali, cavalli e pecore (a Roma un mercato simile si trovava nella zona di via della Scrofa, oggi nobilissima via del centro a ridosso di piazza Navona). Poi diventò l'appuntamento di coltivatori di cereali e barbabietole e birra e vino dalle campagne della renania e della franconia. Divenne sempre più grande e articolata ma non perse mai quel suo profilo provinciale che tanto piace ai berlinesi e ai brandeburghesi. Anche oggi, che le grandi fiere hanno trovato spazio in altre città tedesche (Lipsia, Hannover, Francoforte, Monaco) la Grüne Woche resta l'appuntamento preferito della nuova capitale tedesca. Gli stand si sono modernizzati. Ci sono sempre gli stanzoni con gli animali, ma la grande attrazione è ormai diventata l'ampia offerta alimentare da tutti i paesi del mondo. Essendo a Berlino, grande spazio è dedicato alle tradizioni regionali tedesche e a quelle dei paesi est-europei. L'edizione del 2006 ospita come paese in primo piano la Russia. Un'ottima occasione per misurare dal vivo la ripresa agricola di un grande paese europeo: conoscere direttamente gli imprenditrori agricoli russi vale quasi un reportage dal vivo. Impressiona misurare i progressi compiuti negli anni del passaggio dall'economia comunista a quella di libero mercato. Il sospetto è che noi in Occidente non sappiamo più viaggiare e raccontare i cambiamenti e ci balocchiamo nei vecchi cliché e nelle vecchia pigrizie mentali.
Passando dal serio al frivolo, se vi capita di passare per Berlino ancora nella prossima settimana, fateci un salto e non mancate la concorrenza del salone ucraino. Aringhe e caviale, birra e vodka e una grande caciara di musica. Se la rivoluzione politica segna il passo, quella dei suoi cittadini sembra ormai giunta al punto di non ritorno. Se passate dagli italiani vi sembrerà di essere all'interno di un'eterna salumeria bolognese: un'immagine vecchiotta del nostro paese. High-tech alimentare negli stand svizzeri (complimenti) e piccole sorprese asiatiche (Mongolia, Corea, Vietnam). Dall'est spiccano gli stand di Estonia e Lituania, dal nord quelli di Finlandia e Norvegia. Grande festa sotto i tendoni delle specialità ebraiche: musica klezmer, falafel e funghi in varie salse. Ottima la selezione di vini bianchi tedeschi, di vodke russe, di vini rossi libanesi. Chiudete con i famosi baumkuchen del Magdeburgo. Se uscite sobri meritate un premio.