mercoledì, gennaio 11, 2006

Angie goes to Washington

E non porta buone notizie per l'Italia. La cosa potrebbe sembrare senza senso. Invece v'è che la nuova cancelliera non ha intenzione di rinunciare a una delle battaglie di punta del suo predecessore Schröder: il seggio tedesco nel consiglio di sicurezza dell'Onu. La politica estera italiana è da tempo piuttosto fredda con la Germania (e viceversa) e il motivo è soprattutto la marcatura stretta della diplomazia di Roma verso ogni mossa di quella di Berlino. L'Italia considera uno smacco e un declassamento internazionale il fatto di rimanere l'unico fra i grandi paesi europei e (se passasse il progetto tedesco) anche l'unico dei paesi sconfitti nella seconda guerra mondiale a rimanere escluso dalla cabina di regia dell'Onu. La Merkel ha invece ribadito due giorni fa di voler riproporre la candidatura tedesca e di puntare ai migliorati rapporti con gli Stati Uniti per raggiungere questo scopo (e il viaggio da Bush preparato nei minimi dettagli e concordato anche nei punti di dissenso come la questione del carcere di Guantanamo lo testimonierebbero). Risultato: le cancellerie italiane in tutto il mondo si sono rimesse al lavoro per riprendere la resistenza.

In un articolo pubblicato oltre un anno fa su Ideazione, l'ambasciatore Ludovico Incisa di Camerana suggeriva ai vertici della politica estera italiana di accompagnare a questa azione difensiva anche un'azione offensiva, poggiandola sulla crisi funzionale dell'Onu e sulla necessità di superare inutili ruvalità sulla presenza nel consiglio di sicurezza. Bisognava puntare a un grande progetto di ripensamento dell'Onu, di cui la comunità delle democrazie poteva essere una (ma non l'unica) prospettiva. L'Italia avrebbe potuto farsi portavoce di questo grande progetto politico coinvolgendo in primo luogo gli Stati Uniti, allora più sensibili alla crisi dell'Onu e puntando ad aggregare anche le altre nazioni europee attorno a un'idea che non rappresentava solo la difesa di un interesse nazionale italiano.

Oggi sarebbe stato più semplice anche riprendere l'iniziativa diplomatica con la Germania, invece di essere costretti a tornare a giocare in difesa una partita per un seggio prestigioso quanto si vuole ma all'interno di un'organizzazione che continua a non mostrare segni di riforma. Anche qui però si evidenzia quel deficit di iniziativa politica di cui soffre il centro-destra italiano nel suo complesso: che alla guida della Farnesina ci sia il dipendente Frattini o il politico Fini.
Rassegna stampa sul viaggio di Angela Merkel da George W. Bush:
Heritage Foundation
International Herald Tribune
Davids Medienkritik
Der Spiegel
N-tv