Non entro nelle polemiche sul ruolo strabordante dei magistrati in Italia. Sono polemiche che si trascinano da oltre un decennio, dividono il paese tra garantisti e giustizialisti come se si fosse sulle tribune di uno stadio a tifare in un derby. Le ragioni e i torti, aihmé, sono come sempre da tutte e due le parti e il problema vero nel nostro paese è che due poteri istituzionali fondamentali per la democrazia, come la politica e la magistratura, confliggono da troppo tempo. Eppure, le frasi del gip Clementina Forleo che leggo sui giornali di questa mattina, riferite al modo di far politica nel Mezzogiorno d'Italia sono sacrosante. Io le condivido una per una. Perché, per quel che riguarda la politica nel Mezzogiorno, io sono - come dire - un "testimone oculare". Ho anche l'impressione che sia ormai una partita perduta e che la corruzione sia diventata il lubrificante insostituibile di un'economia asfittica in una terra che ha perso anche la capacità di immaginare un futuro diverso. Un lubrificante capace di muovere interessi personali, clientele politiche, imprenditoria criminale. Altro che garantismo e giustizialismo! Sto con la Forleo e non con Mastella. E con tutti quei poveri diavoli (anche di politici perché non voglio scadere né nel qualunquismo né nell'antipolitica) che, proprio nel Mezzogiorno, spendono impegno, passione e tempo per provare a mettere i bastoni nelle ruote ai troppi don Rodrigo e ai loro bravi che ingrassano all'ombra di partiti improvvisati e inesistenti, clientele mafiose e para-mafiose, faccendieri senza bandiere e senza colori (anzi di tutte le bandiere e di tutti i colori). Ce ne sono, di politici, di magistrati e di persone per bene, anche nel Mezzogiorno. Ricordiamocene quando andiamo a votare.
Sulla questione dell'opportunità che i magistrati si presentino in trasmissioni televisive di parte per calcare la scena mediatica non ho nulla da aggiungere a questo equilibrato e prezioso commento di Andrea Romano dalla Stampa. Sulla trasmissione di Santoro, invece, riporto la veemente stroncatura di Giuseppe D'Avanzo su Repubblica (al di sopra di ogni sospetto, ma ovviamente non la condivido per il tema dei don Rodrigo al Sud: non avevo pensato a D'Alema e quella di D'Avanzo sembra tanto una excusatio non petita) e un post di Calamity Jane. Trovo azzeccata la critica alla tendenza dei blogger di centrodestra ad assumere come eroina un magistrato solo perché adesso persegue politici di centrosinistra.