martedì, marzo 27, 2007

Nel paese dei Prosperini

La Polonia sta diventando un vero e proprio caso all'interno dell'Unione Europea. In molti post abbiamo già parlato degli imbarazzi quotidiani offerti dal governo populista e reazionario dei gemelli Kaczynski, attenuati solo dalla pazienza e dalla diplomazia di Angela Merkel. Imbarazzi tali che, oltre un anno fa, lo stesso Vaticano dovette intervenire per ammonire il governo e limitare l'influenza ideologica che su alcuni ministri ha la struttura mediatica di Radio Maria (che nulla ha a che fare con la Radio Maria italiana e che spesso incita all'antisemitismo e all'odio razziale). Moniti vaticani che, tuttavia, non sembrano avere alcuna deterrenza nei confronti dei politici più estremi.

Il ministro dell'Istruzione, Roman Giertych, ha infatti appena lanciato la proposta di bandire e vietare nelle scuole del paese qualsiasi accenno all'omosessualità. E questo per difendere la gioventù polacca da quella che lo stesso Giertych chiama "propaganda omosessuale" in nome di una malintesa difesa della famiglia (questo linguaggio vi ricorda qualcosa?). Gay e lesbiche, semplicemente, non esistono. Per legge. Parola di ministro. Si può ormai parlare di deriva. Che sembra non arrestarsi neppure di fronte al calo di consensi che circonda il governo di Miroslaw Kaczynski, battuto nelle ultime elezioni amministrative e sempre più in calo di consensi in una Polonia sì cattolica ma per nulla bigotta. Vorrà dire che Gianfranco Fini ha trovato il luogo dove spedire quell'assessore lombardo Prosperini appena espulso da An per aver proposto la garrota per i gay.