Al successo di Angela Merkel in politica estera non si accompagna, per ora, un uguale successo in politica interna. Certo, la sua popolarità è molto cresciuta anche in patria e la CDU sembra passarsela un po' meglio dell'SPD, almeno nei sondaggi. La cancelliera, poi, sta giocando abilmente tutte le sue carte moderate, provando a rosicchiare un po' di consenso "centrista" agli alleati-rivali socialdemocratici. Eppure, come racconta l'Economist, a casa i compiti sono ancora tanti e i risultati, in termini di riforme, ancora pochi.
Angela Merkel, però, ha dalla sua la fortuna di cavalcare un mometo entusiasmante per l'economia del paese. Le riforme imposte negli anni passati dalle stesse imprese al prezzo di una dolorosa ristrutturazione (e solo nella fase finale accompagnate dalle politiche del governo di Gerhard Schröder), hanno rimesso in carreggiata il possente apparato industriale tedesco che pompa lavoro e produzione a ritmo continuo. La ricetta? Ce la raccontano Carlo Bastasin e Marina Verna sulla Stampa: moderazione salariale, diversificazione internazionale della produzione, riforme al mercato del lavoro. Azioni che sono state accompagnate da un sindacato responsabile e attutite da un welfare state che, nonostante i problemi, è ancora utile ed efficente. Dopo anni di crisi è giunta la crescita dell'export, quella della produzione e addirittura dell'occupazione. Solo che, questa volta, la locomotiva va ma i vagoni europei non corrono dietro tutti alla stessa maniera. La Germania è diventata competitiva anche sul mercato interno europeo e traina solo i comparti aziendali che hanno puntato sull'innovazione. Chi resta indietro, viene fagocitato. Insomma, la Germania promette un periodo di crescita lungo un decennio a tassi superiori a quelli degli Stati Uniti. Ma vi si potrà agganciare solo chi avrà le carte in regola.
In un post che parla della vecchia querelle sulle 35 ore, Carletto Darwin ci offre, dall'interno del sistema produttivo tedesco, un'idea di come si stanno facendo il mazzo lì. E se il governo di Grosse Koalition accompagna politicamente le riforme e non compie l'errore temporale di Schröder, allora la crescita tedesca potrà essere qualitativamente ancora più solida.