mercoledì, novembre 01, 2006

Il bluff del rigassificatore di Brindisi

MILENA GABIANELLI (in studio)
Abbiamo paura che ci chiudano i rubinetti del gas. A dire il vero fu proprio l’Eni nel 2001 a chiuderli ad un operatore indipendente che avrebbe importato 150.000 m cubi di gas al giorno. L’Eni si beccò una multa dal Garante sapete di quanto? 1000 euro. Bene, sulla paura puntiamo su tanti rigassificatori che vengono costruiti necessariamente nei pressi dei porti. In Italia però, nei porti c’è già di tutto, dai poli chimici ai depositi di gas e petrolio. Luoghi dove spesso capitano incidenti: dalla fuoruscita di greggio a Taranto a quella di carburante a Priolo il 30 aprile scorso, con conseguente esplosione e incendio. Se tutte le domande di rigassificatori che stanno sul tavolo del Ministero dello venissero accolte avremmo una disponibilità di circa 80 miliardi di m cubi di gas in più di quel che ci serve. Ci sarà una logica. Ripartiamo da Brindisi.

MICHELE BUONO (giornalista)
Brindisi. Questa area, a ridosso del porto, è satura di impianti a rischio di incidente. Sono industrie del polo petrolchimico ed energetico. Non ci si può aggiungere più niente su questo territorio. Eppure, qui davanti, si sta lavorando alla costruzione di un rigassificatore, per conto della British Gas, da 8 miliardi di m3 l’anno. L’autorizzazione del ministero delle Attività Produttive è del 2003. E allora, come è possibile?

DOMENICO MENNITTI (sindaco di Brindisi)
Noi contestiamo quella autorizzazione perché tra i tanti c'è un elemento, che più facilmente è comprensibile da tutti: quando Altero Matteoli, il vecchio ministro dell’Ambiente, venne a Taranto, e allora si cominciò a parlare di un rigassificatore a Taranto, fece una dichiarazione: “Guardate nulla accadrà se non ci sarà prima un serio impatto ambientale, una valutazione di impatto ambientale”. Bene, da noi quella valutazione non c'è mai stata.

MICHELE BUONO (giornalista)
L’ impianto quindi è regolarmente autorizzato anche senza la valutazione di impatto ambientale. Diciamo che la popolazione non l’ha presa proprio bene. Poi nel frattempo cambiano le amministrazioni al Comune, alla Provincia, alla Regione. E i nuovi amministratori si accorgono di altri passaggi nell’iter di autorizzazione del rigassificatore che non gli quadrano e lo raccontano ai cittadini.

CITTADINO BRINDISI 1 (intervista)
Ci fu quella conferenza dei servizi in cui praticamente lo stesso sindaco di allora, poi arrestato e il vecchio presidente della Provincia, andarono a titolo personale non ascoltando nemmeno i consigli comunali e provinciali, quindi l’antitesi della democrazia, il rifiuto completo di un processo democratico.

MICHELE BUONO (giornalista)
I cittadini di Brindisi chiesero anche un referendum.

CITTADINO BRINDISI 2 (intervista)
Però il referendum non si è mai riuscito a fare, raccogliemmo diecimila firme in un mese, in una città di novantamila abitanti ma il referendum non ci fu concesso.

MICHELE BUONO (giornalista)
E che fine hanno fatto queste diecimila firme?

CITTADINO BRINDISI 2
Niente, furono bloccate da alcuni ricorsi al Tar che giudicarono improponibile che i cittadini si potessero esprimere sulle questioni energetiche.

MICHELE BUONO (giornalista)
Quindi il rigassificatore di Brindisi è stato autorizzato. La British gas Italia, ora Brindisi Lng ha una sede sul lungomare di Brindisi; i lavori procedono ma i nuovi amministratori locali impugnano quella autorizzazione e vorrebbero mandarli via. Ingegnere che succede se vi bloccano?

GIORGIO BATTISTINI (direttore generale Brindisi Lng)
E’ un impianto autorizzato, è un impianto in costruzione, è un impianto che quindi difficilmente si può pensare che possa venire bloccato. Tutto è possibile nel mondo, però voglio dire è uno scenario ipotetico che non ha nessuna rispondenza al vero, nel caso di blocchi noi certamente faremo valere i diritti in qualunque sede.

NIKI VENDOLA (presidente Regione Puglia)
Non so chi glieli darà questi diritti, faranno i contenziosi. Io so che non ho potuto dargli quella autorizzazione che sta soltanto dentro i limiti e la scrittura della valutazione di impatto ambientale. Forse dovrà essere il precedente governo a risarcire gli inglesi.

[Da Reporter, Rai Tre, 29 ottobre 2006]

Nota (di parte) di Walking Class. Se le istruzioni per il funzionamento del rigassificatore le ha vergate di suo pugno l'ing. Battistini, a Brindisi stiamo freschi... "uno scenario ipotetico che non ha nessuna rispondenza al vero"... è da molto tempo che anche gli imprenditori hanno imparato a masticare l'italiano: così indietro è rimasto solo il ministro Tonino Di Pietro.