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E' un momento particolare della vita politica tedesca: nuovi partiti piombano sulla scena
mettendo in crisi il sistema partitico che aveva così ben funzionato dal dopoguerra. Gli effetti della riunificazione, l'irruzione dell'Est nelle dinamiche unitarie (con le sue inquietudini, con i suoi partiti estremi, i neo -comunisti e i neo-nazisti), mettono in discussione equilibri consolidati. E la Grosse Koalition appare sempre di più come un'alleanza necessaria e temporanea che non scalda i cuori e non risolve i problemi. Tutti discutono con tutti, alla ricerca di nuovi percorsi. Così anche i cristiano-democratici discutono con i Grünen (assai meno ideologici e assai più ecologisti rispetto ai "pecorari-scani" nostrani). E cominciano a stringere alleanze politiche.
Come è accaduto nel distretto di Steglitz-Zehlendorf, uno dei quartieri residenziali più verdi e agiati di Berlino. A testimonianza della evoluzione dei verdi in partito della nuova, giovane borghesia urbana e benestante e dei cristiano-democratici in moderna forza conservatrice, capace di intuire il valore della qualità della vita, almeno per i segmenti più fortunati della popolazione. Quanto questa alleanza possa reggere il peso di un governo, e quanto possa rappresentare l'embrione di una più intensa collaborazione politica a livello federale, lo diranno i prossimi mesi.
Intanto è interessante segnalare come, nei paesi europei più avanzati, s'avanzi una particolare destra ecologista: dall'inglese David Cameron ai giovani leoni della CDU tedesca, la nuova generazione dei conservatori punta alla qualità della vita. Un piccolo avvertimento per la destra industrialista italiana, che si eccita a ogni vagito di Montezemolo, a ogni innalzamento di ciminiere.
Dal web: un'analisi da Die Zeit, il sito dei verdi e quello della CDU del quartiere Steglitz-Zehlendorf di Berlino, il contenuto dell'accordo di governo fra verdi e CDU, il saggio di Norbert Röttgen sempre su Die Zeit.