Alleanza Nazionale nel Partito popolare europeo. E' la missione che Gianfranco Fini ha dato al suo partito per i prossimi anni, per accentuarne la trasformazione verso una moderna forza conservatrice europea. Come sempre accade, ci sono resistenze sia in alcuni settori tardo-democristiani europei, sia nel piccolo partito post-democristiano italiano, l'Udc, che teme di perdere – chissà poi perché – peso specifico continentale. Sono resistenze che una accorta politica di avvicinamento potranno superare anche più agevolmente di quanto si pensi. E dato il carattere laico e non confessionale che Fini sta dando alla sua creatura (direi quasi degasperiano, su questo punto) e l'apertura dimostrata verso tematiche sulle quali il centrodestra italiano appare assai più reazionario (immigrazione, integrazione, diritti civili), ritengo personalmente che An possa arricchire il patrimonio di idee e battaglie del Ppe: specie oggi che da partito democristiano si è ormai trasformato in grande casa dei moderati. Su molte questioni An appare più equilibrata perfino di Forza Italia e senza alcun dubbio della Lega. Dunque, qui siamo favorevoli al percorso finiano e lo appoggiamo. Sperando che Fini abbia anche il coraggio di spegnere quella fiamma consegnando al passato una storia che è stata assai più gloriosa di come ce l'hanno raccontata (e qualcuno un giorno dovrà scriverla la storia del postfascismo italiano, altrimenti a ritenere che fosse una caserma di fascisti-carogne, non ci si spiegherebbe come sia stato naturale e indolore il passaggio dal Msi ad An), ma appartiene al passato, a un altro mondo, a un'altra epoca.
Qui il nostro contributo all'analisi del percorso europeo di An sulle pagine del Secolo d'Italia, oggi diretto dall'amico Luciano Lanna che è stato per molti anni caporedattore a Ideazione. Si comincia – potevate dubitarne? – dalla Germania. Qui le due pagine in pdf: prima parte, seconda parte.